lunedì 26 dicembre 2011

Le chiavi di Havel

Alcuni giorni fa, come forse sarà capitato a tanti, mi sono imbattuto nella notizia della scomparsa e commemorazione di Havel.

Era stato uno scrittore e divenne Presidente del suo paese, allora la Cecoslovacchia, quando crollò il Muro tra Est ed Ovest.

La partecipazione non solo di tanti statisti internazionali - ma del suo popolo - a commemorare lo scomparso, consentiva di vedere come i Cechi fossero ancora oggi profondamente legati a quell'uomo deciso, ma non violento, che aveva guidato i suoi connazionali - pacificamente - in un percorso verso la democrazia effettiva. E in un modo risultato anche così diverso da tanti altri paesi ex comunisti.

NON ERA INFATTI STATA LA NOMENCLATURA EX COMUNISTA A RICICLARSI NEL NUOVO ASSETTO DEMOCRATICO CECOSLOVACCO.

Ma erano state le Forze Nuove ad accompagnare il concreto passaggio democratico e non violento.


Ma il popolo Ceco, nel commemorare il suo Havel appena scomparso, agitava ancora nell'aria, dalle mani dei tantissimi presenti, DELLE CHIAVI.


PERCHE' quel gesto simbolico anche nell'ultimo saluto?


Quando cadde il Regime comunista anche in Cecoslovacchia, i Notabili del travolto regime, accarezzarono anche essi l'eventualità di riciclarsi. E di conservare in questo modo il Potere.

Ma la allora intera Cecoslovacchia, guidata da Havel, fece miseramente crollare quel sogno di eternità di ruoli e di poteri politici di molti loro connazionali.


COME?

Il Movimento guidato da Havel, detto anche per questo delle CHIAVI, riempì le piazze di connazionali, di ogni età e sesso, che agitavano, nella più assoluta non violenza, migliaia, milioni di mani che tenevano ben in vista delle CHIAVI.

E le agitavano nell'aria senza posa - nel loro tintinnare - dinanzi ai Palazzi del loro Potere crollato, ma che non se ne voleva ancora andare.

INTENDEVANO CON QUEL GESTO SIMBOLICO, FATTO PROPRIO DA UNA INTERA NAZIONE NON VIOLENTA, CHE I BRONTOSAURI COINVOLTI NEL PASSATO REGIME SE NE ANDASSERO A CASA LORO SENZA INDUGI.


E così accadde. La giovane democrazia europea allora Cecoslovacca, non riciclò i suoi già potenti, ma li convinse, a furor di popolo, di ANDARSENE  TUTTI A CASA. SENZA ULTERIORI INDUGI.

Perché, il loro Tempo, e la pazienza del loro popolo, era finita. Ed HAVEL DIVENNE IL LORO PRESIDENTE.


In Italia non abbiamo un Regime exComunista da sloggiare.

Ma abbiamo indubbiamente, dei Gerontocrati del Potere, i nostri Brontosauri Politici e non solo, i quali erano lì non solo quando crollò il "Muro"; ma in molti erano già lì addirittura quando il Muro fu alzato.

E SONO ANCORA LI.

Provandole tutte, pur di non andarsene, civilmente, democraticamente, a CASA. Anche loro.


Pur di riuscirci hanno infatti falsato il vero esito del voto, col premio; poi si sono portati via la Preferenza forse per sentirsi ancora più tranquilli ma rendendo in pratica inutile il voto privato così del suo maggior potere e diritto; e da ultimo, spacciando come pericoloso il voto a suffragio universale, hanno appaltato la gestione visibile di propri potentati a Commissari. Che solo da impudenti totali potevano chiamare "Salva Italia" .

E, se non fosse anche per noi il tempo delle "CHIAVI"?


Da agitare, e fare tintinnare in tanti, nelle piazze, dinanzi ai luoghi di potere italiani anche istituzionali, RIGOROSAMENTE NON VIOLENTI, ma a dire inequivocabilmente a chi debba comprendere: ANDATEVENE A CASA.

E per l'unica bastante ragione che il Tempo delle loro Politiche è già finito. E la intera nazione italiana oggi abbia bisogno di altro.


Facciamoci sopra magari un pensiero. Tutti noi. Mentre anche la pausa festiva aiuta a ragionare.


Quello che è certo, è che da soli non se ne andranno mai. Già programmano infatti come si ricicleranno dopo il trucco degli attuali "Commissari". Già si contendono il come con gli stessi "loro" Commissari.

Non so.

So solo che, qualunque popolo ha voluto togliersi di dosso una Casta che non ne voleva sapere di potersi finalmente pensionare, ci ha sempre dovuto mettere la faccia attivamente a far cambiare idea ai ritardatari. E metterci anche le mani. Anche se rigorosamente democratiche e non violente.


Se ci piace l'Italia così, non occorre far niente: fanno infatti già tutto da soli e senza nostra democrazia reale.


Se desideriamo invece una stagione nuova per l'Italia, come dopo una "guerra" persa malamente, e quando è venuta l'ora di ricostruire tutti assieme, ALLORA TEMO CHE DOVREMO PRIMA O POI NOI TUTTI METTERCI LE MANI.


E perché non con " LE CHIAVI"?

Da agitarsi tutti assieme, dinanzi a templi immutabili dei nostri Poteri.
CON LO STESSO MESSAGGIO già DEI CECHI con Havel.


BUONE FESTE A TUTTI, per un nuovo anno.

Che non ci consentirà comunque a lungo, a tutti noi, di restare a guardare.
Senza dover prendere posizione apertamente, qualunque sarà la nostra scelta, democraticamente e sempre NON VIOLENTI.



BUON ANNO A TUTTI.

lunedì 12 dicembre 2011

Il Terzo Stato

L'<Antico Regime>


questa definizione di un'epoca storica socio economica europea, che andava più o meno dal 1500 al 1700, fu usata per la prima volta dai rivoluzionari francesi. Per indicare quegli assetti socio economici che essi volevano cambiare.

L'<antico Regime> che governava i più grandi Stati nazionali Europei di allora, aveva un sovrano. Detto Assoluto, perché faceva il bello ed il cattivo tempo a propria discrezione ai sudditi senza alcun loro controllo. Gli abitanti di quegli Stati non erano cittadini come noi li intendiamo, ma appunto sudditi. Perché potevano solo ubbidire.

La Società europea, allora, sotto di lui, il Sovrano, era divisa in Ordini, o Stati. Molto, ma molto simili alle Caste Indù; vi si entrava per nascita e vi si fuoriusciva molto ma molto di rado.


Gli Ordini erano:

Nobili: vi si entrava per nascita, e vivevano di rendita; erano esenti da leggi e da fisco, e consideravano il lavoro una vergogna, perché vivevano del loro saccheggio interno di altri.

Alto Clero: come sopra, allora.

Terzo Stato: il più numeroso, eppure senza diritti e che manteneva col suo lavoro e la ricchezza prodotta tutti gli altri tramite le tante tasse e balzelli che subiva.
Il Terzo Stato era composto dalla Borghesia (così chiamata perché abitava appunto i Borghi delle città, dove erano i loro laboratori artigiani e magazzini) , cioè tutti coloro che producevano tramite attività, botteghe, commerci, professioni; Contadini; e la nascente manodopera Dipendente. Tutto questo era quasi il 90% della popolazione in quegli allora Stati europei come Francia ed Inghilterra. Ma ogni potere e diritto era di quel 10% che se li era messi sotto i piedi.

CI DICE NIENTE?


Poi, in Inghilterra per prima, e poi in Francia, il loro rispettivo Terzo Stato, quello dei senza diritti e che però manteneva tutti, si allearono tra loro; e sbancarono non senza qualche <dissenso> dei deposti, e dure lotte, il loro rispettivo MONARCA. Instaurando su quegli stessi Paesi, Inghilterra per prima, e poi Francia, la supremazia, anche sul Re e la Nobiltà, del Parlamento democraticamente eletto.
E siamo all'oggi.

Perché a Democrazia Parlamentare, esercitata tramite le scelte del libero voto personale, se lo sono dati, e offerti poi a tutti nel tempo, il Terzo Stato produttivo di ogni nazione europea. Sottraendo agli Oligarchi di allora l'esclusiva del potere, del fisco, e del diritto sull'altrui stessa esistenza.


CI RISIAMO?

Il sospetto almeno qui in Europa, é grande.

Visto anche l'assalto in corso alla Democrazia reale ed effettiva, visto il saccheggio di ogni bene e di chi produce effettuato col fisco dai nuovi potenti esenti. Visto l'enorme spostamento di ricchezza che queste scelte producono. In Italia, oggi, il 10% della popolazione detiene circa il 47% circa dell'intera ricchezza nazionale. E già si convive con grandi aree di nuovi indigenti.

Ciascuno tragga le proprie conclusioni.


Giova forse tenere a mente che la Democrazia, inteso come Sistema di Scelte Collettive affidato alla maggioranza della popolazione che le esprime tramite il suo voto, ricompare in Europa, a governare gli Stati, dopo oltre 2000 anni in cui non fu più possibile esercitarlo al popolo.

Perché scomparve per tanto tempo la democrazia del voto come forma delle scelte di governo, e perché oggi è ricomparsa in così tante aree del mondo?


La scelta del modo di governo di una nazione non risulta affatto casuale. Ma discende in via diretta dalle scelte economiche e sociali che vi dominano al suo interno.

Vale a dire che un Sistema Democratico a scelta elettorale universale funziona soltanto se la distribuzione della ricchezza entro quella nazione è sufficientemente diffusa. E se la speranza di benessere è altrettanto diffusa. In questo caso, le scelte alternative effettuate con il voto, finiscono comunque per rappresentare e tutelare l'interesse largamente prevalente.


Ma se scelgo di concentrare l'intera ricchezza della nazione in un numero sempre più ristretto di mani, lasciando nella inadeguatezza e persino miseria fasce sempre più larghe e numerose di nazione - alla quale medesima parte poi chiedo anche di mantenere la minoranza degli unici beneficiati - va da se che non posso più affidarmi alle decisioni collettive elettorali. Perché quelle altrui decisioni che sono largamente maggioranza, finirebbero per premiare la redistribuzione di ricchezza. Ostacolandone, o impedendone persino, l'accentramento in favore di pochi.


Dunque, un Sistema di ricchezza sempre più concentrata, prima o poi si troverà a fare i conti con la sua sconfitta. O con la archiviazione della democrazia a favore di Sistemi più ristretti ed autoritari di governo.


La società <borghese> sorta dalle rivoluzioni inglese  e francese aveva naturale la scelta di governo elettorale e la democrazia: perché viveva di una ragionevole distribuzione della ricchezza. E di una crescente aspettativa di miglioramento collettivo.


La Società dei Nuovi Oligarchi, unici beneficiari delle Rendite,  non può coabitare a lungo con la Democrazia.
Ecco perché l'Europa attuale Ue opera con Strutture senza democrazia. Ecco perché l'Italia ha fatto enormi regressi in questo ultimo ventennio nell'esercizio effettivo della Democrazia. Perché sono entrambi Sistemi che hanno favorito e agevolato la concentrazione crescente della ricchezza collettiva in poche mani.


Il processo prevede di incontrare  un suo punto critico di non ritorno sia Comunitario che Italiano. O il processo di indebolimento della democrazia si inverte e le scelte elettorali collettive invertono il ciclo attuale delle scelte economiche e sociali.
O le scelte economiche e sociali attuali valicheranno - a breve -  il confine <oltre la democrazia> per potersi consolidare definitivamente.

Credo che, in questo tempo,   ci siamo proprio dentro: l'una possibilità, o l'altra del <non ritorno>.

giovedì 8 dicembre 2011

La Cina è vicina

Troppo presi forse a confortarci col dire che le Agenzie Usa di rating servirebbero oscuri fini a noi ingiustamente ostili, forse ci siamo intanto dimenticati della Cina. La quale, da tempo, si è dotata di una propria Agenzia di rating di nome: Dadong


Ecco quel che adesso ci combina la Agenzia cinese di rating DADONG.


dal Corriere della Sera del 8/12, pag. 9:

" " 
L'agenzia Dagong


Italia declassata in Cina
Debito da <<A>>  a  <<BBB>>


PECHINO - L'agenzia cinese di rating Dagong ha annunciato la decisione di tagliare di un livello, da <<A->> a <<BBB>>, il giudizio sul debito dell'Italia, con outlook negativo. La decisione conclude la revisione avviata nel luglio scorso: in questo periodo, spiega l'agenzia (che per le sue consulenze si avvale anche di Romano Prodi), l'Italia ha sperimentato crescenti difficoltà in uno scenario finanziario che tende a peggiorare. Per gli analisti di Dagong il nostro Paese è sempre più dipendente dalle operazioni di acquisto titoli effettuate dalla Bce, con un profilo di solvibilità che tende a peggiorare. Fra gli elementi che motivano la <<bocciatura>>, secondo dagong, c'é lo scenario politico, con un equilibrio <<temporaneo>> raggiunto con il varo del nuovo governo (definito <<ad interim>>) ma che deve mettere in campo riforme destinate a trovare forti ostacoli e che potrebbero non migliorare in modo concreto la crescita economica e la capacità di far fronte ai propri impegni finanziari. Inoltre, sempre secondo Dagong, il Pil nel 2011 crescerà solo dello 0,6% mentre per il prossimo anno é previsto un calo dello 0,7%.  
" "

E a questa di Agenzia chi la pagherebbe, per sbatterci in faccia a noi italiani che non abbiamo concluso niente sottraendoci le elezioni e dotandoci di un governo <<ad interim>> dei Commissari?


L'unica cosa intanto chiara, appare che la <<guerra>> Ue contro lo sviluppo e lavoro suo interno sta divenendo una guerra ormai <<mondiale>>. Franco-Tedesca contro tutti i popoli europei. E non solo. Se provassimo adesso a salvare l'Euro con il Lavoro equo reso disponibile per tutti gli europei?



martedì 22 novembre 2011

Esito istruttivo assai

mi sono trovato oggi a leggere un interessante articolo di Concita De Gregorio su Repubblica e dal titolo:


La rabbia degli elettori vale 4 milioni di voti
così la sinistra ha perso la classe media 


Nell'articolo si documenta che il "trionfo" dei Popolari spagnoli consiste in realtà in un minuscolo incremento e di soli 500 mila voti su circa 24 milioni di elettori; ma molto di più su crollo contemporaneo del Patito socialista che ne ha perduti 4 di milioni di suoi precedenti voti.
Ed è esattamente quello che, osserva l'articolo, voleva l'incessante campagna degli indignados spagnoli: punire il Partito socialista accusato di aver tradito il suo elettorato.

< (...) gli indignati del 15M che solo chi non sa di cosa parla può identificare in un gruppuscolo di giovani ribelli usciti dai recinti dei centri sociali, un irreale abbraccio tra punkabbestia ed estremisti di sinistra rabbiosi, "los indignatos" essendo invece come sa bene chi li ha seguiti ed ascoltati in questi mesi una porzione vastissima della società spagnola: insegnanti, dirigenti d'azienda, piccoli e medi imprenditori e certo, insieme, i loro ex dipendenti oggi disoccupati, i loro studenti, i loro figli. (...).>

ESITO ISTRUTTIVO ASSAI, si potrebbe ben forse dire assieme alla De Gregorio. Anche rispetto a noi.

mercoledì 16 novembre 2011

la notte della Casta

Sotto la copertura di un appoggio mediatico pressoché totale sta per andare in onda una sospensione del voto, delle preferenze e delle competenze parlamentari e costituzionali italiane. La grande malata europea, la nostra, ma non solo del debito. Quanto anche della concezione paternalista di democrazia.
Che infatti, qui da noi, risulta si può sospendere, piegare, modificare ogni volta a qualcuno serva. Non è la prima volta.
Accadde anche all'ingresso dell'Euro.

E in quella sospensione ci infilarono, i grandi Saggi, una svalutazione clandestina, mai detta, di oltre il 50% nel cambio di passaggio lira/euro. Svalutazione selvaggia del valore di acquisto interno, mai dettoci infatti. E sempre tuttora negata agli utili idioti. Che poi siamo come sempre tutti noi.
E ci associarono, quelli che si permettono le "sospensioni" costituzionali, un ventennio di Monopartito di Programma, chiunque governasse, di incessante aumento delle tasse e di incessanti tagli nei Servizi essenziali.
Ed è li, che il nostro sviluppo si è fermato. In una svalutazione selvaggia clandestina delle retribuzioni e pensioni che passavano in euro. E che si sono ritrovate, dalla sera alla mattina, a valere in capacità d'acquisto la metà di prima.



Adesso, l'invincibile Armada di 16 partiti  e schegge di partiti ci riprova.

Alle corde in un paese rivelateglisi ostile, la Casta nostra si arrocca dietro la Foglia di fico di un Professore. Operazione che meglio di tanto altro credo che rappresenti oggi sul Corriere della Sera il vignettista Giannelli il quale vi rappresenta il Commissario col palazzo di Montecitorio sotto braccio.

In nessun paese europeo come nel nostro, dal secondo dopoguerra, nessuno ha mai utilizzato con tanta sicumera la sospensione ripetuta dei diritti costituzionali purché, però, non cambiasse mai veramente niente. Quando rischiamo l'Alternativa vera di Programma, ci commissariano, pare...

Questa anomalia tutta nostra ce l'hanno fatta digerire con lo "zucchero" del Debito Pubblico. Voi, in molti, non pagate niente, però in cambio accettate tutti di non contare quasi niente. Debito pubblico che non a caso, nel ventennio dei risanatori attuali s'è impennato verso i 2 milioni di miliardi odierni da 1850 milioni di primi anni 80. Mentre il pil s'inabissava contemporaneamente in un paese divenuto di tasse senza lavoro. Passando nel suo rapporto Debito/Pil dal 87% circa di fine anni 80 al 120% attuale del paese di bugiardi e dei commissariamenti.



E adesso, cosa vanno a fare una così tanta alleanza ipocrita?

Mette assieme una manciata di auorevoli prestanome proprio quegli stessi partiti che sino ad ora non hanno saputo fare niente per il Bene Comune e per lo Sviluppo equo. Quegli stessi soggetti politici, i quali, tutti assieme, e con autorevoli sponsor, nell'estate-autunno appena trascorso, si sono ingoiati 55 miliardi di tasse nostre in due manovre per non concludere niente.
Si sono complimentati sino ad ora, li uni e gli altri, maggioranza ed opposizione e qualcun altro festante: veloci, bravi ed efficaci come noi ce ne sono pochi. Per venirci a dire oggi, esattamente gli stessi, nascosti dietro a un professore, che c'é stato un piccolo disguido. E che bisogna ricominciare a tassare ed a tagliare. Sempre e solo a noi.

E ci vengono a raccontare che i professori, adesso faranno miracoli. Ma dovendo usare il consenso parlamentare proprio di quegli stessi che si sono appena fumati 55 miliardi nostri pur di non cambiare mai.

I commissari salvacasta, temo, non concluderanno niente neanche adesso. Neanche loro.

Ci restituiranno subito il diritto elettorale costituzionale del voto libero ed uguale con la preferenza e senza premi? non credo, temo resterà ancora commissariato il voto nostro. Taglieranno di due terzi i costi complessivi della politica nazionale che ci pesa di ben oltre 20 miliardi? pare di vederli. A farlo su di sé i beneficiati stessi. Introdurranno reato di competenza d'Antimafia l'associazione a delinquere del finanziamento illecito ai partiti? ma quando mai potranno farlo con i voti dei finanziati abituali dal pizzo? Taglieranno gli oltre 50 mila Enti intermedi Regioni Comuni che risultano ospitare i famigli di partiti senza voto? per adesso dobbiamo constatare che i tagli alla politica si sono risolti con un Senatore in più. Taglieranno del 40% in due anni, da subito, le tasse a lavoro e impresa che ne muore? e alle pensioni, delle quali ne muoiono molti percettori? non credo, perché allora ci facevano votare su un Progetto alternativo vero. Invece scappano a gambe levate, tutti assieme, dal rischio di elezioni vere.



Ma questa volta, temo, la nostra Casta Diva che ci commissaria ogni volta che barcolla, ha un problema vero.
Quando ci commissariò l'ultima volta, lo fece, allora, in favore di un potere grande e vincente: la Finanza europea senza popoli e senza lavoro che però, allora, faceva il bello e cattivo tempo ovunque. Non solo in Italia e in Europa.

Adesso, invece, quelle stesse forze nostre pavide e bugiarde, ci commissariano per mandare al Brennero truppe raccogliticce in aiuto a poteri europei finanziari, quelli dell'euro senza popoli e lavoro, che stanno già perdendo. La loro insensata guerra ventennale contro Lavoro e Sviluppo equo anche europeo. E la nostra casta temo ne condividerà la sorte di perdenti. Nel mondo.
Lo spreed che sale mentre sale Monti ci svela del resto che la malattia nostra di conti sta dentro una malattia ben più grande europea: la sua finanza prepotente senza lavoro, e adesso anche senza soldi veri, credo sia ormai sempre più alle corde.

Atene, Roma, Madrid, Parigi ora, l'una dopo l'altra sotto scacco del debito sovrano gonfiatosi per salvare banche private, mostrano anche a chi non vuol vedere - che il grande alleato carolingio è prossimo anche esso alla sua di resa di conti: e che il malato vero è l'Ue. Più ancora delle sue stese nazioni.

Se così sarà, per un po la gran cassa mediatica italiana coerente, ci dipingerà le sorti splendide dei sospensori di democrazia reale italiana. Ce ne magnificherà le gesta. Lenirà il dolore di tanti militanti dell'Opposizioni parlamentari di trovarsi alleate con un televisore raccontando che però siamo al governo. Poi, se il timore risulterà vero, che il malato vero più grave é l'Ue nel suo attuale intero, rischiamo di ritrovarci tra natale e pasqua con lo spreed anche nostro a continuare a spiccare la corsa verso 600 se non oltre alla faccia dei Commissari e delle garanzie sospese.


Intanto, però, avrà votato la Spagna, la Francia, e forse la Grecia. E comincerà la cura, spero, democratica, popolare europea, alla malata vera: che è la nostra Ue.
A riconciliarla coi suoi popoli e con l'Euro del lavoro equo.

Poi, prima o poi, faranno tornare a votare anche noi. Se non altro, per disperazione impotente.

Allora, presumo, sarà forse bene se ci ricorderemo che, per imboccare un cambiamento alternativo vero italiano, nello sviluppo equo e condiviso, avremo anche bisogno di un Movimento nuovo a rappresentarlo ed attuarlo che non sia più tentato da sospensioni commissariali ma si fidi e rispetti gli elettori, avremo bisogno di certezza di poteri costituzionali ben attribuito che non permetta più a nessuno sospensione di diritti collettivi. Avremo bisogno di riprenderci il futuro nelle nostre singole mani dirette. Come nel 47, in democratica costituente non violenta.

Ci aspetta una lunga traversata, credo, a tutti noi italiani ed italiane normali di buona volontà, e di ogni età, almeno sino a Pasqua; quando il disincanto nostro generale vincerà l'anestetico mediatico a fronte d'evidenza dei fatti, quando il rinnovamento d'Europa sarà andato vanti intanto anche senza noi e lascerà senza protettori antichi i nostri troppi disinvilti commissari.

Intanto ci occuperemo delle nostre piccole, minuscole, sopravvivenza individuali entro la notte dei potenti. Se ci riusciremo.
In bocca al lupo. A tutti noi.
Il conforto è che tutti noi senza casta stiamo camminando nella direzione della storia migliore. Anche europea. Mentre i commissari, e i loro oligarchi nostri perdenti comunque, sono la retroguardia in ritirata.

A presto. In democrazia piena e senza sospensioni di nessuno. Che nessuno ne dispone di un simile potere. In democrazia effettiva senza protettori.


Italia, novembre 20011

venerdì 11 novembre 2011

Se cade un regime

Quello che penso è che in Italia non è caduto un governo, ma un regime; di 40 anni almeno.

Se il nuovo governo, qualunque esso sia, non darà questa percezione visibile temo che non evocherà l'unione. Quella di popolo. L'unica che serve. Perché l'unica che vince.

Perché le unità nazionali vere, nelle emergenze gravi - e nella caduta dei regimi - sono solo di popolo; e non dei dignitari supersiti che cercano solo di riciclarsi. Il compito di un governo transitorio, da sempre e ovunque, quando cade un regime, è di gestire al meglio il corrente. Mentre riporta intanto alle elezioni, già indette, sul proporzionale e preferenza. L'unico sistema elettorale che garantisce tutti e già della Costituente.

Un programma di governo emergenziale?

200 miliardi di Fisco evaso + 60 miliardi da corruzione di sistema + 15 miliardi di tagli immediati ai costi globali (25 miliardi) della intera politica di centro e di periferia = 215 miliardi di manovra immediata per nuovo Fisco dimezzato e pil al 4%; poi subito a seguire riformiamo il resto per uno Stato vivibile a tutti.



Perché quello che è crollato assieme al Regime è il "patto repubblicano" tacito preesistente: tu non paghi le tasse e mi ringrazi col pizzo alla politica obbligatorio ovunque; e quanto alle esigenze dello Stato, quelle le affrontiamo a debito.

Questo sistema è crollato: perché ha ucciso sviluppo, lavoro equo, diritti della donna e dei ragazzi e le ragazze al loro sacrosanto lecito futuro.

L'Italia nostra, di noi italiani ed italiane, è una grandissima nazione, risultata tenuta ancora umiliata alla catena da degli sciagurati...

mercoledì 19 ottobre 2011

una classe dirigente che fa guerra alle sue DONNE

Guardate che succede all'Economia ed al Sociale di una intera nazione se, per un ventennio ed oltre, una intera classe dirigente, sostanzialmente rivelatasi reazionaria, e mostratasi sostanzialmente omogenea, fa guerra alle sue Donne ed ai Loro figli e figli.

Perché l'Italia attuale, e da oltre un ventennio, non è più una nazione per Donne e Figli e Figlie.


Non lo pensa tanto chi scrive.

Ma un convegno di questi giorni della Banca d'Italia su <Crescita economica, equità, uguaglianza: il ruolo delle donne>


Così esordisce al riguardo il Corriere della Sera, di oggi 19 ottobre, a pag. 22:


"" Lavoro  Saccomanni: oggi i peggiori d'Europa, al Sud la situazione più grave.

<<Donne escluse dal lavoro <<Perdiamo 7 punti di Pil>>
Bankitalia: più crescita se fossimo nella media Ue


<<L'Italia nel divario di genere è tra i Paesi più arretrati>>.  Nelle classifiche mondiali è al 74° posto su 134, <<fanno meglio di noi tutti i Paesi europei, peggio solo il Giappone tra le maggiori economie industrializzate.

(...)
Se si guarda ad altre voci delle voci del confronto col resto del mondo l'Italia, osserva ancora Saccomanni, <<ha una posizione un poco migliore per quanto riguarda l'istruzione - 49° posto - e decisamente peggiore se si guarda alla partecipazione della donna all'economia.  Che vuol dire lavoro e occupazione: nel 2010 era occupato il 46,1% delle donne tra 15 e 64 anni, contro il 67,7% degli uomini.
Il divario è particolarmente pronunciato nel Mezzogiorno, dove solo tre donne su 10 lavorano. ""


E CHE COSA PRODUCE QUESTO GIOCHINO DI AVER PROVATO CONCRETAMENTE A RISOSPINGERE DENTRO LE CASE LA SCELTA, PER LA SUA DONNA,  DELL'ITALIA?


Proviamo allora a scoprirlo continuando a leggere l'articolo del Corriere della Sera:


"" Il dato preoccupa se si guarda alla crescita che è bassa anche perché il paese non utilizza appieno le risorse di giovani e delle donne.

La Banca d'Italia ha calcolato che se il Paese riuscisse a centrare l'obiettivo di Lisbona dell'occupazione femminile al 60% il Prodotto interno lordo crescerebbe del 7%.
Altri calcoli, come quello elaborato dalla Confartigianato basato sul Pil pro capite, indicano all'8,2% il progresso del Prodotto in caso di crescita dell'occupazione al 58,1%, cioè la media Ue nel primo trimestre 2011. (...) "



Abbiamo osservato bene cosa costa in termini di mancata Crescita Economica, la scelta Razzista della Classe dirigente Politico Sociale italiana dell'ultimo trentennio?
Si, una mancata crescita nazionale che, già da sola, sarebbe stata capace di tenerci fuori dalla crisi del Pil e dalla conseguente crisi del Debito e del Bilancio pubblico italiano.


Se vogliamo proprio tirare una riga pari, e se i dati hanno un crudo oggettivo senso, credo emerga che, la manovra di luglio, quella di agosto, e anche qualcuna altra manovra precedente, la dobbiamo tutta al Maschilismo protervo, sregolato, italiano fattosi intanto classe dirigente Monosesso.


Altro che sola CRISI GLOBALE a cui non si può far niente che rimanere impotenti ad osservare, come pretende il Ministro che presiede ai video giochi. Si quello che dice però gli avanza sempre un mostro da ammazzare: forse il sessismo della classe dirigente italiana di cui non pare infatti anche esso poca parte.


Così intanto prosegue ancora il citato articolo del Corriere della Sera:

"" (...) La scarsa valorizzazione delle donne è un vero e proprio spreco di talenti>>, dice, concludendo il convegno, Anna Maria Tarantola, vicedirettore generale della Banca d'Italia, prima donna ad entrare nel Direttorio. <<Il reddito delle donne, afferma, contribuisce non solo al benessere familiare, ma anche alla massa fiscale e previdenziale, nonché alla domanda di servizi di cura alle persone che, per loro natura, sono radicati nel territorio. In questo modo l'occupazione femminile attiva un circolo virtuoso che genera, oltre al reddito, anche occupazione e imprenditoria aggiuntiva.>>
(dal Corriere della Sera del 19/10, pag.22, di Stefania Tamburello)


L'altra pagina del medesimo giornale, chiarisce pare ancora meglio come la Donna, con conseguenze economiche gravissime per tutti, non è precipitata per distrazione in questo tristissimo attuale suo destino italiano.

Pare invece piuttosto che, il <muro di Berlino> alla donna italiana non gli sia caduto accanto. Quanto, piuttosto, si direbbe meglio addosso. E come a tradimento.

Infatti, lunghe stagioni di <risparmiatori di bilancio> e  multicolori, che si sono succeduti nel tempo, e che intanto quasi doppiavano il debito pubblico preesistente assegnandosi per sé un costo complessivo della politica all'erario di 24,7 miliardi all'anno, praticamente le hanno smontato, con la scusa vigliacca di non aver soldi, una ad una, pazientemente, tutte le Sue Conquiste Sociali e di Accesso al lavoro che aveva saputo conseguire la Donna Italiana tra il 60 e l'80.
Ributtandola indietro nel tempo. Coperta questa ottusa consapevole operazione da tanti coriandoli più o meno vitali di diritto privati. Ma intanto privata inesorabilmente di tanti irrinunciabili diritti sociali.


E nessuno, di noi maschietti, e Donne cooptate dai Nuovi Signori pare abbia avuto poi molto da ridire in questa colossale Controriforma Nazionale anti femminile. Che si è svolta, pare infatti, e per così lungo tempo, all'interno del silenzio più universale.


Questo anche è quel che consente di vedere infatti  l'articolo, a pag 23, e sempre del Corriere della Sera:

" "
Meno opportunità, poche politiche mirate, età d'ingresso elevata e bassi investimenti    In Italia inattività femminile al 48,9%

L'Italia è in ritardo di 23 anni rispetto al resto dell'Europa, e la Campania, prima regione del Sud in quanto a popolazione, in termini di accesso al mondo del lavoro se la gioca con Malta e la Turchia.
Anche nelle aree più avanzate del Nord le donne stentano in quanto a numeri a stare al passo con il resto d'Europa: nel paese dalle due velocità continuano a essere frenate da una zavorra storica, stentano ad entrare nel mercato dell'occupazione e il welfare di certo non le aiuta.

Risultato, in Italia una donna su due non lavora, mentre in Svezia quattro su cinque, hanno un'occupazione. Ecco i dati dell'anno scorso, rivelati dall'Osservatorio di Confartigianato <<Donna Impresa>>:
Il tasso di inattività nel nostro Paese è del 48,9, di oltre 13 punti superiore al 35,5% che è la media dei 27 dell'Unione Europea.
Siamo lontani di anni dai Paesi del Nord, in cui il tasso di inattività delle donne tra 15 e 64 anni registra i valori più bassi. Il minimo del 23,3% è in Svezia, in Germania le donne che non lavorano sono il 29,2%, nel Regno unito il 30,6%, in Francia il 33,7% e anche la Spagna ci distanzia di un bel po' (34,1%). (...)


E prosegue ancora l'articolo citato del Corriere:


"Quali sono le ragioni che disincentivano il lavoro femminile nel nostro Paese?

Sicuramente, la solitudine di fronte alla conciliazione casa-lavoro, secondo Confartigianato. (...)
C'è quindi uno sbilanciamento verso la fascia più anziana della popolazione, mentre viene <penalizzata seriamente la spesa per la famiglia e la maternità>, cui va solo l'1,3% del Pil, come fanno Bulgaria e Portogallo. Peggio di noi solo solo la Polonia (...)
La Germania, per esempio, investe sulla famiglia più del doppio, il 2,8% del Pil, la Francia il 2,5%. Questo comporta tra l'altro che una modesta percentuale di bambini usufruisca di asili nido o servizi innovativi, il 12,5%. Il target europeo è di un bebè su tre. (...) "

(dal Corriere della Sera del 19710 di Melania Di Giacomo)


ECCOLA che emerge LA VERA IMMAGINE DELLA DONNA ITALIANA TRADITA.

Tradita dalla parte retriva e ipocrita del maschile, tradita da troppe omologhe cooptate e come parse appagate guardiane dell'harem, tradita da militanze che non l'hanno difesa e tutelata. Tradita da una nazione scopertasi invecchiata nel cuore e nella mente prima ancora che nel corpo.


Cosicchè quasi oggi appare che il più grande provvedimento di parità di genere da anni invalso in Italia sia stato ridenominare un amaro <mestiere> più antico, in ESCORT.

Adesso siamo più contenti, Progressisti e Conservatori. Alla donna italiana abbiamo compatti reso la scelta più adatta: a Casa od Escort. VERGOGNA. MASCHILE AUTOLESIONISTA.


Ho ritenuto, da uomo, che valesse la pena permettere di vedere, anche a donne - e non da opinioni, ma dai Dati - cosa è veramente accaduto alla DONNA ed ai suoi Figli e Figlie in Italia.  

In questi troppo lunghi decenni recenti coerenti in cui risultano essersi alternati al Governo sia quelli che amano chiamarsi Progresso che quelli che si dicono Conservatori: Una indifferenziata mattanza di diritti di Donne e di figli risulta il loro comune indistinto portato.


E ALLORA, ADESSO?

la Donna italiana, sceglierà il suo meglio da sola.

ma da uomini, che sappiamo non ci sia partita per la nazione, come per la famiglia, senza comune sentire e rispetto per Uomo, Donna e Figli, penso che non abbia più alcuna decenza una quota più o meno larga o miserrima.
Trovo persino aberrante che un Tribunale debba valutare se alla Femmina italiana hanno lasciato uno spazio di quota. Quasi fosse la quota dei panda previsti nel parco perchè sia più vivace.


La Donna italiana è non meno del 50% della nazione, e, con i suoi figli e figlie, fanno larghissima maggioranza.

Allora, le quote, se le assegnino al Lotto.


50/50% le spetta alla Donna, ovunque si voti e si diriga a seguito del voto, per diritto e per autotutela diretta.



Voto a 16 anni gli spetta alle ragazze e ragazzi italiani per autotutela diretta e diritto di sogno.



Messa la decenza e il rispetto dovuto ciascuno al suo posto, la unica speranza della parte migliore della nazione infatti rimane che, su queste basi nuove e leali, la Donna italiana, i suoi Ragazzi e Ragazze nostri italiani, vogliano scendere in campo direttamente, e venire in soccorso al Paese che della loro assenza ne sta morendo. In ogni campo.

Dietro un Programma nuovo, totalmente alternativo e che scelga Lavoro, Diritti, Sviluppo, come leale futuro di Donne, Ragazzi, Ragazze e Uomini. Di buona volontà. E ci sono anche questi nel nuovo percorso.


Badiamo intanto bene tutti, mentre ci pensiamo, gli altri che hanno Potere attuale risulta abbiano già scelto la loro linea del Piave contro il Rinnovamento italiano:
LE PROSSIME ELEZIONI DI PRIMAVERA TUTTE ATTORNO ALL'ORDINE PUBBLICO. Per schivare rendiconti.


Ma la Vittorio Veneto del Rinnovamento italiano, nella partecipazione di tutti, sarà SVILUPPO CONDIVISO E ASSIEME A DONNE E RAGAZZE E RAGAZZI.



O non sarà. 

lunedì 17 ottobre 2011

Un Paese che parla così nella grande informazione lascia ancora ottimisti

Ho potuto leggere, su La Stampa del 17 ottobre appena trascorso un corsivo, in prima pagina, che mi ha lasciato semplicemente a bocca aperta. In poche righe, dono raro di sintesi, pare che 15 ottobre di Roma, del prima, e del dopo, torni tutto al proprio posto. Una nazione che mostra una Informazione di questo lucido buon senso, credo apra il cuore alla speranza. Di tutti noi uomini, donne, ragazzi e ragazze.


Mi sembra giusto poter contribuire a far conoscere anche a chi già non l'abbia letto. Confido che l'Autore consentirà di riportarlo parola per parola, e senza altro minimo commento.


DA LA STAMPA DEL 17 OTTOBRE CORRENTE, pag.1

<< Buongiorno>  di Massimo Gramellini:

 I soliti noti


Chissà se per calcolo o pigrizia mentale, politici e commentatori governativi si comportano come dei Cicchitto qualsiasi e affrontano il fenomeno mondiale degli Indignati attingendo all'armamentario del secolo scorso. Li descrivono come un branco di figli di papà che vanno in piazza perché non hanno voglia di lavorare, violenti e complici dei violenti. Si tratta di una ricostruzione fasulla e stucchevole, che non distinguendo fra Indignati e Infiltrati finisce per fare il gioco di questi ultimi nel cancellare dal dibattito pubblico le ragioni della protesta. Vogliamo ricordarle? Le critiche all'avidità dei banchieri di Francoforte, Londra e Wall Street che hanno assassinato il capitalismo produttivo, avvelenandolo con le loro alchimie finanziarie. La difesa dello Stato Sociale, cioè delle conquiste che, pur fra sprechi evidenti, ci hanno garantito condizioni di sicurezza e benessere mai raggiunte nella storia. Il rifiuto di rinunciare ai propri diritti per consentire ad altri di conservare i propri privilegi. La proposta di una società nuova, fondata sul Noi anziché sull'Io, e contraddistinta dalla partecipazione attiva alla vita del territorio e alla gestione di beni comuni come l'acqua e l'istruzione.
Sono ideali di destra o di sinistra? Boh, non saprei. Sono ideali. E di questi bisognerebbe discutere, non del teppismo dei soliti noti, che dagli stadi ai cortei sono sempre gli stessi, così come sempre la stessa é l'incapacità dello Stato di toglierli di mezzo, una volta per tutte. >>

(da La Stampa del 17/10, pag. 1, di Massimo Gramellini)

sabato 8 ottobre 2011

una informazione tra amiche ed amici su un piccolo Libro

Quando aprii il blog la prima volta anticipai che avevo seguito l'inclinazione, ormai circa due anni or sono, di raccogliere sotto forma di Libro una serie di riflessioni, sorte sopra il tempo presente, sopra il possibile futuro, dedicate in special modo a giovani e giovanissimi.

Quel piccolo Libro ha preso forma di distribuzione adesso nei tipi del Gruppo Edicom Editore scrittori esordienti e con suo titolo COME SARETE,


Perché ne parlo ora? 


Non per auto promozione. Non farò fortuna vendendolo, e non muterà la mia vita il caso contrario.
Potete infatti immaginare cosa possa rendere ad uno sconosciuto uscire la prima volta in forma di stampa libraria. E che io sia uno sconosciuto, ed in specie a chi legge, credo non ci piova.


PERCHE' ALLORA NE PARLO TRA AMICI ED AMICHE DEL WEB.

Perchè, intanto, è da quelle personali riflessioni sul presente, e possibile futuro anche italiano, e che prendeva la forma di una conversazione senza alcuna pretesa, tra un nonno quale sono anche io e una piccola folla di nipotine e nipotini attorno ad un caminetto, sarebbe poi disceso, anche se allora neppure io lo immaginavo, il  http:www.kitfaidate.com oggi nel web.

Il piccolo libro, dal titolo COME SARETE, propone infatti una conversazione tra generazioni se pur tanto diverse. Quella di nonni con quella di nipoti.
Eppure generazioni anche se così diverse che si scoprono, proprio conversando, con ansie, interrogativi, speranze, sogni, tanto condivisi eugualmente.


Non a caso la sua sorta di sottotitolo, e con cui era stato pensato, rimane "Lettera aperta ai giovani ed alle giovanissime italiane da una generazione più anziana e dell'altro millennio". Quella appunto di chi scriveva e scrive anche ora.

Ed il più anziano riteneva di vedere i nostri giovani  e giovanissimi come emarginati, come esclusi, dal grande possibile futuro soprattutto loro; come quanto mai desiderosi, invece, di riprendersi una speranza anche propria ed un ruolo. E su quali possibili valori comuni ed universali anche loro appoggiare questo auspicabile "ritorno" loro al futuro.


Nasceva così questa conversazione virtuale tra generazioni. Apparentemente tanto lontane, ma con sogni e speranze invece vicine. Conversazione un po' su tutto, valori, economia, politica nel suo senso lato di interesse alla cosa ed al bene pubblico, Stato, democrazia, Programmi possibili di un futuro sociale e personale decente per cui valesse la pena battersi.


E la conversazione, come ogni conversazione tra persone che si rispettino, pertanto così anche nel libro, non detta mai le risposte, non propone mai le risposte già fatte da altri. Parla, appunto conversa un po' di tutto sopra il presente e il futuro e lascia ogni questione aperta. Alle possibili scelte personali. Di chi legga. Alle giovani e giovanissimi reali italiani più in generale.

Tutto qui.

Non va in Libreria un erudito, né tanto meno un aspirante scrittore professionale.

Va in Libreria un nonno, come tanti di nonni e di nonne reali, che parla con giovani creature eccezionali del presente; che vede oggi un po' malinconiche ed ancora appartate, perché troppo frustrate dalla società anziana attuale.

PERCHE' ALLORA, DI NUOVO, NELLA FORMA DI PICCOLO LIBRO?

Perchè, in fondo, voleva lasciare una piccola possibile  traccia, più duratura di un sospiro, del vero messaggio che reca: Ragazze, Ragazzi, non siete vinti, non siete deboli, non siete Soli.
Il Futuro di tutti, anche nostro di anziani, è Voi. O non c'è.

Prendete in mano il mondo. E, volate. In alto, inseguendo i vostri sogni migliori. E lasciate a noi anziani la splendida esperienza di vedervi volare. Sicuri. Forti e vincenti.
Raccogliendo così, voi, da terra il testimone della corsa ad un mondo migliore che a noi...c'è caduto di mano.


Tutto questo desiderava restare anche su fogli di carta. Di un Libro. Possibile dunque da leggersi anche nel tempo. Magari inseguendo una personale domanda: cosa pensavano e speravano di noi i nostri nonni e nonne. Perché, di questo, soprattutto, ne restasse possibile traccia non solo privata.

Di una speranza grande, e una certezza di nonni.

Perchè poi, vedete, amici papà e mamme che adorate di certo i vostri ragazzi e ragazze, noi, nonni e nonne, abbiamo però....un sogno tutto nostro speciale: sapere, lasciando la giuda, i nostri e le nostre <protetti> realizzati e felici.


Per chi voglia saperne di più, o anche solo vederne la copertina del Libro COME SARETE, una semplice informazione di servizio.

Può eventualmente farlo nella Home pagina della Edicom Editore sotto http://www.gruppoedicom.it dove tra altri link occhieggia il titolo che cliccato conduce alla pagina relativa.

oppure accedervi direttamente da http://www.guppoedicom.it/store/comersus-viewltel.asp?idProduct=2380

Oppure nel sito  http://www.IBS.it

Di altre presenze eventuali non farò alcun cenno.

QUANTO PRECEDE, INFATTI, NON E' UNA TELEVENDITA.
ma anche esso, a suo modo, una semplice chiacchierata tra amici ed amiche.


A me, personalmente, che so di essere piccino piccino, che il Libro venda, con ogni rispetto anche all'Editore, interessa niente.

Volevo non certo crearmi un nuovo Mestiere.


Piuttosto, volevo gridare ai nostri ragazzi e ragazze. Non vi fate privare e sottrarre il Futuro. Siete Eccezionali. Volate sicuri verso i vostri Sogni migliori.


Il mondo, grazie a Iddio, non finisce con noi più anziani e forse anche un po' stanchi. Il futuro anche nostro  SIETE PROPRIO VOI.

Volate, volate,...verso i sogni reali.

Ed adesso che glielo ho anche scritto, mi sento più sereno di non averglielo taciuto.

mercoledì 5 ottobre 2011

penso che dovremmo soffermarci tutti su questa Formuletta che spiega molte cose

ECCO LA FORMULETTA DELLA ITALIA ATTUALE CONNIVENTE:

3,95 € / ora x sino 14h/gg = Maglie prodotte da donne salvo 5 giovani Donne morte.


Questo credo sia la migliore Fotografia, dolorosissima, del Lavoro italiano sfigurato. E che ha fatto crollare anche Famiglia e pil.
Qui, in fondo riposa gran parte dello sfascio generale morale e sociale attuale italiano.
Credo.

PERCHE', guai a pensare che sia solo Barletta. O solo Puglia.

Questo farebbe terribilmente comodo ha chi l'ha ridotto così, il Lavoro italiano, a chi non vede mai, a chi anche se dovrebbe tutelare per dovere istituzionale non si accorge mai, a chi dovrebbe offrire lavoro vero e aziende competitive senza schiavi e schiave; a chi dovrebbe consentire di fare impresa anche pagando equamente; a chi dice che è solo un'eccezione ma tutto il resto va benone. ECCO LA NOSTRA VERA ITALIA SFIGURATA. Come quelle povere ragazze che cercavano pane, per sé, e le loro famiglie sin negli "scantinati". L'Italia migliore, che non si arrende mai.


A questa Italia che non vede, e che non sente, e che festeggia Primi maggi senza senso, a questa Italia che si "indigna" se lo rendono feriale mentre risulta assente dove serve anche gli altri giorni, occorre un art. 8 in più in manovra, un art. 18 in meno altrove, forse anche un 23 magari.

MENTRE SAREBBE BASTATO SOLO UN 113.

Se chi doveva vedere, chi doveva sapere, chi dovesse tutelare avesse chiamato. NESSUNO L'HA MAI FATTO.


Di quelle infelici coraggiose nostre Donne italiane, che non meritiamo, ci resta anche un ricordo che ci stringe lo stomaco di collera civile "Ci dicevano che le crepe sui muri ce le eravamo disegnate da soli".
UN PENSIERO PER TUTTI NOI ATROCE CHE SIANO POTUTE RIMANERE TANTO SOLE.


Ecco perché l'alternativa non verrà mai proposta dall'ATTUALE CLASSE POLITICA PREVALENTE.
Perché temo che, in Maggioranza, ci siano quelli che non Sentano; ed in Minoranza, quelli che non Vedano.


ANTIPOLITICA? ma facciamola finita di colpevolizzare qualsiasi condanna all'indecente esistente.

Niente appare infatti Più POLITICO  di voler cambiare veramente.



Un piccolo abbraccio, da italiano, a quelle povere famiglie di Donne italiane. CADUTE NEL SOGNO DI UN LAVORO EQUO per tutti. In una nazione loro - ed anche nostra - al momento, risultata largamente bugiarda e vile. E NON SOLO CON LORO.

sabato 1 ottobre 2011

PARLIAMONE ADESSO: un mio messaggio in bottiglia alle ed ai connazion...

PARLIAMONE ADESSO: un mio messaggio in bottiglia alle ed ai connazion...: Ho fatto una cosa un pò folle, forse, tenuto conto che sono soltanto un piccolissimo italiano. Mi permetto infatti di informare che, sul si...

un mio messaggio in bottiglia alle ed ai connazionali affidato al mare del web

Ho fatto una cosa un pò folle, forse, tenuto conto che sono soltanto un piccolissimo italiano.
Mi permetto infatti di informare che, sul sito http://www.kitfaidate.com è stato postato la voce Programma Alternativo di Riforme per lo Sviluppo nel pareggio di bilancio.

E lo ho affidato al grande mare del web.

COME UN MESSAGGIO IN BOTTIGLIA ALLE E AI POPRI CONNAZIONALI.

Perché?


Non si tratta di una iniziativa per una persona, né attende alcun che per sé chi lo ha postato.

Quanto piuttosto della speranza di poter anche così contribuire alla nascita di un dibattito vero tra tutti noi italiani per un Programma alternativo di sviluppo.
Ed alla sua successiva attuazione con una nuova gestione politica coerente emersa indicata, e poi scelta anche elettoralmente, da tutti noi italiani e di ogni età. Anche fosse con l'attuale legge elettorale, come potrebbe accadere anche con firme depositate. perché, in tal caso, ce li sceglieremmo prima tra di tutti noi i designati a rappresentarci, eventualmente.


Con una nuova gestione politica. Necessariamente. dal momento che ormai risulta evidente che la Maggioranza pare aspettare che "passi la nottata" per non cambiare niente.
E la Opposizione parlamentare appare stabilmente assente.


Sembrava dunque obbligato almeno provare a rompere dal basso il guscio mediatico risultato così prevalente: "Non si possono fare altro che tagli."

Si può, pare, invece, fare radicalmente altro e ben diverso. Con migliori risultati attesi. E questo ormai credo dobbiamo provare a farlo sapere. A una intera nazione che non attende pare altro per rimettersi in marcia.


Un colpo di superbia da parte di una ordinaria persona come tante quale io sono sicuramente? No, una paziente raccolta, in un ampio arco di tempo, di quello che sembrava la nostra libera opinione, cultura, professionalità di altri. PER PROVARE A FARE UNA SINTESI IN FORMA DI UN PROGRAMMA VERO ED ALTERNATIVO per il nostro presente.


Aiuterà anche questo a farci parlare tra di noi tutti italiane ed italiani di cose tanto concrete e decisive per il nostro futuro? aiuterà a farci svicolare via da un dibattito attuale prevalente che si vuole intenzionalmente futile e inconcludente proprio per depistare dai problemi veri del presente?


Non so.

La iniziativa mia prova a rispondere infatti anche a una recente sollecitazione a ciascuno di noi sulla grave situazione attuale italiana di D. Tettamanzi:
<E io, che cosa posso fare?>


Perché, vedete, non possiamo più nasconderci che il Lavoro italiano é stato quasi assassinato per lucida scelta di una intera classe dirigente che aveva pensato non ne avesse più bisogno. Questa è la vera crisi globale italiana. La Donna italiana é stata messa in grandi difficoltà, umane e sociali, da una intera classe dirigente che aveva pensato che non ne avesse più bisogno. i nostri Ragazzi e Ragazze li stanno derubando della loro lecita speranza di futuro da una intera classe dirigente che pensava non ne avesse più bisogno.


Non possiamo fare alcun affidamento su di una attuale classe dirigente politica nostra, e chi scrive ama la politica come forma alta di convivenza, che è abituata a mentirci spudoratamente oramai su tutto.


Ha mentito tacendo una colossale svalutazione attuata lucidamente nel corso del passaggio lira/euro. Sempre taciuta indistintamente. Anche da chi avrebbe dovuto dirlo. Ciascuno di noi sa infatti bene che un reddito di 1000€ sono oggi circa 400/500 mila vecchie ire in potere di acquisto. E poi si meravigliano che ci siano suicidi.

Mente percependo usualmente tangenti, il nostro vero Fisco del pizzo, ne ricicla il ricavo spudoratamente in violazione di ogni legge penale e fiscale e ci mente da povera indigente e mente alla giustizia. Anche se ne piange dirlo.

Mente sulle manovre monopartito. Mente sulla nipote di Mubarak, mente sulla Informazione che controlla al 90%, mente sul moralmente diversi, mente sulle pensioni prorogate di anni - giusto o sbagliato che fosse - perché solo così si creerebbero nuovi posti di lavoro.


Da questa condizione, la nostra classe politica attuale non può pertanto in alcun modo guidare una marcia verso il cambiamento nell'alternativa di Programma. Non lo ha mai fatto. E mai lo farà. Perché si suiciderebbe, Essa anche intanto divenuta rendita parassitaria. Su di noi.


QUELLO CHE ALL'ITALIA MANCA VERAMENTE PER RIMETTERSI IN MOTO ALL'ISTANTE CREDO CHE SIA UNA INTERA NUOVA GESTIONE POLITICA ELETTIVA COERENTE a un nostro Programma di Sviluppo coeso.


Allora, cosa potremmo fare, tutti assieme?


Dico la mia piccola speranza augurandomi che ci decidiamo a farlo veramente. Di tempo, ne rimane infatti, molto poco. Prima di non poter più cambiare veramente rotta. Scoprendoci condotti in Grecia. Se non, Iddio non voglia, in Libia.


POTREMMO ATTIVARE TANTI PUNTI DI APPROFONDIMENTO E DI CONTATTO TRA DI NOI WEB.

Avete visto come apre Facebook? un reticolo virtuale interconnesso. Appunto.
Questa infatti è la grande potenzialità che offre il web. Una partecipazione orizzontale di tutti noi a valutare e decidere insieme. Su tutto. Poi, scegliere conseguentemente. Insieme. Su tutto.


Potremmo anche farci rimbalzare quella Bozza di possibile Programma Alternativo http://www.kitfaidate.com come avvio di possibile approfondimento di scelte definitive successive condivise.


POTREMMO CONVERGERE TRA DI NOI IN AREE TERRITORIALI WEB COERENTI


E DA LI UN PUNTO NAZIONALE WEB DI RACCORDO


E lungo questo percorso, costantemente condiviso, avere messo a punto un Programma definitivo fai date che ci rappresenti, avere indicato tutti insieme presenze nostre nuove di rappresentanza che portino in Parlamento in Movimento nuovo largo sperato vincente. Ad attivare il Programma Alternativo verro che ci governi.


Libro dei sogni?

D.Tettamanzi, di sicuro ci presta un suo recente pensiero sopra la crisi nostra nazionale attuale:
<non c'é politica senza un sogno da tradurre in realtà.>


PENSIAMOCI TUTTI BENE. MA PENSIAMOCI.


Temo che un grave errore sarebbe ritenere che potrebbe cambiare le cose un avvicendamento di maggioranze e minoranze parlamentari attuali. NON CAMBIEREBBE NIENTE.

Hanno la medesima politica da sempre. Si disputano solo la gestione e la scelta di tasse. E questo modo la Rendita parassitaria italiana riesce a non perdere mai potere.

Chiunque vinca tra di essi. TANTO SONO TUTTI SUI RAPPRESENTANTI UGUALMENTE.


Ci pensino le Donne italiane, al bivio decisivo tra regresso e ripresa; ci pensino i nostri Giovani e Giovanissime derubati del loro possibile futuro senza pudori; ci penino gli uomini italiani, come me, se queste nostre generazioni debbano rassegnarsi ad essere vissute...per niente che ne valesse la pena veramente.


Chi aggregare, se si voglia aggregare? se si voglia aggregare tra pari a un simile percorso positivo collettivo?

Chiunque si riconosca nel programma prescelto, chiunque si riconosca nell'impegno vincolante ovunque non Violento, chiunque si riconosca in un destino anche personale di Lavoro equo, chiunque si riconosca senza riserve di alcun tipo nella Democrazia come scelta di vita permanente.

Ma viene l'anziano, la giovanissima, la madre di famiglia, l'operaio, l'industriale, il banchiere, il disoccupato, la scienziata, e tanti altri dei più diversi. MAGARI TANTI E DEI PIU' DIVERSI VENGANO DENTRO UNA COMUNE ALLEANZA LARGA DI PROGRESSO.



E le ideologie su cui ci siamo accapigliati per anni tra sorelle e fratelli? in armadio, almeno per un quinquennio di alleanze larghe per un unico progetto: RICOLLOCARE AL CENTRO DELLA NAZIONE IL LAVORO, LA DONNA, I GIOVANI ED I GIOVANISSIMI DENTRO UN VINCOLANTE PROGRAMMA DI SVILUPPO.

Almeno per un quinquennio. Appunto. Quello della grande Alleanza italiana di progresso.


Un sogno grande? per una realtà peraltro completamente attuabile se ci mettiamo assieme in campo?


Questo dipenderà, credo, dalle scelte concrete che ciascuno di noi italiani ed italiane, e di ogni età, compirà tra sé e sé. Nella Liberazione dal Fascismo, abbiamo saputo farla una Alleanza italiana larga vincente. Nella Ricostruzione post bellica abbiamo saputo farlo ugualmente. nel boom degli anni sessanta anche.

E ADESSO?


Penso che la risposta nostra al Quesito, quale essa sarà, la leggeremo comunque nei libri di storia. Perché, credo, niente in Italia rimarrà uguale anche se gireremo il viso dalle scelte che sono adesso solo nostre.




La bottiglia, con il suo piccolo messaggio che reca, ha intanto già iniziato il suo viaggio. Nel web. la troverà nessuno, leggerà nessuno il messaggio ed avrà un seguito di condivisione larga comunque, qualunque sia la forma scelta per realizzarla?


So solo, e non credo solo io, che tra fine inverno e primavera del 2012 voteremo. Dopo, temo sarà tardi per farci un pensiero positivo.


Grazie, e scusate, qualunque strada sceglierete italiani ed italiani miei connazionali. Sapendo che la strada scelta sarà comunque la nostra e vostra stessa sorte scelta.



In certi passaggi di storia personale e patria, io credo, il neutralismo eventuale non é ammesso. E soprattutto  non paga. Perché credo che coincide con il Tempo, per tutti, delle grandi scelte.









giovedì 8 settembre 2011

PARLIAMONE ADESSO: prima applicazione dell'art. 8 di manovra: Licenzi...

PARLIAMONE ADESSO: prima applicazione dell'art. 8 di manovra: Licenzi...: In questo periodo ho dedicato abbastanza spazio a personali riflessioni su una spregiudicata operazione fiscale nazionale detta Manovra. Per...

prima applicazione dell'art. 8 di manovra: Licenziamento di manovratori di un treno finito su un binario morto.

In questo periodo ho dedicato abbastanza spazio a personali riflessioni su una spregiudicata operazione fiscale nazionale detta Manovra. Periodo durante il quale credo che il nostro Parlamento abbia scritto una delle pagine più nere della storia repubblicana parlamentare.

In quanto una maggioranza è arrivata, tra mille ipocrisie e sotterfugi, a quello che aveva avuto sempre in mente: una manovra di sole tasse e sempre solo a chi già le paga. E le minoranze si sono scelte la pubblica patente di complici preziosi o di sprovveduti altrettanto preziosi. Non si può spiegare diversamente delle minoranze parlamentari che sono restate un mese intero, a spese nostre in Senato, ad osservare compunte le evoluzioni dei manovratori. E poi lì a strapparsi i capelli in eurovisione che gli hanno messo la fiducia all'ultima ora. Ma che sorpresa! A riprova, se mai occorreva, che la politica economica e fiscale nazionale risulta da tempo divenuta, nella sua sostanza, se ne serviva la riprova, MONOPARTITO.

Il risultato vero, di tante chiacchiere e liete sollecitazioni, appare infatti questo.
Il 10% degli italiani che già oggi detiene il 50% della ricchezza nazionale è riuscito a non farsi mettere neanche una lira vera di Tasse. Su una manovra di 54 miliardi quasi tutta di sole tasse. Come già prima.
Il resto di italiani, che già le pagava le tasse e perdeva Servizi, continuerà a mantenere gli esentati, e chi li rappresenta, più già di prima. E a proprie sole spese.

E la verifica ulteriore senza minima decenza di chi oggi comandi veramente in Italia la ritroviamo, EMBLEMATICA, nella storiella dei provvedimenti di <lotta epocale all'evasione>.
I presunti provvedimenti contro la evasione, si legge sulla stampa, sono previsti con efficacia solo su fatti successivi alla loro entrata in vigore. Per rispettare la regola italiana che non si toccano con la retroattività i diritti acquisiti.
TUTTO IL RESTO DI MANOVRA DEMOLISCE INVECE CON ASSOLUTA TRANQUILLITA' I DIRITTI ACQUISITI.

 I rappresentanti di questa casta vera nazionale, indistintamente dalla loro collocazione parlamentare, sono per parte propria riusciti nella sceneggiata di chiacchiere basta casta, ed al dunque si sono scansati da ogni taglio. Pur minimo su di se stessi. Anzi, pare si siano accomodati meglio sui privilegi economici e di tasse proprie che già prima avevano. Alla fine, l'unica vittima della sceneggiata di tagli ai costi della politica, messa in piedi per il volgo, cioè tutti noi, risulterà il bar del Senato.

Chiunque ha un po di testa le conclusioni infatti già le sta traendo.

L'Ocse conferma nelle proprie statistiche che la famiglia italiana risulta quella che ha perso più potere di acquisto tra gli Stati censiti.

Il Fondo Monetario, proprio ieri, mentre i manovratori e i loro efficaci pali trafficavano nel binario morto di sviluppo votando 54 miliardi di nuove imposte ed ancor minori Servizi, ha ridotto nuovamente per la seconda volta, in un mese, la sua previsione di crescita italiana 2012. Passandola infatti dal precedente 0,7% di agosto allo 0,5% di ieri. Grazie alla manovra in corso.

Perché la Ue, e solo lei, appare invece contenta?
credo perché questa cosiddetta manovra italiana nella sua ultima versione settembrina le da la ragionevole certezza che, sino al 2013, anche in recessione, è prevedibile che saremo così in grado almeno di rimborsare gli interessi sul debito pubblico. Ovvero, di non fallire sull'istante. Come Stato italiano. E di dare così il tempo necessario, prevedibilmente, alle banche Ue di darsela a gambe dal debito italiano che hanno ancora in portafoglio. Cioè questa manovra recessiva, per ora, almeno gli salvaguarda le banche Ue.

E noi?
Personalmente questa é l'ultima riflessione personale sopra questa cosiddetta manovra.
Perché non serve a niente continuare eventualmente a farlo.

Adesso la questione decisiva rimane infatti un'altra.
Tra chi indica di volersi astenere, e chi di non votare, oggi i sondaggi indicano ammontare a circa il 45% complessivo dei potenziali elettori italiani.

La posta vera del momento italiano risulta divenire pertanto se, aggregando un altro 10% almeno di italiani ed italiane, questa area grande di cambiamento vero elettorale già apparsa esistente riuscirà a raccordarsi tutta assieme in un progetto nuovo ed alternativo di sviluppo e lavoro. E a rappresentarselo da sé anche in Parlamento coerente.

E di conseguenza se riuscirà a realizzare democraticamente con il voto, nella più assoluta non violenza, qualunque legge elettorale le si ponga da usare, il prepensionamento della classe politica italiana dirigente attuale.
Con il licenziamento in blocco. Da giusta causa: ex art. 8 di manovra.

Tutto il resto, temo, come sempre, non servirà praticamente a niente.

lunedì 5 settembre 2011

Lettera aperta al Segretario della CGIL Camusso

gent.ma Segretario Camusso,

mi permetto di rivolgermi a lei, pur non iscritto, come italiano. Le anticipo che trovo del tutto giusta e comprensibile la iniziativa di domani del suo Movimento. Non solo per il sacrosanto diritto di poterlo fare, ma anche perché mi è apparso, cosa che ho pubblicamente detto e scritto, pur nella mia modestia, uno dei tentativi seri di riportare al centro dell'attenzione il Lavoro ed i suoi redditi equi. Dal momento che resto più che mai convinto che la crisi italiana, e non solo, sia soprattutto una crisi da POVERTA' DI MASSA e da MANCANZA DI LAVORO EQUO.

Perché allora le scrivo?

Ho letto proprio oggi che il suo Movimento ha inteso impedire domani l'uscita del Corriere della Sera in concomitanza dello Sciopero Generale indetto.
Posto che sia così, ma non credo che la nota di prima pagina del Direttore menta, non entro minimamente nelle motivazioni. Sicuramente importanti e su cui non metto bocca, con rispetto.

Quello che volevo annotare, Gent.ma Segretario, è che il Corriere della Sera, lo dico da usuale lettore, mi risulta uno dei pochi giornali italiani senza tesi a priori. Sul quale, pur consentendo o dissentendo come ovunque, appare possibile farsi una idea ragionevolmente fondata su quel che succede in Italia, Europa, ed anche altrove. Io, ad esempio vi ho letto anche il suo Landini in una intervista di notevole spessore e che altrimenti avrei ignorato quei pensieri. Domani, sembra che sarò privato di quel faro anche personale.

Ma non è questo tuttavia che volevo segnalarle. Il mio piccolo messaggio, in fondo, si riduce ad una rispettosa domanda.

Ben Ali e Mubarak, sono caduti per l'indignazione del loro popolo soltanto, o perché, assieme, l'informazione internazionale, anche la nostra, non ha mai spento i fari su quelle sacrosante rivolte popolari?
Quelle piazze del Nord Africa, avrebbero mai vinto su governi imbelli quanto prepotenti, se avessero inalberato, contemporaneamente cartelli. Spegnete tutta l'informazione in segno di solidarietà, finché non avremo vinto?

Grazie dell'attenzione e buon lavoro per tutti noi a lei ed al Suo Movimento. Anche domani, giorno sicuramente importante per tutti anche noi e non violento.
Cordialmente, mario staffaroni

domenica 4 settembre 2011

Italia consociata, addio.

Vorrei condividere alcune grandi constatazioni che emergono oggi sulla nostra cara Italia e su tutti di noi.

Per una volta, pertanto, anche da parte mia la parola agli <amati> sondaggi.
Col permesso, beninteso, del dr. Renato Mannheimer e del giornale  Corriere della Sera che li pubblica alla sua pag. 13 di oggi 4 settembre, eccone dunque alcuni stralci significativi. Sotto il titolo già significativo:
"Esecutivo criticato da 8 italiani su 10
Ma il calo dei consensi travolge anche l'opposizione "
L'azione del governo non risulta gradita alla gran parte della popolazione, ma c'è anche la valutazione critica sull'operato dell'opposizione.
Quasi l'80% degli italiani dichiara di giudicare negativamente l'operato dell'esecutivo negli ultimi mesi. Come si sa, anche in precedenza la maggioranza degli elettori esprimeva un parere critico sull'azione dei nostri ministri. Il livello del dissenso è tuttavia aumentato notevolmente, passando dal 74% rilevato a fine giugno (e dal 66% di gennaio) al 79% di oggi. In questo momento, solo poco più del 18% degli italiani approva le scelte recenti dell'esecutivo.


L'ampiezza di questo dissenso implica che esso non coinvolge solo l'elettorato delle forze politiche di opposizione, ma è diffuso anche, sia pure in misura minore, tra chi, ancora oggi, dichiara di votare i partiti di governo. Ad esempio, esprime un giudizio negativo sull'esecutivo più di un quinto (23%) dell'elettorato del Pdl e addirittura metà di quello della Lega nord. (...)

Anche la fiducia nella persona del presidente del Consiglio è drasticamente diminuita, anche se supera, seppure di pochissimo, quella espressa per il governo nel suo insieme. Oggi poco meno del 20% degli italiani manifesta <<molta>> o <<moltissima>> fiducia nel Cavaliere: un anno fa era i 36%, ciò mostra un calo di consensi drammaticamente significativo. (...) " "


MA ADESSO E' CHE VIENE IL BELLO, SI FA PER DIRE NATURALMENTE, PROSEGUENDO A SCORRERE IL SONDAGGIO pubblicato dal Corriere della Sera:

"Tutto ciò non ha giocato, tuttavia, a favore dell'opposizione. Anzi.
Congiuntamente alla caduta di consenso per il governo, si è verificata nell'ultimo periodo una diminuzione netta di valutazioni positive per l'operato dell'opposizione, che oggi non superano il 13%, mentre più dell'83% si esprime criticamente verso il centrosinistra.
Appaiono particolarmente severi gli imprenditori, i liberi professionisti e i lavoratori autonomi, ma anche tra gli operai più dell'80% non approva le scelte recenti dei partiti di opposizione.

Si ha prova dell'ampiezza del dissenso dall'analisi delle risposte in relazione alle intenzioni di voto. E' vero che, come ovvio, più del 90% degli elettori del Pdl è critica nei confronti del centrosinistra, ma sorprende che lo sia anche il 60% degli elettori del Pd (dunque la maggioranza assoluta sembra, almeno in questo caso, dissentire dall'operato del partito) e più del 70% dei votanti per l'idv di di Pietro. (...) "

(si ringrazia Renato Mannheimer/Corriere della Sera, pag. 13 del 4/9/2011.)
ndr. i grassetti e gli stacchi di testo sopra riportato sono della riproposizione, il testo richiamato si produce in monocarattere corsivo nel suo intero)


CHE COSA VUOLE DIRE, QUESTO SONDAGGIO IN FONDO SOPRA TUTTI NOI STESSI?

Intanto, penso, una prima cosa.

La <barriera> mediatica prevalente, soprattutto video, non ha funzionato a spargere profumi pensosi sopra l'operato complessivo gestionale italiano. Il popolo italiano, cioè noi tutti stessi, mostra di aver compreso e bene cosa si stia veramente facendo, come, e da parte di chi. E infatti dissente.
Perchè puoi anche essere un genio mediatico, come lo era certo anche Mussolini, ma quando ti trovi a propagandare una guerra già persa con le ballerine, mentre cadono le bombe alleate già accanto anche al palco, c'è poco da addolcire alla storia che irrompe in diretta dentro il <circo>.


Ma nel sondaggio su di noi stessi, credo che lasciamo emergere una seconda cosa. Forse anche più decisiva e dirompente della prima: L'OPPOSIZIONE NON CRESCE, ANZI CROLLA DI CONSENSO PURE ESSA.


E questa, almeno apparentemente, risulta una cosa molto strana. Perchè accade?

Da che mondo è mondo, infatti, le maggioranze, in passaggi per esse dure, cedono di consenso. Infatti, giù i laburisti e Cameron dilaga. Si ritira Zapatero e già i sondaggi danno vincente la sua opposizione parlamentare. La cancelliera tedesca ondeggia, ma cresce in contemporanea la sua opposizione parlamentare. Lo stesso sembra accada in Francia. 
In Italia invece no: giù entrambi nella perdita contemporanea di consenso, maggioranza e minoranza parlamentare. E COME MAI?

Una risposta potrebbe essere, magari, sono le inchieste giudiziarie. Non credo proprio. E poi, che c'entrerebbe l'Ivd?




Proviamo ad entrare allora più addentro alla grande questione che si manifesta qui da noi.


Cosa ha caratterizzato, e caratterizza le opposizioni parlamentari europee emerse già, o date prossime, vincenti sulle  maggioranze preesistenti? UNA PROPOSTA POLITICA LORO FORTEMENTE ALTERNATIVA.

In Italia anche: NO.

Non vuole essere questo un giudizio prevenuto. Ma una semplice constatazione. Altrimenti anche qui diverrebbe <disinformazione>.


E stata infatti intesa la proposta alternativa di manovra dell'opposizione? invero apparsa come un lampo per dovere di presenza e svanita lesta dall'orizzonte?
Da quel che si è potuto vedere E' RISULTATA ANCHE ESSA UNA <MANOVRA DI SOLE TASSE>. Ne più ne meno a quella del Governo.

La "grande" differenza delle due Manovre risultate ancora di sole TASSE senza sviluppo? Una diversa parziale attenzione agli esentati, nell'una e nell'altra. A ragione di cercare di salvaguardare preferenzialmente il proprio <zoccolo> dell'insediamento elettorale rispettivo. Per il resto, a filosofia d'ispirazione, appare gemella. Un clone. E questo stanno fotografando i sondaggi: L'elettorato mostra di averlo ben capito di essere in presenza, in parlamento, di una politica economica sostanzialmente MONOPARTITO.

Già questo basterebbe per tagliare le ali alle speranze proprie di vittoria di qualsiasi Opposizione parlamentare. Risultare un clone della politica economica governativa.


Ma se a qualcuno di noi, fossero rimasti dei dubbi, si è incaricato di dissolverli la condotta politico parlamentare dell'Opposizione vista subordinata, nell'occasione, alla più infelice plateale <CONSOCIAZIONE>.

E' evidente che sulla <casa comune> che brucia non si fa speculazione bassa, nemmeno ostruzionismo senza ragione. Ma un conto è fare il pompiere, anche dall'Opposizione, un conto fare la <spalla> del piromane....

E allora ecco l'opposizione che arriva <trafelata> a frragosto al Senato dalla spiaggia. Prima anche della maggioranza. Qua la manovra, che non va, ma ve la lasciamo ugualmente approvare di corsa che ci serve. Nessuno se la fila, e nessuno le fornisce niente, tuttavia. Mentre la maggioranza proponente si dilania in video tra mi sanguina il cuore e mi fa schifo. Cambiandola, di sera e di mattina senza posa, come fosse una brandina.

E che fa l'opposizione palamentare italiana? si incupisce, cerca di far approvare adesso la propria di manovra nella latitanza della maggioranza, convoca d'imperio il governo a riferire d'urgenza? NEMMENO PER IDEA.

A giorni alterni, come le targhe, la opposizione parlamentare, in blocco, risulta pietire in video. Dateci sta manovra vostra da farvi approvare, decidetevi su, fate i bravi. Non abbiate timore di noi, che già quella di luglio, di manovra vostra di tasse, ve la abbiamo fatta approvare in sei giorni. Forza, che non sappiamo più cosa fare, in Senato, se non vi decidete. Abbiamo finito le parole crociate, al bar interno hanno aumentato i prezzi, e così adesso viene anche sete. Ma sta manovra vostra, quando la date, ad una minoranza che non vi creerà problemi?

C'è da meravigliarsi che con questa conduzione pubblica, e ostentata, l'intenzione di voto e di consenso crolli anche all'opposizione parlamentare, in Italia? NO, credo. VISTO CHE L'OPPOSIZIONE, ELETTORALMENTE, PARE SUICIDATA.

Perchè, allora, accade?


Perchè, ormai da ventanni, sono caduti i muri e forse anche le terrazze, ma la gestione politica italiana rimane CONSOCIATA.

Che cosa vuol dire nella realtà reale?
Che si scrive maggioranza e minoranza parlamentare elettorale, si coniuga dell'Amore o Geneticamente Diversi, ma dietro a queste baggianate per i fessi, nella spiccia realtà, decidiamo, e soprattutto gestiamo, TUTTI ASSIEME e sempre CONCORDI.


Solo che adesso, l'elettorato e la pubblica opinione, cioè noi tutti, come rivela il sondaggio citato, MOSTRA DI AVELO CAPITO. E lo rigetta questo dannosissimo minuetto ipocrita sopra le sue tasse e sopra il suo futuro.

Non gli basta più sentirsi dire <la colpa e del solo presidente del consiglio> o <la colpa è del segretario del Pd> quando poi vede alla buvette i fiduciari deliberare assieme. Quando poi vede in ballo la propria esistenza stessa, quella dei figli, il proprio lavoro onesto. E SI DISGUSTA.

La consociazione italiana ha fatto dunque, e fa il suo mestiere, e nelle emergenze soccorre, come da sempre,  il suo <nemico> apparente. Visto che hanno sempre deciso e gestito in fondo assieme. Ma questa volta, forse, è stato fatto un errore di troppo. Si è fatto i consociati, a telone aperto. Del palco.
E volano pomodori, verdure, ortaggi, sui Consociati alti e pure bassi. Dal pubblico pagante che fa tremare il tetto di fischi.


Questo pare dicono i sondaggi su di noi: L'Italia non si vuole più consociata nei disastri, l'Italia si prepara ad altre scelte sue VERAMENTE ALTERNATIVE. Di rappresentanza e di gestione reale.


I colpi di coda dei <caimani> della rendita parassitaria diffusa consociata saranno ancora forse molti. MA LA STRADA, APPARE APERTA.


VERSO IL NUOVO NELLA DEMOCRAZIA.


Nei sondaggi citati risulta infatti esservi scritto in filigrana, a maggioranza elettorale vera: CONSOCIAZIONE ITALIANA ADDIO. Si va verso l'ALTERNATIVA VERA, DI PROGRAMMI E GESTIONE SUCCESSIVA.

Questa sarà infatti, io credo, la Primavera possibile, democratica, non violenta italiana. Col consenso pieno anche dei Mercati....


















martedì 30 agosto 2011

IL BUGIARDINO ovvero Istruzioni annesse al prodotto

La giornata è molto calda, ma una Manovra rimanovrata da chi l'aveva già imposta per Decreto Legge quale propria scelta e che risulta però gli <facesse schifo>, mentre adesso risulta che gli <piace>, meritava un attimo di concentrazione alla macchina da scrivere. Per immortalare l'occasione.


Campeggia sul tabellone dello Stadio: LE PENSIONI NON SONO STATE TOCCATE. SONO SALVE GRAZIE A NOI.

E logicamente in molti a spellarsi le mani tra il pubblico pagante: Bene, Bravi, Bis.

Poi, anche se a <mani spellate> fai un attimo di conti. Via il recupero del militare, via il recupero del corso di laurea - nel calcolo degli anni lavorativi prima del diritto individuale di pensione - e, sbagliato o giusto averlo fatto, ti vien fuori che l'età lavorativa sembrerebbe solo così allungata a settantanni.


Ma le pensioni non le abbiamo mica toccate. Quelle di parlamentari....




Presidente, andiamo bene con l'operazione verità. Glielo dice lei o glielo diciamo noi che temo continuino a risultare <bugiardi> intemerati?


Prima niente mani nelle tasche, adesso niente tasche nelle mani. Naturalmente, sempre di italiani. Una Manovra devastante allo sviluppo già di per sé, risultata trasformata in un colossale, quanto forse inutile, SPOT ELETTORALE a nostre spese. E con un Budget previsto di 50 miliardi.




Intanto, mentre manovratori operavano giorno e notte sullo spot, in contemporanea, il Fondo Monetario comunicava di aver rivisto al ribasso la PREVISIONE DELLA CRESCITA ITALIANA PER IL PROSSIMO ANNO 2012: dal già spettacolare 0,8% allo 0,7 %.

Mentre il dato sui <consumi italiani> pare indichi, e sempre proprio ieri, un ritorno del volume dei consumi a quelli di dieci anni. Addietro. Più o meno alla metà del tempo dei bugiardi rimproverato dal nostro presidente. Che parlava credo di ventanni di bugiardi.


Ancora una <Manovra> buttata alla discarica indifferenziata della Rendita parassitaria italiana. Perché anche un bimbo credo comprenda bene che, con quella <crescita> prevista e se va bene, i saldi 2013 non centreranno mai il pareggio di bilancio pubblico 2013. E anche di  molto. Per crollo di entrate in recessione di lavoro e consumi e maggiori spese. Anche statali.
Eccellente risultato, per un investimento di 50 miliardi.


Comunque, grida manzoniane alla Lotta intemerata all'evasione che si porta anche quest'anno a casa, zitta zitta, e indisturbata, i soliti 120/150 miliardi di tasse evase: Stiamo ammassando Forze e Armamenti al Brennero. Spezzeremo le reni all'evasione....
Piccolo particolare di colore: il Ministero che <manovra> al Brennero pare che sia lo stesso che non <incassa>.


E ne se fosse magari nostro un nuovo spot pubblicità progresso, non solo mediatico, da magliette e auto e magari come questo?  CHI MANOVRA MANOVRA ANCHE TE.  DIGLI DI SMETTERE.


Tradotto in un grido di dolore che tempo addietro leggevo su un sito di ragazzi e ragazze abruzzesi sopra le loro immutate pene che naturalmente temo nessuno lenisca tuttora, e se non mi tradisce il ricordo nel farne trascrizione, credo si traducesse anche lo spot precedente di qui sopra in: IAVATTENNE!!!!







mercoledì 24 agosto 2011

INIZIAMO A DIRCI LE VERITA': una crisi da povertà di massa

Il Presidente della Repubblica ci ha recentemente invitato tutti ad un esame di coscienza collettivo come individuale: Abbiamo sempre detto la Verità sulla grave situazione economica? Personalmente prendo a prestito l'autorevolissima esortazione per domandarmi: ABBIAMO SEMPRE DETTO LA VERITA' SULLA GRAVE CRISI MONDIALE ATTUALE?

La mia personale risposta è: NO. ABBIAMO, E COSI' LARGAMENTE PARE CONTINUIAMO, MENTITO SPUDORATAMENTE SULLA GRAVE CRISI GLOBALE.

Perchè?

La vulgata corrente è che questa crisi sia una sorta di <punizione> quasi divina a ceti acculturati sciuponi e dediti al prevalente spasso personale. Responsabili più o meno unici della crisi anche attuale.

Qualcosa di vero, probabilmente, c'è anche in questo. Come in ogni cosa. Ma questo qualcosa non giustifica i tantissimi <Torquemada> flagellanti che imperversano da autorevolissime poltrone planetarie ben esentate  e che incitano governi appari assai spesso più che consenzienti: tagliate ogni beneficio, ogni stato sociale, tagliate, fate penitenza e non vi lamentate, popoli lussuriosi impenitenti di diritti magari elementari...


Poi, inatteso, inciampi in Corriere della Sera Economia pag. 35 del 23 agosto corrente e leggi:


< Blomberg News

Da Washington 1200 miliardi agli istituti Usa.  >

Si abbiamo letto bene. 1200 miliardi di denaro pubblico: vale a dire quasi l'equivalente di due terzi dell'intero debito pubblico italiano storico sono stati versati, in neanche due anni ai bilanci privati di alcune primarie istituzioni finanziarie e bancarie, da parte di un solo stato nazionale.

E così prosegue l'articolo per rendersi più chiaro:

< Nel 2006, Citigroup e Bank of America erano le regine incontrastate del settore finanziario statunitense. Le dieci più grandi istituzioni finanziarie americane riportavano utili per 104 miliardi di dollari.
Due anni dopo, il collasso del mercato immobiliare obbligava queste stesse istituzioni a prendere in prestito 669 miliardi di dollari della Federald Reserve.

Stando a Blomberg News, il salvataggio del sistema finanziario da parte del presidente della banca centrale americana Ben Bernanke sarebbe costato oltre 1.200  miliardi di dollari. (...)


L'importo dei prestiti Fed in base ai programmi di sostegno è arrivato a 1.200 miliardi di dollari. Il Tarp (maxipiano di salvataggio del settore bancario) aveva un valore totale pari a 700 miliardi di dollari. La Fed non ha perso denaro sui suoi prestiti.
Ma Blomberg stima che i 1.200 miliardi sarebbero bastati a estinguere i 6,5 milioni di mutui americani su immobili il cui valore è inferiore all'importo del prestito. >>
(di R.Fi.)


L'articolo consente di fare giustizia definitiva di una serie di equivoci interessati. La crisi mondiale non è iniziata dai derivati. Ma dal crollo dei mutui immobiliari americani. E' stata una crisi da <povertà di reddito> del cittadino medio americano trovatosi incapace di sostenerne il pagamento delle rate con proprie entrate insufficienti.


Le banche americane, e le Agenzie di garanzia pubblica, sono state investite da una insolvenza di massa; e hanno coinvolto, nella loro insolvenza, gran parte della finanza internazionale che aveva <comprato> quei loro debiti privati che erano stati finanziati.
E pertanto, quasi tutti gli stati più sviluppati, Europa per prima, hanno adottato la stessa strategia: inondare di denaro dei bilanci pubblici le proprie principali banche trovatesi sul rischio di fallire per scomparsa di troppi crediti esigibili dai loro portafogli. Come gli Stati Uniti.

Devastando, contemporaneamente, i bilanci degli stessi Stati. A debito. E siamo all'oggi. Dove il debito di Stati che non riesce a ridursi, infatti minaccia di far fallire le stesse banche prima aiutate e oggi detentrici, a loro volta,  di larga parte di quei debiti statali. Debiti pubblici fatti in larga parte proprio per salvarle. alle banche. Ma medesimi Debiti che adesso rimettono a rischio le Banche in quanto potenziali nuovi pubblici insolventi.

Così che adesso gli Stati aggrediscono la loro stessa popolazione per tentare di ripianare con tasse a tagli quegli incomprimibili bilanci pubblici di nazioni che non crescono. Per mancanza di risorse delle popolazioni sempre più vessate. Mentre quelli un po' più lungimiranti, di Stati, che avevano saputo intanto anche crescere, ma adesso si ritrovano a chiedersi, stagnanti: e adesso a chi vendo se nessuno mi compra?

Era l'unico percorso, quello di affrontare la crisi generalizzata dei debitori americani salvando i loro creditori ed abbandonando i debitori al proprio destino?




La possibile risposta alternativa la fornisce per l'estremo voluto paradosso la stessa Blomberg News: <i 1.200 miliardi di dollari erogati sarebbero bastati ad estinguere i 6,5 milioni di mutui americani su immobili il cui valore è inferiore a quell'importo>


Che cosa ne consegue, apparentemente? che la crisi, anche con meno dispiego di pubbliche risorse, si sarebbe potuta anche affrontare dal lato del Debitore, come Roosevelt.

Magari non certo necessariamente estinguendo con denaro pubblico i 65 milioni di mutui stessi. Ma certo con <politiche> di sostegno attivo ai cittadini americani trovatisi in massa divenuti incapienti. Magari con alleggerimenti fiscali a loro, magari promuovendo la capacità d'impresa di dare lavoro a retribuzioni più eque, magari con sostegni leciti a nuclei familiari, magari...

In questo modo i debitori stessi, rifocillati, avrebbero continuato, semplicemente, a pagare e onorare i propri mutui. E ALTRETTANTO SEMPLICEMENTE NON CI SAREBBE STATA, DI CONSEGUENZA, LA CRISI GLOBALE.

Non ci sarebbe stato il crollo del mercato mobiliare americano, non ci sarebbe stata la recessione mobiliare americana - e non solo - conseguente, non ci sarebbe stato lo spossessamento di milioni di americani della loro casa rendendoli ancora di più indigenti, non ci sarebbe stata la ricaduta - soprattutto europea - da crollo dei bilanci statali e tasse conseguenti devastanti. Soprattutto, non ci sarebbe la recessione europea da popoli scopertisi resi indigenti come Spagna, Grecia, Irlanda, Italia,...


Ma se poteva dare un diverso approccio alla crisi dei vantaggi possibili, ed anche consistenti, perché non lo hanno fatto?

PERCHE' E' POTERE. CREDO DIREBBE ROOSEVELT.


Con il ricorso letteralmente a interi bilanci di Stati sono stati salvati ristrettissimi Gruppi di azionariato bancario e creditizio.  Questo rimane il fatto certo. E il conto, adesso, sono a pagarlo proprio quegli stessi che già prima erano indigenti.


Il cerchio pare vada spezzato, al passaggio dell'ultimo pagatore: il popolo. Con democratico voto e rappresentanze democraticamente scelte e dedite allo sviluppo dentro bilanci in pareggio o ancora meglio. E che salvano banche mettendo lecitamente in condizione i debitori, con i loro redditi da lavoro, di ripagare i prestiti- O sarà povertà di massa planetaria temo. Che, peraltro, non è da sempre, la migliore consigliera.

Una ultima cosa a proposito della domanda presidenziale se ci si è detti sempre <tutta> la verità sopra la crisi nostra italiana che in vero non viene tutta da banche. Ma da gestioni altrettanto auto referenziali negli interessi protetti.



Oggi leggevo < il premier ai suoi: troppe iniquità>.


E detto da parte di chi - nella sua decisiva veste di presidente del consiglio -  ha fatto approvare una Manovra <urgentissima>, a Ferragosto, per Decreto legge. Così che fosse subito esecutiva. E con un Ministro che pochi giorni prima, alle parti sociali che gli chiedono, ci anticipi qualcosa, pare rispondesse: Un decreto fiscale non può venire illustrato in anteprima. Una sceneggiata? E da parte di chi ha fatto una conferenza stampa personale per illustrarne gli indiscussi benefici della manovra varata. Che smaneggiare a questo modo un decreto fiscale esecutivo è quasi aggiottaggio di Borsa...

Stendiamo un velo pietoso.

No, non stiamo dicendo alcuna verità. Non pare ne abbiamo neppure la minima intenzione. PERCHE' E' POTERE.


E a proposito, sapete cosa si leggeva il 22 agosto su La Stampa, nella nota di prima pagina di massimo Gramellini ed al riguardo della soppressione <a casaccio> dei piccoli Comuni italiani prevista in manovra?

<<(...) Volete sapere quale risparmio formidabile ci porterà la disarticolazione del sistema nervoso dei Comuni? Sei milioni di euro. Su una manovra di 50 miliardi. Poco più di quanto ci costa ogni anno il ristorante della Camera: 5 milioni e mezzo. Proporrei uno scambio secco: ci teniamo i piccoli Comuni e obblighiamo i deputati a iniziare uno sciopero della fame contro se stessi >>

BUON APPETITO















lunedì 22 agosto 2011

Grazie Presidente Napolitano


Ho potuto leggere oggi, sulla informazione nazionale, ampi passaggi dell'intervento al Meeting di Rimini del nostro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Da italiano ho trovato eccezionale il Suo modo di affrontare le questioni anche più delicate, anche le più gravi, anche le più severe per una intera nazione. A rappresentare concretamente l'aspetto migliore e vitale della <politica> quando la interpreta un grande leader come irrinunciabile strumento del bene comune e della comune anche nostra partecipazione. Ho trovato anche un grande esempio di capacità di comunicare il linguaggio e le forme in cui il suo intervento si è espresso.

Per questo, e senza altri commenti di chi scrive, desidero annotarne nel mio blog alcuni passaggi dei più significativi. Riassunti sotto la efficace sintesi dello stesso servizio sul Corriere della Sera , pag, 6 di oggi:

<<Bisogna parlare il linguaggio della verità>>

Ecco ampi stralci del discorso pronunciato dal capo dello Stato al Meeting di Cl


(...) E' un fatto che ormai da settimane, da quando l'Italia e il suo debito pubblico sono stati investiti da una dura crisi di fiducia e da pesanti scosse e rischi sui mercati finanziari, siamo immersi in un angoscioso presente, nell'ansia del giorno dopo, in un'obbligata e concitata ricerca di risposte urgenti. A simili condizionamenti, e al dovere di decisione immediate, non si può naturalmente sfuggire. Ma non troveremo le vie d'uscita soddisfacenti e durevoli senza rivolgere la mente al passato e lo sguardo al nuovo (...)

L'Unità e il linguaggio della verità.
d'altronde, anche nel celebrare il centocinquantenario dell'Unità, abbiamo teso a tracciare un filo che congiungesse il passato storico, complesso e ricco di insegnamenti, il problematico presente e il possibile futuro dell'Italia (...) Ebbene abbiamo insistito tanto, e con pieno fondamento, su quel che l'Italia e gli italiani hanno mostrato di essere in periodi cruciali del loro passato, e sulle grandi riserve di risorse umane e morali, d'intelligenza e di lavoro di cui disponiamo, perchè le sfide e le prove che abbiamo davanti sono più che mai ardue, profonde e di esito incerto. Questo ci dice la crisi che stiamo attraversando. Crisi mondiale, crisi europea, e dentro questo quadro l'Italia, con i suoi punti di forza e con le sue debolezze, con il suo carico di problemi antichi e recenti, di ordine istituzionale e politico, di ordine strutturale, sociale e civile (...)

Ma dinanzi a fatti così inquietanti, dinanzi a crisi gravi, bisogna parlare (...) il inguaggio della verità: perchè esso <<non induce al pessimismo, ma sollecita a reagire con coraggio e lungimiranza.
Abbiamo, noi qui, in Italia, parlato in questi tre anni il linguaggio della verità? Lo abbiamo fatto abbastanza, tutti noi che abbiamo responsabilità nelle istituzioni, nella società, nelle famiglie, nei rapporti con le giovani geverazioni?

Stiamo attenti, dare fiducia non significa alimentare illusioni; non si dà fiducia e non si suscitano le reazioni necessarie, minimizzando i nodi critici della realtà, ma guardandovi in faccia con intelligenza e con coraggio (...)


Le difficoltà sono serie, complesse, per molti aspetti non sono recenti (...) Ad esse ci riporta la crisi che stiamo vivendo in questa fase, nella quale si intrecciano questioni che a noi spettava affrontare da tempo e questioni legate a profondi mutamenti e sconvolgimenti del quadro mondiale. Ma se a tutto ciò dobbiamo guardare, anche nel momento in cui ci apprestiamo a discutere in Parlamento nuove misure d'urgenza, bisogna allora finalmente liberarsi da approcci angusti e strumentali.



Possibile che si sia esitato  a riconoscere la criticità della nostra situazione e la gravità effettiva delle questioni, perchè le forze di maggioranza e di governo sono state dominate dalla preoccupazione di sostenere la validità del proprio operato, anche attravero semplificazioni propagandistiche  e comparazioni consolatorie su scala europea? 




Possibile che da parte delle forze di opposizione, ogni criticità della condizione attuale del Paese sia stata ricondotta a omissioni e colpe del governo, della sua guida e della coalizione su cui si regge? 
(...)


Si impone perciò una autentica svolta per rilanciare una crescita di tutto il Paese - Nord e Sud insieme, una crescita meno diseguale, che garantisca una più giusta distribuzione di reddito, una crescita ispirata a una nuova visione e misurazione del progresso, su cui si sta lavorando ormai da anni, su cui si sta riflettendo in qualificate sedi internazionali.
Al di là del Pil (...) in queste sedi si è richiamata l'attenzione su altri fattori: <<E' certamente vero che, nel determinare il benessere delle persone, gli aspetti quantitativi ( a cominciare dal reddito e dalla speranza di vita) contano, ma insieme a essi contano anche gli stati soggettivi e gli aspetti qualitativi della condizione umana.>>



E' a tutto ciò che bisogna pensare quando ci si chiede se le giovani generazioni, quelle già presenti sulla scena della vita e quelle future, potranno (...) aspirare a progredire rispetto alle generazioni dei padri come è accaduto nel passato. La risposta è che esse possono aspirare e devono tendere a progredire nella loro complessiva condizione umana (...)


Questa autentica svolta che oggi si impone passa, naturalmente, attraverso il sentiero stretto di un recupero di affidabilità dell'Italia, in primo luogo del suo debito pubblico.
E quì non si tratta di obbedire al ricatto dei mercati finanziari, o alle invadenze e alle improprie pretese delle autorità europee, come dicono alcuni, forse troppi.

Si tratta di fare i conti con noi stessi, finalmente e in modo sistematico e risolutivo: ho detto e ripeto che lasciare quell'abnorme fardello del debito pubblico sulle spalle delle generazioni future significa macchiarci di una vera e propria colpa storica e morale. (...)


Lotta all'evasione, crescita e riforme.


Anche al da là della manovra oggi in discussione, e guardando alla riforma fiscale che si annuncia, occorre un impegno categorico; basta con assuefazioni e debolezze nella lotta a quella evasione di cui l'Italia ha ancora il triste primato, nonostante apprezzabili ma troppo graduali e parziali risultati.
E' una stortura, dal punto di vista economico, legale e morale, divenuta intollerabile, da colpire senza esitare a ricorrere ad alcuno dei mezzi di accertamento e di intervento possibili.


L'Italia è chiamata a recuperare affidabilità non solo sul piano dei suoi conti pubblici, sul piano della cultura, della stabilità finanziaria, ma anche e nello stesso tempo sul piano della sua capacità di tornare a crescere più intensamente. (...)


Una svolta capace di rilanciare la crescita e il ruolo dell'Italia implica riforme (...)


Ma potrà anche l'apporto insostituibile della politica e dello Stato manifestarsi in modo da rendere possibile il superamento delle criticità e delle sfide che oggi stringono l'Italia?

Ci sono mementi in cui - diciamolo pure - si può disperarne. Ma non credo ad una impemeabilità della politica che possa durare ancora a lungo, sotto l'incalzare degli eventi, delle sollecitazioni che crescono all'interno e vengono dall'esterno del Paese. Il prezzo che si paga per il prevalere - nella sfera della politica - di calcoli di parte e di logiche di scontro sta diventando insostenibile. (...)


Spetta anche a voi, giovani, operare, premere in questo senso: e predisporvi a fare la vostra parte impegnandovi nell'attività politica (...)

(dall'intervento del Presidente della Repubblica/Corriere della Sera al Meeting di Cl a Rimini)


Desidero da questo piccolo blog - non solo da italiano, ma mia anche personale - trasmettere al Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano la più viva adesione ed apprezzamento alle Sue parole da Grande Statista in Rimini. Mostrandoci anche come la Politica migliore, anche quella italiana, quando è disinteressata, rimane la strada migliore per poter gestire democraticamente tutti assieme anche i momenti severi verso la speranza. Se a parlare sia chi <sa parlare il linguaggio semplice della verità>.

GRAZIE PRESIDENTE.