giovedì 18 ottobre 2012

il connazionale Leonardo di Cittadella



La cronaca italiana ha avuto largo spazio in questi giorni sulla traumatica vicenda capitata al nostro connazionale Leonardo. Un <bambino> di Cittadella - Padova che si è trovato suo malgrado al centro di un Provvedimento su di lui. Che non l'aveva chiesto, che pare non lo volesse. E che l'ha tuttavia risulta l'abbia subito, anche pesantemente.

Il bimbo trascinato di forza da scuola

(foto da Corriere Veneto - Cronaca Padova)

IL LATO DA CUI NE PARLIAMO

appare qui assai diverso da quelli prevalenti
.


Non vogliamo infatti valutare, né tantomeno giudicare le intenzioni di nessuno dei protagonisti.
Ritenendo che ciascuno di essi, in specie giudici, polizia, esecutori della altrui decisione, persino familiari nell'insieme, avessero tutti le migliori motivazioni. Ed anche, soprattutto i primi dei protagonisti, anche il conforto della LEGISLAZIONE VIGENTE SUI MINORI.


E proprio qui risiede l'angolo di questa riflessione: 


perché in questa comunque triste vicenda di un concittadino italiano - Leonardo - qualcuno pare non essere risultato di certo adeguato: LO STATO e la sua legislazione SUI MINORI.


Perché?

Intanto, a qual che si è visto, il giovanissimo Leonardo è risultato apparire dall'insieme delle circostanze, certamente tutte lecite e tutte previste dalla legislazione vigente - ma proprio per questo - come fosse un bene di terzi. Una proprietà, quasi un oggetto. Di altri.


Come è stato acquisito il cittadino italiano Leonardo appare infatti più o meno l'equivalente di un <pignoramento giudiziale> di un bene. Con la Forza Pubblica che a volte, infatti, viene chiamata dai procedenti a fare da garante all'esecuzione <dell'asporto>. 


Ma Leonardo non è un bene di altri, nemmeno dei sui più diretti affetti eventuali. 


LEONARDO è, e rimane, UNA PERSONA ed un giovanissimo connazionale.



E a confortare quella che è risultata come una sensazione lacerante, IL MODO DEL PRELIEVO

Si è mai visto - IN ITALIA -un catturando, anche se imputabile di reati fastidiosi, O ADDIRITTURA gravi o magari anche gravissimi, preso e condotto a quel modo nel nome della Legge? chi scrive, non ne trova un ricordo, pur in una non breve di propria esistenza.

Ma si è potuto vedere su un Bambino italiano, invece. 



Perché

Abbiamo inteso, e intendiamo ripetere, che riteniamo tutti gli attori della triste vicenda aver solo applicato e pure in piena buona fede la Legislazione italiana al riguardo; con quel che ne consegue.


Ma il punto, risulta proprio questo: 


una legislazione vigente la quale pare risultare che non contempli, sino a fondo, che anche un bambino è un connazionale garantito dalla sua costituzione.

UNA LEGISLAZIONE AL RIGUARDO, QUINDI DA CAMBIARE.



Anche un cittadino italiano bambino ha infatti il diritto della tutela della sua autodeterminazione: 
soprattutto sugli affetti. Suoi

E del momento. Sui luoghi dove al momento intenda finanche crescere. 



UN BAMBINO NON E' MAI UNA COSA. MAI

Per nessuno; e tantomeno per il suo anche di STATO.


E questo senso di grave disagio per una legislazione nostra apparsa del tutto inadeguata, lo accresceva quel che si poteva leggere al riguardo, domenica 14 ottobre, a pag.21 del Corriere della Sera nell'articolo di Giusi Fusano:
<<(...)Nella casa protetta dove Leonardo vive ormai da quattro giorni il tempo passa un po' lento, fra partitelle a calcio nel cortile e lunghe sedute davanti ai videogiochi. Non è come prima, chiaro. Vuoi mettere andare a scuola con gli amichetti più cari?
C'è qualcosa di più divertente che giocare per le vie del proprio quartiere?
Eppure anche questa volta, da <recluso>, quel bimbetto sa affrontareil <dolore reale> con le <sue risorse in dotazione> (come dicono di lui i giudici) ha trovato il modo di adattarsi alla situazione. (...)>>

Ma forse è il passo conclusivo del medesimo articolo che lasci con l'amaro sulla legislazione nostra italiana vigente:
<<(...) Certo se avesse i suoi giocattoli preferiti...Ma non si può. Potrebbero diventare messaggi, oggetti carichi di significato. Meglio non rischiare. Come dicono i giudici, meglio <resettare> i suoi affetti.>> "

<Resettare i suoi affetti>, e da parte del suo Stato.... 

Ma la Legislazione di uno Stato democratico e costituzionale, può prevedere di <resettare> gli affetti di qualcuno? 
Se fosse capitato, e se fosse stato il caso di un maggiorenne ristretto per <venire resettato> negli affetti, cosa sarebbe capitato mai di sgomento collettivo? E non sarebbero, probabilmente, già intervenuti, e solo per questo, anche Organismi Internazionali di tutela?
MA E' SOLO UN BAMBINO...


No, è anche un cittadino italiano in età minore, e per lui, le garanzie costituzionali di tutti, valgono ancora più degli altri

Perché non le può ancora auto rivendicare; motivo di più perché gliele assicuri anche per lui la Legislazione vigente anche su di lui.


bambini e le bambine - e poi forse oggi chiamare ancora <bambino> un ragazzetto di circa 10 anni appare alquanto audace - non sono BENI nella disponibilità di alcuno, neanche di chi gli vuol magari enormemente bene: 

I BAMBINI E BAMBINE SONO PERSONE. Costituzionalmente protette come e più degli altri loro connazionali.



Non a caso nel Programma di MPL - Movimento Popolare del Lavoro, alla voce FIGLI, compare anche l'intenzione di ridurre drasticamente l'attuale facoltà legale esistente di <asportare> i minori dalle loro famiglie anche con le migliori intenzioni.


A parere del Movimento Popolare del Lavoro, infatti, la separazione dei bambini e delle bambine dai loro prevalenti affetti familiari del momento può intervenire in un UNICO CASO
tutela dalla aggressione alla integrità etica o fisica del minore.



In tutti gli altri casi, a parere di Movimento Popolare del Lavoro, i minori non vanno mai rimossi dai loro affetti e luoghi in cui si manifestano. Fossero pure carenti, fossero pure inadeguati. 


Il minore va aiutato lì; assieme agli adulti coinvolti.



BUONA SERATA, CONNAZIONALE LEONARDO, A PRESTO assieme alla TUA autodeterminazione sopra gli affetti TUOI.




Quanto a noi, in relazione alla vicenda del ragazzetto Leonardo, ci è capitato recentemente di leggere e condividiamo volentieri:

queste situazioni drammatiche dunque non verrà mai né dai giudici né dagli psicologi o dagli assistenti sociali
<< (...) L'amore non è un robot né un animale addestrato che ubbidisce ai comandi, non si può imporre con la forza; per esistere; ha bisogno di ascolto, di pazienza e di attesa.
E' un sentimento che ci chiede di crescere, di cambiare, di modificarci continuamente per riuscir ad entrare in relazione profonda con le persone a cui vogliamo bene,

La guarigione da queste situazioni drammatiche dunque non verrà mai né dai giudici né dagli psicologi o dagli assistenti sociali ma soltanto dal rimettere al centro delle nostre vite un'idea diversa di essere umano., considerato non più come cosa ma come creatura in continua evoluzione sulla via della sapienza del cuore. >> ma soltanto dal rimettere al centro delle nostre vite un'idea diversa di essere umano., considerato non più come cosa ma come creatura in continua evoluzione sulla via della sapienza del cuore. >>

(di SUSANNA TAMARO sul Corriere della Sera del 15 ottobre, pag.22)


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