venerdì 15 agosto 2014

il re è nudo

a ferragosto, quando vige più che mai l'indicazione di attenersi al frivolo o meglio ancora al silenzio che è anche meglio, ci si ritrova, in una pausadi tempo libero, a postare un piccolo pensiero su cose apparse veramente rilevanti.


La colpa, o il merito di questa personale eccezione, è l'articolo di Lucrezia Reichlin che dalla prima pagina del Corriere della Sera di questo 15 agosto, appunto, si dispiega e conclude a pag. 47 del medesimo giornale.

Non si ha intenzione, qui, né di riportare tale intervento che così si presenta sul quotidiano: <<DICHIARARE L'EMERGENZA ED AFFRONTARLA SUBITO>; né tanto meno pretendere di commentarne i tanti spunti di quella interessantissima analisi che vi si dispiega.

Quel che ha provocato invece questo post, è l'interrogativo basilare di fondo che l'articolo solleva e poi lo pervade. E che pare possa venire correttamente qui sintetizzato in: PERCHE' GLI USA SI
Stati Uniti d'America - Localizzazione

Global European Union.svg, E LA UE NO.


 Lucrezia Reichlin propone infatti al centro della sua attenzione la indiscutibile grave circostanza che, mentre negli Usa gli indicatori economici vanno, e va anche l'occupazione loro, da noi, Ue, stiamo ricadendo, neanche troppo lentamente, verso la crisi già globale del 2007/8. 
Le competenze di chi scrive l'articolo, la portano a segnalare quel che a suo parere sono state le grandi differenze Usa-Ue nell'affrontare la stessa crisi del 2007/8: il modo di affrontare la crisi bancaria, fiscale e monetaria da parte appunto di Usa Ue.

Ma se fosse stato solo questo il motivo di annotare queste note nel post ferragostano, non avrebbe avuto alcuna ragione il farlo.

Chi qui scrive, vi ha infatti tratto spunto, ed ardire, di porvi, a margine, una sua nota che appare rilevante.

Si, sono state senza dubbio quelle che solleva Lucrezia Reichlin ragioni importanti di differenza tra Usa e Ue nell'affrontare la medesima crisi globale finanziaria del 2007/8. Ma ancora più rilevante risulta il provare a chiedersi: PERCHE'?

E, qui, pare emergere la vera ragione di fondo delle profonde differenze Usa-Ue sia nell'affrontare il <male> che nel presente attuale <risultato> così diverso tra di essi.

Pare incredibile doversi constatare, da Parte dell'Europa in genere così piena di sé, che gli Usa hanno posto al centro della loro <bussola> di risanamento, l'OCCUPAZIONE, e la RIPRESA IMPRENDITORIALE. Il resto, tutto segue.

Si può forse dimenticare che Obama ha posto come fatto <immagine> della sua battaglia contro la crisi globale, il salvataggio dell'industria automobilistica Usa (e dei suoi posti di lavoro? si può dimenticare che per anni la politica economica americana ha incoraggiato in ogni modo il rientro delle imprese dislocate in Cina e che oggi questa spinta USA alla delocalizzazione appare marginale? si può dimenticare che gli Usa hanno risospinto ai vertici della competitività mondiale aziende alimentate dall'innovazione? E tutto questo per rigenerare Imprese, certo. Ma per riassorbire quanto più possibile, la DISOCCUPAZIONE nazionale.

E la Ue nostra Euro, nello stesso tempo, alla faccia di tante sue presunzioni socio-culturali, si può negare che sia risultato il più efficace ostacolo alla occupazione propria territoriale?

La nostra Ue, che pur ci resta cara, risulta avere coltivato, e continua a coltivare pare, un sogno di sola egemonia finanziaria quasi che si potesse realizzare senza occupazione nel suo ambito confederale.
Questo risulta aver mandato, in realtà, tutto a rovescio nella soluzione propria della crisi globale Ue.

Il Lavoro è diventato la cenerentola comunitaria, tante parole, ma strategie di ricostruzione reale anche del Lavoro, niente. A tutt'ora.
Si è fatto il vuoto, attorno al LAVORO, che invece rimane il pilastro portante di ogni economia vincente anche attuale.
Gli Stati Ue del sud europa sono stati accusati di gestirsi male (e spesso più che a ragione); ma nessuno in Ue risulta aver avuto da obiettare quando come unico loro rimedio, per anni e anni, hanno scarnito solo le occasioni di occupazione proprie e i redditi conseguenti che lasciassero anche vivere. 

L'Italia Ue, in questi venti anni, è passata attraverso due gigantesche svalutazioni dell'euro interno (ingresso in euro e Monti) e oggi attraversa la terza, di svalutazione interna.

E COSA HANNO COMPORTATO QUESTE OPERAZIONI DI SVALUTAZIONE INTERNA?
che oggi, il salario medio italiano vale, in potere d'acquisto, il 70% circa in meno di quel che valeva in lire.
Ne abbiamo tratto qualche vantaggio di competitività reale globale, noi italiani? non pare

Abbiamo immesso, ufficiali ed ufficiosi, dai 7 ai 10 milioni di immigrati stanziali; né abbiamo tratto vantaggi decisivi di competitività globale? non pare

Abbiamo lasciato dislocare, grazie alla frode sulla pari competitività comunitaria solo virtuale (perché tale resta - una frode colossale - chiamare pari competitività produrre con monete extra euro comunitarie ben inferiori e rivendere entro la Ue in euro senza dogane), quasi tutto il tessuto medio grande nazionale industriale. E le abbiamo sostituite con qualcosa di innovativo occupazionale? non pare

Ci possiamo meravigliare che in tanta astuzia, in vero non solo nazionale, la barca economica euro annaspi?
Che potere di acquisto avranno mai questa marea di disoccupati non solo nazionali, Ue, per fare da compensatore agli alti e bassi dell'esportazione globale?

Eccola, in vero, la vera differenza Usa Ue: avere l'occupazione al centro della mente (anche per fare leciti soldi finanziari), o correre dietro alle <bolle> di sapone proprie e altrui. E farsi male.

Ma la cosa più incredibile, è, che questa nostra Europa, e noi italiani pure, siamo ricaduti in recessione, di nuovo, come nel 1929. 
Perché, anche allora, non risulta ci importò meno di niente dell'Occupazione. Non ci importò pare molto nemmeno dell'Innovazione industriale. Ci piacque, e pare ci piaccia nuovamente, fare soldi senza investimenti e Lavoro decente.

L'America non fece così con Roosevelt, non ha fatto così con Obama di nuovo pare. Ed i fatti economici, ancora una volta, le danno ragione.

Questo spazza via ogni ricatto che porre il lavoro, e l'impresa al centro dell'attenzione sia marxista: appare puro buon senso. E basta.

Si racconta che Roosevelt, a chi gli obiettasse o che i suoi provvedimenti fossero troppo di sinistra, o troppo di destra alternativamente, rispondesse: non mi importa niente, mi interessa solo che funzionino (per uscire dalla crisi del 29).

Allora, senza complessi, e senza timori di venire linciati da una tendenza mediatica, almeno da noi, risultata troppo spesso compiacente con le voci dominanti, occorre avere il coraggio di porre al centro di ogni interesse ed azione Lavoro, Impresa, Occupazione; anche nella Ue.

Il tempo infatti stringe, anche per la nostra cara Ue: affama e disoccupa, i bilanci degli stati membri crollano nei parametro percentuali. Per rendere l'idea, se l'Italia fosse cresciuta del 2% in questi cinque anni, staremmo sotto il 100% di debito su pil anche senza manovre; e il limite del 3% non sapremmo nemmeno cos'è.

Allora, con bilanci resi solidi dallo Sviluppo, e protetti dalle dovute riforme, sarebbero andati a posto anche banche e finanza Ue.

I dati economici Ue hanno appena disvelato, nello sconforto dei piaggiatori a tanta audacia, che anche il Re tedesco è nudo. Con il segno meno del pil.

Allora, Buon Ferragosto LAVORO e OCCUPAZIONE anche nostra Ue. 

Non possiamo credere che il più grande progetto economico sociale europeo finisca per irrecuperabile  reiterazione nell'errore di chi ci rappresenta Ue.

E a chi volesse chiuderci la bocca a mettere il Lavoro e l'Occupazione al centro di ogni azione, rispondiamo sereni: parlo come Roosevelt, e Obama. Mi rincresce, non intendo tacere....



(immagini tratte da Wikipedia : si ringrazia)

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