venerdì 11 novembre 2011

Se cade un regime

Quello che penso è che in Italia non è caduto un governo, ma un regime; di 40 anni almeno.

Se il nuovo governo, qualunque esso sia, non darà questa percezione visibile temo che non evocherà l'unione. Quella di popolo. L'unica che serve. Perché l'unica che vince.

Perché le unità nazionali vere, nelle emergenze gravi - e nella caduta dei regimi - sono solo di popolo; e non dei dignitari supersiti che cercano solo di riciclarsi. Il compito di un governo transitorio, da sempre e ovunque, quando cade un regime, è di gestire al meglio il corrente. Mentre riporta intanto alle elezioni, già indette, sul proporzionale e preferenza. L'unico sistema elettorale che garantisce tutti e già della Costituente.

Un programma di governo emergenziale?

200 miliardi di Fisco evaso + 60 miliardi da corruzione di sistema + 15 miliardi di tagli immediati ai costi globali (25 miliardi) della intera politica di centro e di periferia = 215 miliardi di manovra immediata per nuovo Fisco dimezzato e pil al 4%; poi subito a seguire riformiamo il resto per uno Stato vivibile a tutti.



Perché quello che è crollato assieme al Regime è il "patto repubblicano" tacito preesistente: tu non paghi le tasse e mi ringrazi col pizzo alla politica obbligatorio ovunque; e quanto alle esigenze dello Stato, quelle le affrontiamo a debito.

Questo sistema è crollato: perché ha ucciso sviluppo, lavoro equo, diritti della donna e dei ragazzi e le ragazze al loro sacrosanto lecito futuro.

L'Italia nostra, di noi italiani ed italiane, è una grandissima nazione, risultata tenuta ancora umiliata alla catena da degli sciagurati...

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