lunedì 12 dicembre 2011

Il Terzo Stato

L'<Antico Regime>


questa definizione di un'epoca storica socio economica europea, che andava più o meno dal 1500 al 1700, fu usata per la prima volta dai rivoluzionari francesi. Per indicare quegli assetti socio economici che essi volevano cambiare.

L'<antico Regime> che governava i più grandi Stati nazionali Europei di allora, aveva un sovrano. Detto Assoluto, perché faceva il bello ed il cattivo tempo a propria discrezione ai sudditi senza alcun loro controllo. Gli abitanti di quegli Stati non erano cittadini come noi li intendiamo, ma appunto sudditi. Perché potevano solo ubbidire.

La Società europea, allora, sotto di lui, il Sovrano, era divisa in Ordini, o Stati. Molto, ma molto simili alle Caste Indù; vi si entrava per nascita e vi si fuoriusciva molto ma molto di rado.


Gli Ordini erano:

Nobili: vi si entrava per nascita, e vivevano di rendita; erano esenti da leggi e da fisco, e consideravano il lavoro una vergogna, perché vivevano del loro saccheggio interno di altri.

Alto Clero: come sopra, allora.

Terzo Stato: il più numeroso, eppure senza diritti e che manteneva col suo lavoro e la ricchezza prodotta tutti gli altri tramite le tante tasse e balzelli che subiva.
Il Terzo Stato era composto dalla Borghesia (così chiamata perché abitava appunto i Borghi delle città, dove erano i loro laboratori artigiani e magazzini) , cioè tutti coloro che producevano tramite attività, botteghe, commerci, professioni; Contadini; e la nascente manodopera Dipendente. Tutto questo era quasi il 90% della popolazione in quegli allora Stati europei come Francia ed Inghilterra. Ma ogni potere e diritto era di quel 10% che se li era messi sotto i piedi.

CI DICE NIENTE?


Poi, in Inghilterra per prima, e poi in Francia, il loro rispettivo Terzo Stato, quello dei senza diritti e che però manteneva tutti, si allearono tra loro; e sbancarono non senza qualche <dissenso> dei deposti, e dure lotte, il loro rispettivo MONARCA. Instaurando su quegli stessi Paesi, Inghilterra per prima, e poi Francia, la supremazia, anche sul Re e la Nobiltà, del Parlamento democraticamente eletto.
E siamo all'oggi.

Perché a Democrazia Parlamentare, esercitata tramite le scelte del libero voto personale, se lo sono dati, e offerti poi a tutti nel tempo, il Terzo Stato produttivo di ogni nazione europea. Sottraendo agli Oligarchi di allora l'esclusiva del potere, del fisco, e del diritto sull'altrui stessa esistenza.


CI RISIAMO?

Il sospetto almeno qui in Europa, é grande.

Visto anche l'assalto in corso alla Democrazia reale ed effettiva, visto il saccheggio di ogni bene e di chi produce effettuato col fisco dai nuovi potenti esenti. Visto l'enorme spostamento di ricchezza che queste scelte producono. In Italia, oggi, il 10% della popolazione detiene circa il 47% circa dell'intera ricchezza nazionale. E già si convive con grandi aree di nuovi indigenti.

Ciascuno tragga le proprie conclusioni.


Giova forse tenere a mente che la Democrazia, inteso come Sistema di Scelte Collettive affidato alla maggioranza della popolazione che le esprime tramite il suo voto, ricompare in Europa, a governare gli Stati, dopo oltre 2000 anni in cui non fu più possibile esercitarlo al popolo.

Perché scomparve per tanto tempo la democrazia del voto come forma delle scelte di governo, e perché oggi è ricomparsa in così tante aree del mondo?


La scelta del modo di governo di una nazione non risulta affatto casuale. Ma discende in via diretta dalle scelte economiche e sociali che vi dominano al suo interno.

Vale a dire che un Sistema Democratico a scelta elettorale universale funziona soltanto se la distribuzione della ricchezza entro quella nazione è sufficientemente diffusa. E se la speranza di benessere è altrettanto diffusa. In questo caso, le scelte alternative effettuate con il voto, finiscono comunque per rappresentare e tutelare l'interesse largamente prevalente.


Ma se scelgo di concentrare l'intera ricchezza della nazione in un numero sempre più ristretto di mani, lasciando nella inadeguatezza e persino miseria fasce sempre più larghe e numerose di nazione - alla quale medesima parte poi chiedo anche di mantenere la minoranza degli unici beneficiati - va da se che non posso più affidarmi alle decisioni collettive elettorali. Perché quelle altrui decisioni che sono largamente maggioranza, finirebbero per premiare la redistribuzione di ricchezza. Ostacolandone, o impedendone persino, l'accentramento in favore di pochi.


Dunque, un Sistema di ricchezza sempre più concentrata, prima o poi si troverà a fare i conti con la sua sconfitta. O con la archiviazione della democrazia a favore di Sistemi più ristretti ed autoritari di governo.


La società <borghese> sorta dalle rivoluzioni inglese  e francese aveva naturale la scelta di governo elettorale e la democrazia: perché viveva di una ragionevole distribuzione della ricchezza. E di una crescente aspettativa di miglioramento collettivo.


La Società dei Nuovi Oligarchi, unici beneficiari delle Rendite,  non può coabitare a lungo con la Democrazia.
Ecco perché l'Europa attuale Ue opera con Strutture senza democrazia. Ecco perché l'Italia ha fatto enormi regressi in questo ultimo ventennio nell'esercizio effettivo della Democrazia. Perché sono entrambi Sistemi che hanno favorito e agevolato la concentrazione crescente della ricchezza collettiva in poche mani.


Il processo prevede di incontrare  un suo punto critico di non ritorno sia Comunitario che Italiano. O il processo di indebolimento della democrazia si inverte e le scelte elettorali collettive invertono il ciclo attuale delle scelte economiche e sociali.
O le scelte economiche e sociali attuali valicheranno - a breve -  il confine <oltre la democrazia> per potersi consolidare definitivamente.

Credo che, in questo tempo,   ci siamo proprio dentro: l'una possibilità, o l'altra del <non ritorno>.

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