martedì 22 novembre 2011

Esito istruttivo assai

mi sono trovato oggi a leggere un interessante articolo di Concita De Gregorio su Repubblica e dal titolo:


La rabbia degli elettori vale 4 milioni di voti
così la sinistra ha perso la classe media 


Nell'articolo si documenta che il "trionfo" dei Popolari spagnoli consiste in realtà in un minuscolo incremento e di soli 500 mila voti su circa 24 milioni di elettori; ma molto di più su crollo contemporaneo del Patito socialista che ne ha perduti 4 di milioni di suoi precedenti voti.
Ed è esattamente quello che, osserva l'articolo, voleva l'incessante campagna degli indignados spagnoli: punire il Partito socialista accusato di aver tradito il suo elettorato.

< (...) gli indignati del 15M che solo chi non sa di cosa parla può identificare in un gruppuscolo di giovani ribelli usciti dai recinti dei centri sociali, un irreale abbraccio tra punkabbestia ed estremisti di sinistra rabbiosi, "los indignatos" essendo invece come sa bene chi li ha seguiti ed ascoltati in questi mesi una porzione vastissima della società spagnola: insegnanti, dirigenti d'azienda, piccoli e medi imprenditori e certo, insieme, i loro ex dipendenti oggi disoccupati, i loro studenti, i loro figli. (...).>

ESITO ISTRUTTIVO ASSAI, si potrebbe ben forse dire assieme alla De Gregorio. Anche rispetto a noi.

mercoledì 16 novembre 2011

la notte della Casta

Sotto la copertura di un appoggio mediatico pressoché totale sta per andare in onda una sospensione del voto, delle preferenze e delle competenze parlamentari e costituzionali italiane. La grande malata europea, la nostra, ma non solo del debito. Quanto anche della concezione paternalista di democrazia.
Che infatti, qui da noi, risulta si può sospendere, piegare, modificare ogni volta a qualcuno serva. Non è la prima volta.
Accadde anche all'ingresso dell'Euro.

E in quella sospensione ci infilarono, i grandi Saggi, una svalutazione clandestina, mai detta, di oltre il 50% nel cambio di passaggio lira/euro. Svalutazione selvaggia del valore di acquisto interno, mai dettoci infatti. E sempre tuttora negata agli utili idioti. Che poi siamo come sempre tutti noi.
E ci associarono, quelli che si permettono le "sospensioni" costituzionali, un ventennio di Monopartito di Programma, chiunque governasse, di incessante aumento delle tasse e di incessanti tagli nei Servizi essenziali.
Ed è li, che il nostro sviluppo si è fermato. In una svalutazione selvaggia clandestina delle retribuzioni e pensioni che passavano in euro. E che si sono ritrovate, dalla sera alla mattina, a valere in capacità d'acquisto la metà di prima.



Adesso, l'invincibile Armada di 16 partiti  e schegge di partiti ci riprova.

Alle corde in un paese rivelateglisi ostile, la Casta nostra si arrocca dietro la Foglia di fico di un Professore. Operazione che meglio di tanto altro credo che rappresenti oggi sul Corriere della Sera il vignettista Giannelli il quale vi rappresenta il Commissario col palazzo di Montecitorio sotto braccio.

In nessun paese europeo come nel nostro, dal secondo dopoguerra, nessuno ha mai utilizzato con tanta sicumera la sospensione ripetuta dei diritti costituzionali purché, però, non cambiasse mai veramente niente. Quando rischiamo l'Alternativa vera di Programma, ci commissariano, pare...

Questa anomalia tutta nostra ce l'hanno fatta digerire con lo "zucchero" del Debito Pubblico. Voi, in molti, non pagate niente, però in cambio accettate tutti di non contare quasi niente. Debito pubblico che non a caso, nel ventennio dei risanatori attuali s'è impennato verso i 2 milioni di miliardi odierni da 1850 milioni di primi anni 80. Mentre il pil s'inabissava contemporaneamente in un paese divenuto di tasse senza lavoro. Passando nel suo rapporto Debito/Pil dal 87% circa di fine anni 80 al 120% attuale del paese di bugiardi e dei commissariamenti.



E adesso, cosa vanno a fare una così tanta alleanza ipocrita?

Mette assieme una manciata di auorevoli prestanome proprio quegli stessi partiti che sino ad ora non hanno saputo fare niente per il Bene Comune e per lo Sviluppo equo. Quegli stessi soggetti politici, i quali, tutti assieme, e con autorevoli sponsor, nell'estate-autunno appena trascorso, si sono ingoiati 55 miliardi di tasse nostre in due manovre per non concludere niente.
Si sono complimentati sino ad ora, li uni e gli altri, maggioranza ed opposizione e qualcun altro festante: veloci, bravi ed efficaci come noi ce ne sono pochi. Per venirci a dire oggi, esattamente gli stessi, nascosti dietro a un professore, che c'é stato un piccolo disguido. E che bisogna ricominciare a tassare ed a tagliare. Sempre e solo a noi.

E ci vengono a raccontare che i professori, adesso faranno miracoli. Ma dovendo usare il consenso parlamentare proprio di quegli stessi che si sono appena fumati 55 miliardi nostri pur di non cambiare mai.

I commissari salvacasta, temo, non concluderanno niente neanche adesso. Neanche loro.

Ci restituiranno subito il diritto elettorale costituzionale del voto libero ed uguale con la preferenza e senza premi? non credo, temo resterà ancora commissariato il voto nostro. Taglieranno di due terzi i costi complessivi della politica nazionale che ci pesa di ben oltre 20 miliardi? pare di vederli. A farlo su di sé i beneficiati stessi. Introdurranno reato di competenza d'Antimafia l'associazione a delinquere del finanziamento illecito ai partiti? ma quando mai potranno farlo con i voti dei finanziati abituali dal pizzo? Taglieranno gli oltre 50 mila Enti intermedi Regioni Comuni che risultano ospitare i famigli di partiti senza voto? per adesso dobbiamo constatare che i tagli alla politica si sono risolti con un Senatore in più. Taglieranno del 40% in due anni, da subito, le tasse a lavoro e impresa che ne muore? e alle pensioni, delle quali ne muoiono molti percettori? non credo, perché allora ci facevano votare su un Progetto alternativo vero. Invece scappano a gambe levate, tutti assieme, dal rischio di elezioni vere.



Ma questa volta, temo, la nostra Casta Diva che ci commissaria ogni volta che barcolla, ha un problema vero.
Quando ci commissariò l'ultima volta, lo fece, allora, in favore di un potere grande e vincente: la Finanza europea senza popoli e senza lavoro che però, allora, faceva il bello e cattivo tempo ovunque. Non solo in Italia e in Europa.

Adesso, invece, quelle stesse forze nostre pavide e bugiarde, ci commissariano per mandare al Brennero truppe raccogliticce in aiuto a poteri europei finanziari, quelli dell'euro senza popoli e lavoro, che stanno già perdendo. La loro insensata guerra ventennale contro Lavoro e Sviluppo equo anche europeo. E la nostra casta temo ne condividerà la sorte di perdenti. Nel mondo.
Lo spreed che sale mentre sale Monti ci svela del resto che la malattia nostra di conti sta dentro una malattia ben più grande europea: la sua finanza prepotente senza lavoro, e adesso anche senza soldi veri, credo sia ormai sempre più alle corde.

Atene, Roma, Madrid, Parigi ora, l'una dopo l'altra sotto scacco del debito sovrano gonfiatosi per salvare banche private, mostrano anche a chi non vuol vedere - che il grande alleato carolingio è prossimo anche esso alla sua di resa di conti: e che il malato vero è l'Ue. Più ancora delle sue stese nazioni.

Se così sarà, per un po la gran cassa mediatica italiana coerente, ci dipingerà le sorti splendide dei sospensori di democrazia reale italiana. Ce ne magnificherà le gesta. Lenirà il dolore di tanti militanti dell'Opposizioni parlamentari di trovarsi alleate con un televisore raccontando che però siamo al governo. Poi, se il timore risulterà vero, che il malato vero più grave é l'Ue nel suo attuale intero, rischiamo di ritrovarci tra natale e pasqua con lo spreed anche nostro a continuare a spiccare la corsa verso 600 se non oltre alla faccia dei Commissari e delle garanzie sospese.


Intanto, però, avrà votato la Spagna, la Francia, e forse la Grecia. E comincerà la cura, spero, democratica, popolare europea, alla malata vera: che è la nostra Ue.
A riconciliarla coi suoi popoli e con l'Euro del lavoro equo.

Poi, prima o poi, faranno tornare a votare anche noi. Se non altro, per disperazione impotente.

Allora, presumo, sarà forse bene se ci ricorderemo che, per imboccare un cambiamento alternativo vero italiano, nello sviluppo equo e condiviso, avremo anche bisogno di un Movimento nuovo a rappresentarlo ed attuarlo che non sia più tentato da sospensioni commissariali ma si fidi e rispetti gli elettori, avremo bisogno di certezza di poteri costituzionali ben attribuito che non permetta più a nessuno sospensione di diritti collettivi. Avremo bisogno di riprenderci il futuro nelle nostre singole mani dirette. Come nel 47, in democratica costituente non violenta.

Ci aspetta una lunga traversata, credo, a tutti noi italiani ed italiane normali di buona volontà, e di ogni età, almeno sino a Pasqua; quando il disincanto nostro generale vincerà l'anestetico mediatico a fronte d'evidenza dei fatti, quando il rinnovamento d'Europa sarà andato vanti intanto anche senza noi e lascerà senza protettori antichi i nostri troppi disinvilti commissari.

Intanto ci occuperemo delle nostre piccole, minuscole, sopravvivenza individuali entro la notte dei potenti. Se ci riusciremo.
In bocca al lupo. A tutti noi.
Il conforto è che tutti noi senza casta stiamo camminando nella direzione della storia migliore. Anche europea. Mentre i commissari, e i loro oligarchi nostri perdenti comunque, sono la retroguardia in ritirata.

A presto. In democrazia piena e senza sospensioni di nessuno. Che nessuno ne dispone di un simile potere. In democrazia effettiva senza protettori.


Italia, novembre 20011

venerdì 11 novembre 2011

Se cade un regime

Quello che penso è che in Italia non è caduto un governo, ma un regime; di 40 anni almeno.

Se il nuovo governo, qualunque esso sia, non darà questa percezione visibile temo che non evocherà l'unione. Quella di popolo. L'unica che serve. Perché l'unica che vince.

Perché le unità nazionali vere, nelle emergenze gravi - e nella caduta dei regimi - sono solo di popolo; e non dei dignitari supersiti che cercano solo di riciclarsi. Il compito di un governo transitorio, da sempre e ovunque, quando cade un regime, è di gestire al meglio il corrente. Mentre riporta intanto alle elezioni, già indette, sul proporzionale e preferenza. L'unico sistema elettorale che garantisce tutti e già della Costituente.

Un programma di governo emergenziale?

200 miliardi di Fisco evaso + 60 miliardi da corruzione di sistema + 15 miliardi di tagli immediati ai costi globali (25 miliardi) della intera politica di centro e di periferia = 215 miliardi di manovra immediata per nuovo Fisco dimezzato e pil al 4%; poi subito a seguire riformiamo il resto per uno Stato vivibile a tutti.



Perché quello che è crollato assieme al Regime è il "patto repubblicano" tacito preesistente: tu non paghi le tasse e mi ringrazi col pizzo alla politica obbligatorio ovunque; e quanto alle esigenze dello Stato, quelle le affrontiamo a debito.

Questo sistema è crollato: perché ha ucciso sviluppo, lavoro equo, diritti della donna e dei ragazzi e le ragazze al loro sacrosanto lecito futuro.

L'Italia nostra, di noi italiani ed italiane, è una grandissima nazione, risultata tenuta ancora umiliata alla catena da degli sciagurati...