Cara Gualdo Tadino, mia Città Umbra dove vivo anche io.
E' da tempo che avrei voluto parlarti. Io sono divenuto tuo abitante <adottivo> all'età ormai lontana di quando avevo poco più di sette anni; a seguito del trasferimento presso di te per motivi di lavoro di uno dei miei genitori.
Arrivato presso di te, mi sono sentito a casa mia, e tu mi hai dato molto. Tutto.
Mi hai accolto come se fossi da sempre figlio tuo, mi hai concesso qui le mie amicizie giovani, e successive.