In questo periodo ho dedicato abbastanza spazio a personali riflessioni su una spregiudicata operazione fiscale nazionale detta Manovra. Periodo durante il quale credo che il nostro Parlamento abbia scritto una delle pagine più nere della storia repubblicana parlamentare.
In quanto una maggioranza è arrivata, tra mille ipocrisie e sotterfugi, a quello che aveva avuto sempre in mente: una manovra di sole tasse e sempre solo a chi già le paga. E le minoranze si sono scelte la pubblica patente di complici preziosi o di sprovveduti altrettanto preziosi. Non si può spiegare diversamente delle minoranze parlamentari che sono restate un mese intero, a spese nostre in Senato, ad osservare compunte le evoluzioni dei manovratori. E poi lì a strapparsi i capelli in eurovisione che gli hanno messo la fiducia all'ultima ora. Ma che sorpresa! A riprova, se mai occorreva, che la politica economica e fiscale nazionale risulta da tempo divenuta, nella sua sostanza, se ne serviva la riprova, MONOPARTITO.
Il risultato vero, di tante chiacchiere e liete sollecitazioni, appare infatti questo.
Il 10% degli italiani che già oggi detiene il 50% della ricchezza nazionale è riuscito a non farsi mettere neanche una lira vera di Tasse. Su una manovra di 54 miliardi quasi tutta di sole tasse. Come già prima.
Il resto di italiani, che già le pagava le tasse e perdeva Servizi, continuerà a mantenere gli esentati, e chi li rappresenta, più già di prima. E a proprie sole spese.
E la verifica ulteriore senza minima decenza di chi oggi comandi veramente in Italia la ritroviamo, EMBLEMATICA, nella storiella dei provvedimenti di <lotta epocale all'evasione>.
I presunti provvedimenti contro la evasione, si legge sulla stampa, sono previsti con efficacia solo su fatti successivi alla loro entrata in vigore. Per rispettare la regola italiana che non si toccano con la retroattività i diritti acquisiti.
TUTTO IL RESTO DI MANOVRA DEMOLISCE INVECE CON ASSOLUTA TRANQUILLITA' I DIRITTI ACQUISITI.
I rappresentanti di questa casta vera nazionale, indistintamente dalla loro collocazione parlamentare, sono per parte propria riusciti nella sceneggiata di chiacchiere basta casta, ed al dunque si sono scansati da ogni taglio. Pur minimo su di se stessi. Anzi, pare si siano accomodati meglio sui privilegi economici e di tasse proprie che già prima avevano. Alla fine, l'unica vittima della sceneggiata di tagli ai costi della politica, messa in piedi per il volgo, cioè tutti noi, risulterà il bar del Senato.
Chiunque ha un po di testa le conclusioni infatti già le sta traendo.
L'Ocse conferma nelle proprie statistiche che la famiglia italiana risulta quella che ha perso più potere di acquisto tra gli Stati censiti.
Il Fondo Monetario, proprio ieri, mentre i manovratori e i loro efficaci pali trafficavano nel binario morto di sviluppo votando 54 miliardi di nuove imposte ed ancor minori Servizi, ha ridotto nuovamente per la seconda volta, in un mese, la sua previsione di crescita italiana 2012. Passandola infatti dal precedente 0,7% di agosto allo 0,5% di ieri. Grazie alla manovra in corso.
Perché la Ue, e solo lei, appare invece contenta?
credo perché questa cosiddetta manovra italiana nella sua ultima versione settembrina le da la ragionevole certezza che, sino al 2013, anche in recessione, è prevedibile che saremo così in grado almeno di rimborsare gli interessi sul debito pubblico. Ovvero, di non fallire sull'istante. Come Stato italiano. E di dare così il tempo necessario, prevedibilmente, alle banche Ue di darsela a gambe dal debito italiano che hanno ancora in portafoglio. Cioè questa manovra recessiva, per ora, almeno gli salvaguarda le banche Ue.
E noi?
Personalmente questa é l'ultima riflessione personale sopra questa cosiddetta manovra.
Perché non serve a niente continuare eventualmente a farlo.
Adesso la questione decisiva rimane infatti un'altra.
Tra chi indica di volersi astenere, e chi di non votare, oggi i sondaggi indicano ammontare a circa il 45% complessivo dei potenziali elettori italiani.
La posta vera del momento italiano risulta divenire pertanto se, aggregando un altro 10% almeno di italiani ed italiane, questa area grande di cambiamento vero elettorale già apparsa esistente riuscirà a raccordarsi tutta assieme in un progetto nuovo ed alternativo di sviluppo e lavoro. E a rappresentarselo da sé anche in Parlamento coerente.
E di conseguenza se riuscirà a realizzare democraticamente con il voto, nella più assoluta non violenza, qualunque legge elettorale le si ponga da usare, il prepensionamento della classe politica italiana dirigente attuale.
Con il licenziamento in blocco. Da giusta causa: ex art. 8 di manovra.
Tutto il resto, temo, come sempre, non servirà praticamente a niente.
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