giovedì 30 agosto 2012

quei minatori Sardi parlano anche di noi

di sicuro ne siamo già a conoscenza di quei minatori Sardi che sono scesi nella loro miniera, a rischio di chiusura, a difendersi anche così il loro Lavoro.
Giusto, sbagliato?

la lotta dei minatori sardi pare risultare, più concretamente: lotta per il DIRITTO AL PANE.

Inteso, il  pane, come l'essenziale per ritenersi un Essere umano normale, che assicura tetto e cibo, e magari anche istruzione, a sé stesso e ai propri cari.

E questa condizione, che piaccia o dispiaccia, lo assicura, a noi normali persone, solo un LAVORO dignitosamente equo.

Se non si imboccano strade malavitose personali, o scorciatoie tanto azzardate quanto precarie, il <Pane> lo assicura solo un Lavoro personale.
E in questo senso, i lavoratori Sardi, credo di comprenderli; e di sentirmici anche vicino.
E non vorrei che magari si cadesse nell'eventuale errore di considerarli <retroguardie> di un mondo ancora recente ma presunto perso.

Perso, per ora, forse si.

Ma quei lavoratori, in miniera a esprimere la loro disperazione esistenziale (che poi, non è mica credo che siano scesi per dire, o miniera o morte; credo siano scesi per provare a dire, o Lavoro o morte. Ma l'altro Lavoro eventuale, per essi, dove è?) personalmente ritengo siano invece AVANGUARDIE.

Di un mondo reale anche in Italia che riscopre il suo lavoro come strumento esistenziale. Nel senso pieno del termine.


Il Lavoro, anche in Italia, non credo sia affatto finito come strumento irrinunciabile di vita umana personale; diciamo che, in questi decenni, qui da noi, piuttosto, se non l'hanno ucciso, pare certo <ferito grave>. Ma sono state e restano scelte fantasiose, pretendere di condurre una nazione senza speranza di Lavoro anche personale.


Anche un uomo credo Emiliano, recentemente, dopo una terribile espressione di angoscia di senza lavoro dandosi fuoco dinanzi a Montecitorio, pochi giorni fa spirava. Cessando così la sua esistenza ed i suoi affetti.

Una Classe Dirigente risultata ignava, e non parlo di politica che pure ne risulta in così larga parte la <mosca cocchiera> (quella che stava sull'orecchio del bue impegnato nell'aratura e che si compiaceva sussurrandogli: se non ci fossi io non ce la faresti mai...), risulta avere liquidato il tutto in note di colore.
In effetti, appare difficile rappresentare in bianco e nero un uomo in fiamme.


Ma quell'Uomo non appare, come i Sardi, un dinosauro che si oppone all'estinzione.

Pare invece piuttosto il ragazzo Praghese, Jan Palach era il suo nome fissato per sempre nel sacrificio dell'ammonimento testimoniato (che per inciso causò il mio battesimo d'ingresso nel politico-sociale), che ardendo sulla Piazza di Praga accanto ai Carri Armati della ottusa arroganza, preparava già il Nuovo. Che venne.

Ma in quelle Miniere Sarde, e nella Piazza di Roma, credo che, proprio tramite l'altrui testimonianza di dolore, già si prepari, e si annunci anche incontenibile, molto più del Nuovo, e anche di noi tutti, che non oggi a Montecitorio.


Un affettuoso saluto a chiunque, donna e uomo indistintamente, ritiene e testimonia oggi, ovunque, anche nel suo particolare personale, che non vi può essere nazione, che non vi può essere democrazia reale anche personale, senza un Lavoro equo individuale da poter sognare. E operosamente, anche Realizzare.












giovedì 23 agosto 2012

ma che razza di imbroglio sarebbe mai?




Si fa, recentemente, un gran parlare di Riforma elettorale, qui da noi in Italia. Con andamenti peraltro da ottovolante. Fatta, disfatta, ci siamo quasi, non se ne fa niente, accordo imminente… Questo risulta infatti, nella sua sostanza, il titolare principale nei media di questi mesi.

Apparso accompagnato, contemporaneamente, senza che risulti un minimo pudore di chi risulta impegnato nella costruzione della Torre di Babele made Italy, dalla noticina usuale  sempre accanto che le nostre attuali major della politica partito, si starebbero industriando a mettere a punto il migliore sistema elettorale, dal loro punto di vista evidentemente, che gli garantisca  comunque una forma di maggioranza propria prevalente. Qualsiasi risultato esca eventuale dalle urne.


E già questo, appare alquanto sconvolgente: dopo aver assistito a maggioranze anche inverse che normalmente, in questi ultimi venti anni, giunte a controllare il Parlamento, appaiono essersi rifatte ciascuno, a volta a vola, un sistema elettorale preteso su misura. Per sperare forse di durare meglio qualunque fosse poi il vero livello del consenso.

E siccome in un Paese come il nostro, a crescita zero da quindici anni, e a quasi -3% da oltre un anno poiché <lo stanno salvando>, il consenso vero prevalente appare merce alquanto volatile, accade allora che, qualunque legge elettorale ti confezioni su misura, dopo che l’hai già appena usata efficacemente, scopri che però, adesso, invece ti garantisce nel futuro poco niente.


E se accade di scoprirti in una tale circostanza, che fai, conseguentemente?
Cambi programma, cambi gruppo proprio dirigente, torni magari in mezzo alla tua vera gente?
In genere pare che invece, e ormai da tempo, SI CAMBINO LEGGI ELETTORALI. Sull’istante.

Impresa ardua di per sé farsi un vestito adatto elettorale su misura. Figuriamoci quando ora il <sarto> dovrebbe fare un vestito da poter indossare, con uguale soddisfazione, ad un cliente basso, uno smilzo e alto, e un altro cicciotello.
Potrebbe, allora, pare, anche venire fuori un’ipotesi così.

Come si poteva leggere oggi, a pag.12 del Corriere della Sera in un articolo di Alessandro Trovino e dal titolo:

Riforma elettorale, primo progetto per l’intesa.

E vi si poteva leggere nel corpo dell’articolo citato:

“ “ < (…) Un’idea d’accordo c’è già e prevede un sistema misto, d’impianto proporzionale ma con correttivi maggioritari: i seggi dovrebbero essere assegnati in parte con collegi uninominali e in parte con liste bloccate.
Si prevede anche un premio di maggioranza, che dovrebbe andare al primo partito. E una soglia di sbarramento del 5 per cento o dell’8 in almeno tre regioni (per favorire la Lega).

Se l’impianto è ormai condiviso tra i tre partiti principali, restano da definire diverse cose.
La dimensione del premio di maggioranza, che oscilla tra il 10 e il 15. Il Pd accetterebbe di rinunciare al premio di coalizione ma solo in presenza della quota più alta  (il premio potrebbe spettargli secondo i sondaggi), mentre il Pdl vorrebbe tenerlo basso, intorno al 10%

Altro elemento da definire, la quota di ripartizione tra seggi e collegi, per alcuni intorno al 50 per cento (ma si parla anche di 2/3 collegi e 1/3 listini bloccati. Infine, l modalità di assegnazione dei seggi in compensazione proporzionale e come premio di maggioranza: potrebbero essere assegnati prendendoli dai non eletti delle liste (quindi tra i nominati, messi dai partiti per garantire quadri e dirigenti senza appeal elettorale) oppure ripescati dai migliori perdenti dei collegi. (…) >


Senza alcun riferimento al giornalista citato, e il quale anzi, risulta avere fatto più che del suo meglio efficace provando a <nuotare> dentro un altrui risultato intruglio: MA CI AVETE CAPITO NIENTE SU COME VORRANNO FARCI VOTARE?


Eppure, se c’è una cosa che dovrebbe risultare semplice e lineare, risulta proprio il SISTEMA ELETTORALE.

Perché tutti, delle e dei connazionali vi si debbono indistintamente poter esprimere, tutelare e comprendere agevolmente ed agevolmente  anche saper usare.


Questa volta, che facciamo, una deroga all’uno solo per volta in cabina elettorale, ed assegniamo, un tutor di complemento, nel seggio, e che ci segue fin nella cabina consultando il libretto del regolamento che intanto ci sussurra nell’orecchio? E chi non sente? Gli vota direttamente l’esperto?


Andiamo allora, a chiedere soccorso alla Costituzione nostra vigente:

Art. 48 (…) il voto è personale e uguale, libero e segreto (..)


Intanto, ecco finalmente un articolo scritto ben in chiaro. E che chiunque comprende certo bene. Evidentemente, i padri costituenti non avevano l’odierno problema di mancanza di consenso da provare a nascondere con parole a volte parse oggi altrove quasi un non senso.


Letto, e chiaro l’articolo costituzionale vigente, alcuni dubbi tuttavia divengono impellenti:

Se il voto è personale e UGUALE, come fa l’articolo costituzionale ad andare d’accordo con i premi eventuali?
Perché, se il mio voto finisce a valere doppio, con il Premio ottenuto, come mai farà ad essere uguale al voto tuo rimasto non premiato?


Se il voto è personale e UGUALE, come fa l’articolo costituzionale ad andare d’accordo persino con lo sbarramento?
Perché, se il mio voto personale che esprimo, poi lo annulli in quanto ritenuto inferiore ad uno sbarramento preteso ora d’accesso, come mai farà ad essere uguale al tuo che invece designa tranquillamente un eletto?


Se il voto è personale e uguale, LIBERO E SEGRETO, come mai farà l’articolo costituzionale ad andare d’accordo con liste che altri mi confezionano già bloccate, dunque non tanto Libere, e forse neanche tanto Segrete anche nel loro  risultato?


Come dicono? Sono solo piccolezze di dettaglio irrilevante?

Arbitro, ..Arbitro….. ma dove è finito l’arbitro che qui pare stiano facendo goal anche con le mani….


lunedì 20 agosto 2012

Ci riproviamo un'altra volta?


Ci riproviamo un’altra volta. Pare proprio di si.

Guardiamo infatti cosa si poteva vedere titolato a pag. 3 del Corriere della Sera di domenica 19 agosto corrente:

L’INFLAZIONE A DUE CIFRE DELLE FAMIGLIE

E si poteva poi leggere nel corpo del medesimo richiamato articolo a firma di Melania di Giacomo:

<(…) Secondo l’Istat l’inflazione è in discesa al 3,1%, ma se si va oltre i beni previsti nel <<paniere>>, è evidente che l’aumento dei prezzi è notevolmente più alto.

L’elenco è lungo, a cominciare dai rincari subiti nel settore dell’energia: da luglio 2011 a luglio 2012 le tariffe per luce e gas (beni energetici regolamentati) sono aumentate – dice sempre l’Istituto di statistica – del 13,6%, quelle dei carburanti (beni non regolamentati) del 10,5%. Ed è facile verificalo, per esempio, nel luglio dello scorso anno la benzina verde costava 1,6 euro mentre oggi per effetto degli aumenti dei costi e delle accise sfiora l’1,90 euro.

Le bevande alcoliche, le sigarette e gli altri tabacchi, pure colpiti dall’aumento delle accise, in un anno sono rincarati del 7,1%, addirittura del 29% il tabacco sfuso.
Ma questi possono anche essere considerati beni superflui.

Non è così invece per il cosiddetto carrello della spesa, gli acquisti che, secondo l’Istat, facciamo con maggiore frequenza perché indispensabili. Sono aumentati ben più della inflazione, nell’ordine del 4% l’anno.

E se si osserva che anche gli stipendi sono al palo, il reddito disponibile in termini reali cala del 2% su base annua, tornando ai livelli di 10 anni fa.

Federconsumatori e Adusbef, hnno provato a fare una stima dei rincari: si tratta – dicono – di 2.333 euro a famiglia, sommando anche l’Imu, le assicurazioni, i servizi bancari e le spese alimentari; le cifre incasellate attesterebbero l’inflazione al 5,5-6%. (…) >


Adesso, forse risulterà meglio comprensibile il titolo prescelto a questo blog: Ci RIPROVANO?

E perché mai una simile convinzione, in base proprio delle su riportate notizie e dati?


Intanto, constatiamo, che l’indice di inflazione che rileva l’Istat, non appare rispondere alla effettiva inflazione vissuta nel reale da famiglie e persone italiane.
Probabilmente la ragione risiede nel paniere rilevato. Essendo evidente che se rilevo l’aumento dei costi di un aeroplano, ma non rilevo l’aumento dei costi per fare esempio, di un treno, avrò un dato non reale per il costo vero della vita individuale.
Comunque, l’inflazione nazionale risultata rilevata, e quella reale personale della persona normale, appaiono avere ormai stabilmente divorziato da alcuni decenni.
L’una va in montagna, e l’altra, pare…al mare.


Proprio questo pare aver consentito la brutale svalutazione interna italiana post ingresso in euro.

Ricordate?

Il governo poneva a base, per anni, dei conti pubblici l’inflazione <attesa>, e su quella base regolava anche gli aumenti contrattuali retributivi. Poi, risulta si dicesse a fine anno, abbiamo sbagliato, ma…di uno zero virgola
In questo modo il valore retributivo salariale – ed il potere di acquisto dei redditi fissi in specie pensionati italiani – risultano essere stati più che dimezzati in un decennio dal valore reale precedente.

Infatti, mentre viaggiavamo tra inflazione stimata e poi inflazione <rilevata> più o meno uguale, il valore dell’Euro italiano interno risulta si stesse dimezzando, se non anche oltre, proprio per la contemporanea esplosione dei prezzi interni italiani. Chi non ricorda il prezzo del giornale in lire? 250? Siamo a equivalenti oggi 2300 ex lire.
Ma il pane comune a 1 euro oggi al kg,, fa pur sempre 2000 vecchie lire…

Se l’inflazione nazionale avesse rilevato quella autentica incontrastata esplosione dei prezzi interni pluriennale, forse pare avrebbe finito per attestare una inflazione nazionale reale di periodo non inferiore al 15-20% annuo.


E come mai la rilevazione della effettiva inflazione interna non risulta mai essere emersa?

Perché, pare potersi infatti così concludere, è stata proprio quella apparsa <omissione> a dimezzare, nei fatti, il costo del Lavoro italiano pro capite dopo il nostro ingresso in euro.

Tutti zitti, tutti risultati compunti a vedere il <gregge italiano> parso in fila alla <mattanza>….


Ed appare da lì, e non su balle varie, che la crescita italiana si è fermata e spenta. Senza più riprendersi da allora.

Per la banale ragione che, a quella che risultava allora la parte prevalente di popolazione italiana, è stata asportata, a favore di altri, più o meno la metà della <ricchezza> personale precedente.
Mentre quella stessa ricchezza, grazie ad un Fisco rimasto iniquo e inconcludente, si spostava tutta proprio sui redditi evasi. Così rilevandosi tra altro che in Italia, il Fisco, non manca per casuale accidente. MA PER SCELTA ALTRUI LUCIDA E COSCIENTE.


Proprio la mancanza di Fisco risulta infatti aver consentito a redditi in prevalenza d’evasione di poter <gonfiare> a piacimento i prezzi senza pagarne alcun proprio diretto pegno successivo nelle aliquote dei redditi propri conseguenti a quegli stessi aumenti.
Del resto, e non per caso, in quegli stessi decenni, la ricchezza nazionale ha potuto così concentrarsi in circa il 55% sul solo circa 10% di connazionali. Risultati però, e tuttora, prevalentemente esenti. Fiscalmente. Tutto si tiene Anche nei saccheggi e nella messa a <ferro e fuoco> nei villaggi…

E, adesso?

Appare di potersi dire che, senza far grande torto all’evidenza, pare proprio ci risiamo.


Partiamo proprio dai dati esposti in premessa e letti sul Corriere.

L’inflazione rilevata viene detta in <decrescita>, intorno al 3%.

Ma l’inflazione reale, viene documentato, si aggira attorno al 4%. Per altri centri di rilevazione tuttavia, ci dice il medesimo articolo, saremmo almeno già al 5,5-6%..
E poiché questo andamento dell’inflazione reale si accompagna all’andamento contemporaneo dei salari che intanto sono calati di loro parte del 2% annuo, potremmo pare tranquillamente concludere che il potere d’acquisto dei salari risulta già essersi ridotto del 7-8% annuo (5.6% d’infazione reale + -2% di valore salariale).

Se a questo aggiungiamo che le pensioni sopra 1400 € sono state appena deindicizzate dal governo (cioè non più protette dall’inflazione), pare possiamo concludere che anche tutte le pensioni si avviino a perdere adesso già un 7-8% di loro valore annuo precedente.

Così non diviene insensato pensare che salari e pensioni, aggredite da un processo inflazionistico reale anche se non risultato ufficiale, lasciate a quella stessa spinta e destino attuale, in un quinquennio si troverebbero a perdere un 40-50% del loro attuale valore.


Ed ecco perché allora pare emergere in filigrana, PERCHE’ CI RISIAMO.

Un assetto di gestione, preteso sfrontatamente <salvaitalia>, risulta avere altresì imboccato la stessa strada disperata, e indecente, di lasciare intatti tutti i privilegi attuali e già precedenti: MA DI PERSEGUIRE UN RILANCIO DELLA NOSTRA COMPETITIVITA’, E DEI CONTI DI BILANCIO, SOLO GIUNGENDO, E PER VIA DI INFLAZIONE VOLUTA, AL DIMEZZAMENTO DI NUOVO DEI REDDITI FISSI INTERNI.

Tutto questo, appare già, purtroppo, di una evidenza palmare.

E pare rendere altresì già comprensibili ed evidenti, alcune, altrimenti, incomprensibili anomalie comportamentali.

Come sarebbe altrimenti possibile che una gestione come l’attuale, apparsa nelle singole persone di certo non mediocre anche professionalmente, sia potuta incorrere nell’errore <rovinoso> di scatenare volontariamente l’inflazione interna con i propri stessi provvedimenti?

Come sarebbe altrimenti possibile che quella medesima gestione interna già da subito si cautelasse deindicizzando le pensioni e lasciando decrescere i salari, mentre accendeva essa stessa l’inflazione tendenziale reale verso le due cifre?

Come sarebbe altrimenti possibile che questa medesima gestione interna attuale, così prodiga di decreti su tutto, non avviasse da subito, e immediatamente, la contemporanea messa a punto di un Fisco interamente nuovo, equo, ed EFFICACE. E questo accade mentre si lamenta di non avere soldi nel bilancio…


Dando per reale questo apparso lucido percorso – ma nel caso apparso anche ferocemente Reazionario allo stesso tempo – si comprende bene che, a questa gestione, occorra tempo. Minimo infatti, pare accorrano almeno cinque anni, per raccogliere gli effetti risultati attesi. Di DIMEZZAMENTO AVVIATO SUI REDDITI FISSI E DA LAVORO.


E come può essere accaduto, e risulta accada tuttora , che tanti <Sensori> sociali che dovrebbero dare allarmi proprio oggi continui, e fragorosi, tacciano oggi invece?
Ciascuno, su di questo aspetto apparso anche esso così cruciale al nostro oggi, si sarà fatto, e si farà una propria personale idea al riguardo.
Certo, appare particolarmente inquietante che oggi, in Italia, non risultino più presenti e funzionanti i comuni  <sensori> politico e sociali sia di allarme che di effettive alternative di programmi di governo.

Ma, a questa medesima attuale gestione, pare essersi prodotto un <accidente> nel percorso prefisso: la politica economico sociale risultata in attuazione, con la sua brutale riduzione mirata della ricchezza reale, HA PRODOTTO intanto RECESSIONE. -3% circa sul 2012.

La peggiore gestione, e risultato gestionale della intera storia recente repubblicana, pare potersi dire.
La Ue attuale, risulta applaude. Ma i mercati finanziari mondiali pare intanto scappino via di corsa da un <siffatto> debitore. ECCO IL VERO SPREAD CHE CIONDOLA SOPRA E SOTTO 500 di differenziale proprio adesso.

Non è solo speculazione, come vorrebbero farci credere anche al momento.
Appare piuttosto, la scoria radiattiva di una esplosione volontaria provocata all’interno della economia nazionale italiana.


E gli italiane ed italiane?

Faranno, come sempre, quello che meglio riterranno.


Quel che appare veramente importante appare, tuttavia, che possano risultare consapevoli che si avvicina a noi uno di quei passaggi <epocali> nelle proprie personali scelte.

Se sarà Programma di Rilancio veramente alternativo – e del tutto possibile – sarà un percorso di rilancio.

Ma se la Rendita Parassita nazionale risulterà guadagnare un altro quinquennio di saccheggio sul <villaggio itaia> risultato mantenuto inerme, il degrado economico e sociale interno potrà risultare così avanzato, e scomposto, da rendere molto più complesso e difficile un successivo rilancio di Sviluppo equo.


BASTA SAPERLO. E, TENERNE MAGARI ANCHE CONTO.

L’Italia, pare ormai chiamata a reagire, democratica e non violenta, sulle proprie oligarchie già in decadenza.
E questo, appare opportuno farlo adesso.



lunedì 13 agosto 2012

E io ci provo (aiutami, traduttore)


A tutti gli uomini e le donne di tutte le età, italiani e del mondo, che condividono la speranza di un futuro più prospero nel Lavoro, per il 15 agosto che noi italiani chiamiamo FERRAGOSTO,

BUON FERRAGOSTO

Da http://www.kitfaidate.com e
   da questo blog.



E adesso, mi affido a <traduttore>, e spero che sia questa la traduzione in alcune delle lingue che mi propone. 
L’intenzione, è di salutare tanti nella loro stessa lingua: rimane comunque il testo originale in italiano a chiarire il pensiero originale.

Con grande affetto comunque a tutte e tutti, il ogni Paese del mondo.




To all the men and women of all ages, Italians and the world, who share the hope of a brighter future in the job, to August 15 that we Italians call AUGUST,
GOOD August 15
From http://www.kitfaidate.com and
    from this blog.



Pour tous les hommes et les femmes de tous âges, des Italiens et le monde, qui partagent l'espoir d'un avenir meilleur dans le travail, au 15 Août que nous les Italiens appellent AOÛT
BON Août 15
De http://www.kitfaidate.com et
    à partir de ce blog.



An alle Männer und Frauen aller Altersgruppen, Italiener und der Welt, die die Hoffnung auf eine bessere Zukunft in den Job zu teilen, 15. August, dass wir Italiener AUGUST nennen,
GUTE 15. August
Von http://www.kitfaidate.com und
    aus diesem Blog.



Для всех мужчин и женщин всех возрастов, итальянцы и в мире, которые разделяют надежду на светлое будущее в работе, 15 августа, что итальянцы называют АВГУСТА
ХОРОШИЙ 15 августа
С http://www.kitfaidate.com и
    из этого блога.



A todos los hombres y mujeres de todas las edades, los italianos y el mundo, que comparten la esperanza de un futuro mejor en el trabajo, al 15 de agosto que los italianos llaman agosto,
BUENA 15 de agosto
Desde http://www.kitfaidate.com y
    de este blog.



所有的男人和婦女的青睞意大利和世界誰共享一個光明的未來在就業的希望815日呼籲我們意大利八月
不錯815
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   從這個博客。



ジョブ内の明るい未来の希望を共有するすべての年齢、イタリアと世界のすべての男性と女性に、私たちイタリア人は8月を呼び出すことが815日に、
815GOOD
http://www.kitfaidate.comから
   このブログから。



إلى جميع الرجال والنساء من جميع الأعمار والايطاليين والعالم، الذين يشتركون في أمل في مستقبل أكثر إشراقا في هذا المنصب، وحتى 15 أغسطس أننا الإيطاليون استدعاء أغسطس،
جيد 15 أغسطس
من http://www.kitfaidate.com و
    من هذا بلوق.



לכל הגברים והנשים בכל גיל, האיטלקים את העולם, חולקים את התקווה לעתיד טוב בעבודה, כדי 15 אוגוסט שאנחנו האיטלקים מכנים אוגוסט,
טוב אוגוסט 15
מ http://www.kitfaidate.com ו
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Til alle menn og kvinner i alle aldre, italienere og verden, som deler håpet om en lysere framtid i jobben, til august 15 og som vi italienerne kaller AUGUST
GOD 15 august
Fra http://www.kitfaidate.com og
    fra denne bloggen.



Σε όλους τους άνδρες και τις γυναίκες όλων των ηλικιών, οι Ιταλοί και τον κόσμο, που μοιράζονται την ελπίδα για ένα καλύτερο μέλλον στην εργασία, τον Αύγουστο του 15 ότι εμείς οι Ιταλοί αποκαλούν Αύγουστο,
ΚΑΛΗ 15η Αυγούστου
Από http://www.kitfaidate.com και
    από αυτό το blog.




Aan alle mannen en vrouwen van alle leeftijden, Italianen en de wereld, die delen in de hoop op een betere toekomst in het werk, tot 15 augustus dat wij Italianen augustus noemen,
GOEDE 15 augustus
Van http://www.kitfaidate.com en
    van deze blog.



Pentru toţi bărbaţii şi femeile de toate vârstele, italienii şi lume, care împărtăşesc speranţa unui viitor mai luminos, în locuri de muncă, până în august 15, consideră că italienii ne numim august,
BUN 15 august
Din http://www.kitfaidate.com şi
    din acest blog.




Pentru toţi bărbaţii şi femeile de toate vârstele, italienii şi lume, care au speranţa unei mai prosper şi echitabil, şi 15 august - august italienii numesc.
BUN FERRAGORSTO
Din http://www.kitfaidate.com şi
    din acest blog



Для всіх чоловіків і жінок різного віку, італійці і в світі, які поділяють сподівання на світле майбутнє в роботі, 15 серпня, що італійці називають СЕРПНЯ
ХОРОШИЙ 15 серпня
З http://www.kitfaidate.com і
    з цього блогу.



Pro všechny muže a ženy všech věkových kategorií, Italové a ve světě, kteří sdílejí naději na světlejší budoucnost v zaměstnání, do 15. srpna, že jsme Italové nazývají srpna,
DOBRÝ 15.srpna
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Till alla män och kvinnor i alla åldrar, italienare och världen, som delar hoppet om en ljusare framtid i arbetet, till 15 augusti som vi italienare kallar augusti,
BRA 15 augusti
Från http://www.kitfaidate.com och
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Për të gjithë burrat dhe gratë e të gjitha moshave, italianët dhe botës, të cilët ndajnë shpresën e një të ardhme të ndritshme në punë, në 15 gusht se ne italianët e quajnë gusht,
MIRE gusht 15
Nga http://www.kitfaidate.com dhe
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Para todos os homens e mulheres de todas as idades, italianos e do mundo, que compartilham a esperança de um futuro melhor no trabalho, a 15 de agosto que os italianos chamam de agosto,
BOA 15 de agosto
De http://www.kitfaidate.com e
    a partir deste blog.



PER LE ALTRE TANTE LINGUE MANCANTI, E CHE NON TROVO, SI CONSIDERINO TUTTE ANCHE ESSE CITATE

FOR MANY OTHER LANGUAGES MISSING AND NOT FOUND, consider CITED



BUON FERRAGOSTO MADE ITALY





mercoledì 8 agosto 2012

sotto l'omblellone

Agosto di per sé, suggerirebbe una pausa. Anche del pensare.
Ma come mostrano le convulsioni della nostra dirigenza politica a livello interno ed internazionale, forse non sarebbe male concederci qualche tranquilla riflessione anche ad agosto. Anche mentre siamo al mare. O in montagna. O a casa, e... anche per molti.

Appare infatti così veloce il propagarsi dell'incendio economico e politico nazionale, da rischiare di trovarci impreparati a qualche nuova, ancora più grave convulsione.


PERCHE' UNA COSA APPARE COMUNQUE EVIDENTE. nonostante la generosa indulgenza mediatica nostra apparsa prevalente.

LA CLASE DIRIGENTE NAZIONALE, IN SPECIE QUELLA DEI PRESUNTI SALVATORI, RISULTA, IN REALTA', IN PREDA A PANICO DA SCONFORTO DI RIMEDI.
E quando si risulta così <sconfortati>, può anche capitare qualche <cedimento> di nervi e anche nelle pubbliche funzioni. Dentro una nostra democrazia che appare, e non certo da oggi, godere di pessima manutenzione.


La domanda che allora credo dovremmo proporci, sotto anche un ombrellone, appare:

MA LA MALATTIA ITALIANA VERA, QUALE E'?

Appare infatti indubbio che, qualsiasi cura, anche la migliore, potrà risultare si o no efficace, e persino dannosa, se non affronta la vera malattia reale.

Penso che subito ci risponderebbero in coro, accompagnato da tanti media anche se non festanti: MA NON E' CHIARO?
SIAMO AMMALATI DI DEBITO E SPREAD.


E tuttavia, invece, non appare essere proprio così.

E' vero, abbiamo un Debito risultato ancora oggi a livelli complessivi insensati.

E' vero, abbiamo uno spread che ci divora risorse collettive in quantità immensa.


Ma non possiamo evitare di vedere, ritengo, che se nel quindicennio passato avessimo avuto una crescita di pil nazionale anche se solo mediamente del 2%, avremmo un debito pubblico italiano non al 124% circa come oggi è. Ma, solo con quello sviluppo, che è invece totalmente mancato, saremmo, oggi, ad un <tranquillo> circa 100%, se non ancora meno.


E come mai?

Il debito si rapporta in percentuale allo sviluppo della medesima nazione e insieme, compongono una frazione: minore sviluppo, il per cento del debito già così cresce. Anche se non spendi niente. Come pare sappia ormai bene anche questo governo.

Di contro, se cresci, anche se spendi un po di più, il percento di debito decresce.

Miracolo, o disastro, di uno dei due componenti della medesima frazione: Debito su Crescita della economia nazionale.

Si può ben immaginare cosa sia capitato a quel differenziale così vitale, in una nostra nazione che da quindici anni <galleggia> con virgole al disopra dello ZERO.


E va bene, ma siamo allora ammalati di spread, pare evidente, credo replicherebbero in molti.

Non appare proprio così, neanche ora. Ritengo.

Lo spread, per quanto risultato <manipolato> ultimamente dalla stessa Ue, alla fine, è solo un indicatore della FIDUCIA internazionale verso una data nazione. E verso la sua economia.

Lo spead attuale italiano appare oggi assai alto, e potrebbe ancora impennarsi assai e prevedibilmente, perchè i capitali internazionali mostrano di non avere fiducia nella economia italiana.


E perché mostrano di non aver fiducia?
PERCHE' L'ECONOMIA ITALIANA, CHE NON CRESCE, anzi, oggi, DECRESCE addirittura...  - 2,6% sul 2012 ad essere ottimisti.


Adesso forse, incrociando i sintomi più gravi, anche sotto l'ombrellone, ed anche senza essere <di mestiere> salvatori, penso che le idee ci possano apparire un po a tutti noi più chiare:

LA VERA MALATTIA ITALIANA APPARE LA MANCANZA DI CRESCITA e ormai ventennale.
e che gli attuali <medici> più o meno risultati titolati, hanno persino aggravata: AVENDO <SBAGLIATO> LA DIAGNOSI.

Risultano infatti ancora curare il sintomo Spread, nell'idea che la malattia vera sia solo Debito.

Ma proprio perchè risulta abbiano sbagliato diagnosi, la MALATTIA peggiora, anche con dosi massicce di farmaci <fiscali>; i quali, infatti, non risultando specifici al male vero, aggravano solo lo stato del paziente. Come si vede bene in specie proprio adesso.


DUNQUE LA MALATTIA ITALIANA VERA, RISULTA MANCANZA DI SVILUPPO DELLA ECONOMIA ITALIANA.
che poi si manifesta nel sintomo certo non banale dello spread galoppante (come una febbre da malaria); e del debito pubblico che emerge crescente anche mentre tagli.


E come abbiamo contratto questa malattia economica e sociale così grave per qualsiasi nazione attuale, e ormai divenuta da noi cronica in un arco costante ventennale?


Tra tanti difetti e carenze dello Stato e della nostra società economica e civile, che chiaramente esistono e si sono anzi sempre più aggravate, il Virus che ci <infetta> tutti e ormai da tanto tempo, risulta: LA DISTRUZIONE DEL LAVORO EQUO E DELLA SPERANZA DIFFUSA DI TROVARLO; E IL CONSEGUENTE CROLLO DI RICCHEZZA INDIVIDUALE PER TROPPA PARTE DI NAZIONE PREVALENTE.


In altre parole, se la parte più numerosa di una nazione non ha sufficienti occasioni di Lavoro, e se non ne trae dal proprio Lavoro redditi anche personali sufficienti, QUELLA NAZIONE NON CRESCE.

E questa risulta appunto l'Italia nostra attuale.


Ma, allora, <i medici> attuali e passati, erano tutti incapaci?

Non credo proprio, sia solo così. Ad esempio, nella nostra attuale guida di governo non credo manchino in prevalenza competenze.

Il fatto è, cosa che ormai appare evidente, che la Distruzione del Lavoro, sia offerto che prestato che infatti sono nella stessa sorte, non appare un imprevisto incidente di percorso: MA PIUTTOSTO UNA SCELTA TANTO LUCIDA QUANTO COERENTE VENTENNALE.

In altre parole, l'Italia, nella sua classe dirigente in larghissima prevalenza risultata anche solidale, ha distrutto volontariamente il suo LAVORO, quale fonte principale di redditi, coesione, legittimazione anche istituzionale.
ED A UNICO FAVORE DELLA RENDITA PARASSITA NAZIONALE.


Il primo colpo <mortale> ai redditi da lavoro e fissi in generale, vedi pensioni <normali>, è stato infatti inferto, per così dire a tradimento, in quanto non è stato mai ancora pubblicamente tra noi ammesso, con il nostro ingresso in Euro.
Un cambio d'ingresso risultato molto sopravvalutato (2 Lire x 1 Euro), è stato lasciato lievitare, e anche incoraggiato pare, da una selvaggia svalutazione subito successiva dell'Euro italiano interno: SVALUTAZIONE CHE RISULTA IN QUESTO MODO ESSERSI ALFINE ATTESTATA OLTRE IL 50% DEL POTERE DI ACQUISTO MONETARIO PRECEDENTE.


Allora la gran prevalenza del reddito italiano era ancora LAVORO.

Appare chiaro, pertanto, quale immenso potenziale recessivo abbia attivato una sottrazione di ricchezza di questa portata alla popolazione risultata prevalente: Lavoro e Pensioni normali o medie.


E come mai, nessuno risulta avervi messo bocca in così tanto tempo?

Sostanzialmente, poichè, da allora, la nostra politica economica e sociale nazionale appare sostanzialmente condivisa e consociata, chiunque ci governi.

Si sono infatti alternate, nel tempo, maggioranze e diversi di governi: ma la barra della <rotta> nazionale risultata impresa con l'ingresso in Euro, non appare mai mutata.

Cambiano, è vero, al cambiare delle maggioranze, gli <accenti> sui più tartassati; o più <beneficiati> alternativamente.

Ma non cambia la scelta che rimane tale: CONCENTRARE LA RICCHEZZA NAZIONALE REALE IN POCHISSIME MANI E SEMPRE PIU' RIDOTTE.

tanto che, oggi, abbiamo oltre il 50% della intera ricchezza nazionale concentrata in poco più del 5% di popolazione. Una condizione socio economica nazionale, ormai, risultata quasi, da Francia pre rivoluzione.


Dunque, l'Italia, entrando in Euro - e con compiacente  quanto interessata condiscendenza Ue in tutto questo tempo - risulta aver colto l'occasione di un <regolamento> interno sociale che pare avere unici esempi economicamente più brutali di questo solo nel ventennio di camice nere.


Se a questo poi vi aggiungiamo un Fisco nazionale volutamente mantenuto vago e inesistente, e che infatti non tassa i redditi reali, ma solo praticamente quelli fissi di pensione e Lavoro, LA MANOVRA RISULTATA, nei fatti,  REAZIONARIA E COSTANTE E SUBITA DAL PAESE APPARE PLATEALE.


Ecco infatti che la medesima Italia, quella con il 55% della intera ricchezza nazionale nelle mani di circa il 5% di popolazione, RIVELA CONTEMPORANEAMENTE, OGGI, SOLO 30MILA CONTRIBUENTI CON REDDITO DICHIARATO SOPRA 150.000 EURO!

Ma le vicende, pare si vendichino.

Accade allora, che la sfiducia, ed anche altrui manovre internazionali, attacchino con lo spread - il costo di collocazione del debito - il debito pubblico italiano. apparso infatti senza vere difese pe mancanza di SVILUPPO.


E che accade?
Il governo precedente si ritira: e si passa anche apertamente a una GESTIONE CONSOCIATA DI GOVERNO.

Il cosiddetto Governo Tecnico:


E perché mai, un governo ancora in carica cede il passo volontariamente, e perché mai una opposizione apparsa al momento prevalente di consensi, così, di colpo, si mettono ASSIEME nel Governo Tecnico?

Per senso di responsabilità, credo, ci risponderebbero.

NON CREDO PROPRIO, penso si possa dire, osservando anche solo il prima e il dopo.


Più ragionevolmente, si direbbe perché, adesso, entrambi gli schieramenti consociati si trovano nell'esigenza - PROPRIO PER AVER SBAGLIATO LA DIAGNOSI ECONOMICA E SOCIALE - di dover colpire, ora, entrambi, e brutalmente, anche i propri stessi, già più ferventi aderenti.


E chi glielo va a dire, a questo punto, ai propri stessi migliori aderenti, che la <mattanza> prevista non li esenta?

Ma è chiaro, ci va IL TECNICO.

A saccheggiare il villaggio intero senza <prede> ritenute esenti.

E adesso, l'economia, privata di nuovo e fiscalmente di un simile volume di ulteriore ricchezza comunque collettiva, buona o no che fosse, APPARE NATURALE CHE DA ZERO DI PIL SI INABISSI SOTTO. LO ZERO.


I <Tecnici> sono stati colti di sorpresa alla cista del <guaio>? non direi, neanche adesso.


I tecnici, e i veri attori che peraltro restano i Partiti attuali che tuttora li sostengono decisivi in ogni loro provvedimento, risultano aver fatto una scelta ulteriore apparsa a dire il vero anche un po <folle>.

Diamo una stangata fiscale feroce al villaggio che intanto ci consenta di non <scappare via> come già verso Pescara un tempo non troppo remoto: e, poi, subito dopo, su questa base di <auto razzia> interna, CONVINCEREMO LA UE A COMPRARCI IL DEBITO. E SAREMO, a quel punto, A POSTO.
per un altro ventennio almeno. E, senza aver dovuto neanche cambiare veramente niente. Di condotte, e di beneficiati. E di tartassati.


MA, LA UE, E LA GERMANIA ufficiale pagatore destinato, pare non ci stà.

Ecco la <disperazione> Tecnica attuale, che pare sottintendere: E, ADESSO, CHE FACCIAMO?


Poi, l'idea che nel caso appare magari anche geniale:
corriamo alle elezioni anticipate, prima della ulteriore stangata <mortale> nazionale che ci imporrà, in queste condizioni, inevitabilmente l'esterno.
Ci prediamo un po di voti supersiti - finchè ci sono - grazie magari a una legge elettorale pensata su misura per dei <senza consenso>, e, reinsediati forse così di nuovo, faremo allora tutto quel che ci tocca di fare in tutta tranquillità, almeno per un quinquennio....

MA....

Pare, tuttavia, che l'idea geniale eventuale, risulti si sia incagliata in pratica da subito: COME IN OGNI NAVE CHE AFFONDA E L'EQUIPAGGIO INANTO SCAPPA.

E adesso, in carenze di scialuppe, CHI TRA NOI SI SALVA?
Che pare evidente che, non ci si entri tutti.


La zuffa eventuale, su quel e adesso chi si salva> pare essere già iniziata tra la classe dirigente politica economica italiana attuale.
Con vicende che conosce bene qualunque temuto naufragio imminente:
I fuggiaschi si azzuffano, sfasciano gommoni e salvagente, contendendoseli pubblicamente. E la rissa, già così, si rivela crescente.


Ma...

Come nei grandi drammi collettivi, il numero enorme di passeggeri a bordo, comincia a chiedersi, sempre più allarmato, che sorte attenda con quell'equipaggio apparso letteralmente in preda a panico di solo <autosalvataggio>.
sempre di più vedono la grande nave che si inclina, luci che si spengono, acqua che sale in molti luoghi di livello.
eppure, i passeggeri, non cedono al panico.
Anzi, appaiono come quasi liberati nel vedere apertamente la <pochezza> del proprio stesso equipaggio.
Sulla nave, pare iniziare un crescente passaparola tra gli stessi passeggeri: ti intendi di elettricità...come te la cavi coi motori?...quante provviste abbiamo ancora?.. chi se ne intende di timoni e telecomunicazione?....

E, per incanto, la grande nave si anima, anche senza partecipazione di equipaggio che scappa. La nave non è persa, intanto, corre di bocca in bocca.
Lasciateli scappare, che ci muoveremo ancora meglio, per salvarla. Senza zavorre spaventate e inefficaci.

Le ultime scialuppe, di un equipaggio che scappa, ancora litigandosene il posto, scendono balzelloni lungo le fiancate...
ma. tra i passeggeri, Donne, Uomini, Ragazze e Ragazzi e anche bambini, non c'è panico, non c'è sgomento. Sorridono persino, nel vedere qualche <scialuppa di fuggiaschi> rovinare in acqua strappate le funi per <carico> eccessivo.

Qualcuna delle scialuppe, comunque, arriva in acqua.


Poichè pare si attendano che la grande nave, si impenni da un momento all'altro, e poi, inabissi, cercano anche di allontanarsi con ogni mezzo e forza. Sinanche remando alcuni con le nude mani.


Ma che accade, ora?...

la grande nave vira, vira incredibilmente. E si allontana essa da scialuppe e gommoni messi in acqua.
Incredibilmente, ora si rimette in asse. Sul mare. I fumaioli indicano <a tutto vapore> a bordo, con quell'equipaggio di fortuna di Donne e Uomini di sola buona volontà.

Ma che fa, ancora adesso, si chiedono le scialuppe a bocca aperta.

Alza il gran pavese della sua Bandiera e su ogni livello; suona le sirene a tutta forza, ma non sono allarmi, sono suoni di allegria prorompente e condivisa a bordo.

La nave si allontana sicura all'orizzonte: E' salva!...
e con tutti i suoi passeggeri alacremente affaccendati a gestirla, risistemarla e ripulirla....


buon ferragosto, Italia, 

e, con te, ad ogni italiana e italiano, e di ogni età, di buona volontà..

























martedì 7 agosto 2012

sono esterefatto. Anzi, impietrito

Sono esterefatto!

Monti a Der Spiegel:
<(...) Se avessi dovuto tenere in considerazione le posizioni del Parlamento italiano, dal quale avevo avuto indicazioni di far passare gli eurobond, NON AVREI DOVUTO DARE IL CONSENSO ITALIANO NELL'ULTIMO CONSIGLIO EUROPEO. (...)>

(da Corriere della Sera di Andrea Garibaldi, pag.2, 6 agosto)

Ma si sono resi conto al Parlamento italiano di quel che risulta gli viene detto al suo indirizzo via intervista? non è che risulti per caso violazione confessa eventuale ai poteri di un Organo costituzionale sovrano sul governo?



sono impietrito!

e ci ritorna pure sopra, ove non fosse già ben chiaro.

Monti a Der Spiegel:
<(...) ogni governo ha il dovere di guidare il proprio parlamento>, perchè se i governi ESEGUISSERO <<ESLUSIVAMENTE LE DECISIONI DEI PARLAMENTI, la rottura dell'Europa sarebbe più probabile della sua integrazione>> (...)
(da Corriere della Sera di Andrea Garibaldi, pag.2, 6 agosto)

p.s. - la parte di testo in maiuscolo è di questa trascrizione altrimenti letterale.


Siamo forse ritornati allo Statuto Albertino da chi siede in Senato in effetti per poteri risultati già regi?


E il parlamento italiano che fa? critica i tedeschi che, grazie a iddio, fischiano in coro siffatte concezioni costituzionali del nostro premier?

E la libera informazione italiana che fa, dinanzi a questo che risulta una plateale concezione alternativa all'attuale assetto costituzionale parlamentare italiano?

E noi, pubblica opinione italiana, non abbiamo niente da dire al riguardo?
Via la preferenza, via la scelta degli eletti, adesso andremo anche a via parlamento che non risulta esattamente un indirizzo da stradario urbano?


INTANTO IN GERMANIA, per fortuna rispondono anche per noi:

<<Le decisioni dei governi devono avere una legittimità democratica. La cancelliera è consapevole che in Germania i testi di legge devono essere sostenuti dal Parlamento, che deve essere coinvolto nella loro elaborazione>>
E' con questa frase che il portavoce di Angela Merkel <<sconfessa>> le dichiarazioni di Monti allo Spegel. (...)

(corriere della sera, 7 agosto 2012, pag.5. di Mara Georgolet)


E QUESTA VOLTA, GRAZIE CANCELLIERA, ANCHE PER NOI










lunedì 6 agosto 2012

monete uniche e costituzioni sovrane nazionali

Domenica scorsa 5 agosto corrente, l'editoriale di prima pagina del Corriere della Sera, e a firma di Ernesto Galli della Loggia, risultava sollevare alcune grandi nostre questioni italiane collegate alla nostra attuale crisi economica ed ai livelli come emersi del nostro spraed di interessi sulla collocazione di debito pubblico.

Non intendo interpolare opinioni personali a quel che scrive già l'autore. Sia per il rispetto al suo pensiero, sia anche perchè risulta dotato, appunto l'autore, del dono di una estrema comprensibilità anche di complesse questioni.

Apparendo questioni di così grande nostro interesse e in generale attuale, vorrei pertanto qui richiamarne la stessa premessa da cui risulta partire Galli Della Loggia, e poi la parte conclusiva della sua stessa analisi e valutazione nell'editoriale intitolato, appunto:

<LA MONETA DEI PIU' FORTI >

<<L'Italia è di fronte a una scelta decisiva: continuare a sopportare lo spread assai alto che sappiamo ( e che domani potrebbe essere ancora più alto), ovvero chiedere l'intervento del fondo salva Stati. La conseguenza del primo caso sarebbe un declino economico certo. Ma ancora più grave sarebbe la conseguenza nel secondo caso, e cioè - in forza delle condizioni che accompagneranno l'aiuto della Bce, volute dalla Germani e da altri Paesi forti dell'eurozona - un vero e proprio commissariamento del governo italiano attuale e di quelli successivi. Che dunque si vedrebbero obbligati per anni ad attenersi a una serie di direttive dettate dall'esterno. Insomma, una radicale perdita di sovranità da parte della Repubblica. (...)>>


A questa prima parte l'autore risulta far seguire poi una serie di sue considerazioni sulla attuale ue e moneta unica europea, per giungere poi, a conclusioni che, di nuovo, vengono citate letteralmente e senza interposizione di commento:

" " (...) Ma ciò detto, va aggiunto subito dopo che quanto sta accadendo pone all'Italia, mi pare, tra le tante, anche una delicatissima questione di costituzionalità (e a mio giudizio sarebbe stato bene che non si fosse posta oggi per la prima volta: sennonché la nostra Corte Costituzionale, per ragioni che ignoro, non ha mai ritenuto di dover imboccare quella via di rigida salvaguardia della sovranità nazionale nei confronti della costruzione europea che invece ha imboccato a suo tempo la Corte Costituzionale tedesca; dalle cui decisioni, così, anche noi finiamo oggi grottescamente per dipendere).


Nella nostra Carta, infatti, esiste un articolo 11 secondo il quale l'Italia può consentire alle limitazioni di sovranità ma <<in condizioni di parità con gli altri Stati>>, ed evidentemente solo a queste condizioni.

Non sembra allora inappropriata la domanda: quali mai <<condizioni di parità>> sarebbero garantite nell'eventuale cessione di sovranità alla quale ci vedessimo costretti in base alla richiesta di aiuto alla Banca centrale europea? Qui si tratta evidentemente di condizioni decise di volta in volta per diretto impulso dei governi, con contenuti ogni volta mutevoli. E dunque mi chiedo: che certezza può mai esservi che il trattamento oggi riservato all'Italia lo sarebbe domani, mettiamo, anche alla Germania? Cioè che siano effettivamente rispettate le <<condizioni di parità>> volute dalla Costituzione?

Senza contare - altra considerazione all'apparenza non irrilevante - che comunque la nostra Costituzione stabilisce nel medesimo articolo che le limitazioni di sovranità di cui si sta dicendo possono essere fatte solo se <<necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le nazioni>>.

Ed allora ecco una nuova domanda: di quale <<giustizia>> è questione negli obblighi che dovremmo eventualmente prendere per salvarci dallo spread? la giustizia del <<guai ai vinti>> o quale?  " "

(tratto dall'editoriale di Ernesto Galli della Loggia, sul Corriere della Sera di domenica 5 agosto 2012)

Confermo l'intenzione personale di non voler interporre alcun commento a quanto riprodotto del pensiero dell'autore citato; precisando sinanche, e per scrupolo, che le spaziature di testo sono inserite da chi ora trascrive, non disponendo della capacità grafica dell'editore; mentre l'editoriale si <snoda> in testo continuato e risultato compatto.


Chi ora qui scrive queste note, tuttavia - e del tutto a margine del testo risultato sopra citato e apparso così chiaro che chiunque può trarne tutte le riflessioni che voglia sulla serietà del nostro potenziale momento attuale economico e costituzionale - si propone una sua e strettamente personale di riflessione.

Se un grande giornale, e delle grandi sue firme della nostra Cultura ed Intelligenza nazionale si pongono siffatte riflessioni, e assieme anche ad editoriali che nei giorni passati titolavano <<possiamo farcela anche da soli>>, ritengo allora che si possa dire come la grande virata nazionale di uscita dalla attuale rendita parassita prevalente nazionale, appaia oramai già ben più che iniziata.


Appare infatti di potersi ritenere che, se così risulta, al grande desiderio di dignità, e sovranità nazionale, entro il cambiamento <spontaneo nostro>, e sufficiente, per lo sviluppo equo - e che già si avverte anche nel Lavoro, Donna e Giovani - aspetta oramai solo l'occasione democratica per assumere una forma.

Questa, peraltro, rimane solo una piccola opinione personale. Come sempre.