lunedì 17 ottobre 2011

Un Paese che parla così nella grande informazione lascia ancora ottimisti

Ho potuto leggere, su La Stampa del 17 ottobre appena trascorso un corsivo, in prima pagina, che mi ha lasciato semplicemente a bocca aperta. In poche righe, dono raro di sintesi, pare che 15 ottobre di Roma, del prima, e del dopo, torni tutto al proprio posto. Una nazione che mostra una Informazione di questo lucido buon senso, credo apra il cuore alla speranza. Di tutti noi uomini, donne, ragazzi e ragazze.


Mi sembra giusto poter contribuire a far conoscere anche a chi già non l'abbia letto. Confido che l'Autore consentirà di riportarlo parola per parola, e senza altro minimo commento.


DA LA STAMPA DEL 17 OTTOBRE CORRENTE, pag.1

<< Buongiorno>  di Massimo Gramellini:

 I soliti noti


Chissà se per calcolo o pigrizia mentale, politici e commentatori governativi si comportano come dei Cicchitto qualsiasi e affrontano il fenomeno mondiale degli Indignati attingendo all'armamentario del secolo scorso. Li descrivono come un branco di figli di papà che vanno in piazza perché non hanno voglia di lavorare, violenti e complici dei violenti. Si tratta di una ricostruzione fasulla e stucchevole, che non distinguendo fra Indignati e Infiltrati finisce per fare il gioco di questi ultimi nel cancellare dal dibattito pubblico le ragioni della protesta. Vogliamo ricordarle? Le critiche all'avidità dei banchieri di Francoforte, Londra e Wall Street che hanno assassinato il capitalismo produttivo, avvelenandolo con le loro alchimie finanziarie. La difesa dello Stato Sociale, cioè delle conquiste che, pur fra sprechi evidenti, ci hanno garantito condizioni di sicurezza e benessere mai raggiunte nella storia. Il rifiuto di rinunciare ai propri diritti per consentire ad altri di conservare i propri privilegi. La proposta di una società nuova, fondata sul Noi anziché sull'Io, e contraddistinta dalla partecipazione attiva alla vita del territorio e alla gestione di beni comuni come l'acqua e l'istruzione.
Sono ideali di destra o di sinistra? Boh, non saprei. Sono ideali. E di questi bisognerebbe discutere, non del teppismo dei soliti noti, che dagli stadi ai cortei sono sempre gli stessi, così come sempre la stessa é l'incapacità dello Stato di toglierli di mezzo, una volta per tutte. >>

(da La Stampa del 17/10, pag. 1, di Massimo Gramellini)

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