mercoledì 24 agosto 2011

INIZIAMO A DIRCI LE VERITA': una crisi da povertà di massa

Il Presidente della Repubblica ci ha recentemente invitato tutti ad un esame di coscienza collettivo come individuale: Abbiamo sempre detto la Verità sulla grave situazione economica? Personalmente prendo a prestito l'autorevolissima esortazione per domandarmi: ABBIAMO SEMPRE DETTO LA VERITA' SULLA GRAVE CRISI MONDIALE ATTUALE?

La mia personale risposta è: NO. ABBIAMO, E COSI' LARGAMENTE PARE CONTINUIAMO, MENTITO SPUDORATAMENTE SULLA GRAVE CRISI GLOBALE.

Perchè?

La vulgata corrente è che questa crisi sia una sorta di <punizione> quasi divina a ceti acculturati sciuponi e dediti al prevalente spasso personale. Responsabili più o meno unici della crisi anche attuale.

Qualcosa di vero, probabilmente, c'è anche in questo. Come in ogni cosa. Ma questo qualcosa non giustifica i tantissimi <Torquemada> flagellanti che imperversano da autorevolissime poltrone planetarie ben esentate  e che incitano governi appari assai spesso più che consenzienti: tagliate ogni beneficio, ogni stato sociale, tagliate, fate penitenza e non vi lamentate, popoli lussuriosi impenitenti di diritti magari elementari...


Poi, inatteso, inciampi in Corriere della Sera Economia pag. 35 del 23 agosto corrente e leggi:


< Blomberg News

Da Washington 1200 miliardi agli istituti Usa.  >

Si abbiamo letto bene. 1200 miliardi di denaro pubblico: vale a dire quasi l'equivalente di due terzi dell'intero debito pubblico italiano storico sono stati versati, in neanche due anni ai bilanci privati di alcune primarie istituzioni finanziarie e bancarie, da parte di un solo stato nazionale.

E così prosegue l'articolo per rendersi più chiaro:

< Nel 2006, Citigroup e Bank of America erano le regine incontrastate del settore finanziario statunitense. Le dieci più grandi istituzioni finanziarie americane riportavano utili per 104 miliardi di dollari.
Due anni dopo, il collasso del mercato immobiliare obbligava queste stesse istituzioni a prendere in prestito 669 miliardi di dollari della Federald Reserve.

Stando a Blomberg News, il salvataggio del sistema finanziario da parte del presidente della banca centrale americana Ben Bernanke sarebbe costato oltre 1.200  miliardi di dollari. (...)


L'importo dei prestiti Fed in base ai programmi di sostegno è arrivato a 1.200 miliardi di dollari. Il Tarp (maxipiano di salvataggio del settore bancario) aveva un valore totale pari a 700 miliardi di dollari. La Fed non ha perso denaro sui suoi prestiti.
Ma Blomberg stima che i 1.200 miliardi sarebbero bastati a estinguere i 6,5 milioni di mutui americani su immobili il cui valore è inferiore all'importo del prestito. >>
(di R.Fi.)


L'articolo consente di fare giustizia definitiva di una serie di equivoci interessati. La crisi mondiale non è iniziata dai derivati. Ma dal crollo dei mutui immobiliari americani. E' stata una crisi da <povertà di reddito> del cittadino medio americano trovatosi incapace di sostenerne il pagamento delle rate con proprie entrate insufficienti.


Le banche americane, e le Agenzie di garanzia pubblica, sono state investite da una insolvenza di massa; e hanno coinvolto, nella loro insolvenza, gran parte della finanza internazionale che aveva <comprato> quei loro debiti privati che erano stati finanziati.
E pertanto, quasi tutti gli stati più sviluppati, Europa per prima, hanno adottato la stessa strategia: inondare di denaro dei bilanci pubblici le proprie principali banche trovatesi sul rischio di fallire per scomparsa di troppi crediti esigibili dai loro portafogli. Come gli Stati Uniti.

Devastando, contemporaneamente, i bilanci degli stessi Stati. A debito. E siamo all'oggi. Dove il debito di Stati che non riesce a ridursi, infatti minaccia di far fallire le stesse banche prima aiutate e oggi detentrici, a loro volta,  di larga parte di quei debiti statali. Debiti pubblici fatti in larga parte proprio per salvarle. alle banche. Ma medesimi Debiti che adesso rimettono a rischio le Banche in quanto potenziali nuovi pubblici insolventi.

Così che adesso gli Stati aggrediscono la loro stessa popolazione per tentare di ripianare con tasse a tagli quegli incomprimibili bilanci pubblici di nazioni che non crescono. Per mancanza di risorse delle popolazioni sempre più vessate. Mentre quelli un po' più lungimiranti, di Stati, che avevano saputo intanto anche crescere, ma adesso si ritrovano a chiedersi, stagnanti: e adesso a chi vendo se nessuno mi compra?

Era l'unico percorso, quello di affrontare la crisi generalizzata dei debitori americani salvando i loro creditori ed abbandonando i debitori al proprio destino?




La possibile risposta alternativa la fornisce per l'estremo voluto paradosso la stessa Blomberg News: <i 1.200 miliardi di dollari erogati sarebbero bastati ad estinguere i 6,5 milioni di mutui americani su immobili il cui valore è inferiore a quell'importo>


Che cosa ne consegue, apparentemente? che la crisi, anche con meno dispiego di pubbliche risorse, si sarebbe potuta anche affrontare dal lato del Debitore, come Roosevelt.

Magari non certo necessariamente estinguendo con denaro pubblico i 65 milioni di mutui stessi. Ma certo con <politiche> di sostegno attivo ai cittadini americani trovatisi in massa divenuti incapienti. Magari con alleggerimenti fiscali a loro, magari promuovendo la capacità d'impresa di dare lavoro a retribuzioni più eque, magari con sostegni leciti a nuclei familiari, magari...

In questo modo i debitori stessi, rifocillati, avrebbero continuato, semplicemente, a pagare e onorare i propri mutui. E ALTRETTANTO SEMPLICEMENTE NON CI SAREBBE STATA, DI CONSEGUENZA, LA CRISI GLOBALE.

Non ci sarebbe stato il crollo del mercato mobiliare americano, non ci sarebbe stata la recessione mobiliare americana - e non solo - conseguente, non ci sarebbe stato lo spossessamento di milioni di americani della loro casa rendendoli ancora di più indigenti, non ci sarebbe stata la ricaduta - soprattutto europea - da crollo dei bilanci statali e tasse conseguenti devastanti. Soprattutto, non ci sarebbe la recessione europea da popoli scopertisi resi indigenti come Spagna, Grecia, Irlanda, Italia,...


Ma se poteva dare un diverso approccio alla crisi dei vantaggi possibili, ed anche consistenti, perché non lo hanno fatto?

PERCHE' E' POTERE. CREDO DIREBBE ROOSEVELT.


Con il ricorso letteralmente a interi bilanci di Stati sono stati salvati ristrettissimi Gruppi di azionariato bancario e creditizio.  Questo rimane il fatto certo. E il conto, adesso, sono a pagarlo proprio quegli stessi che già prima erano indigenti.


Il cerchio pare vada spezzato, al passaggio dell'ultimo pagatore: il popolo. Con democratico voto e rappresentanze democraticamente scelte e dedite allo sviluppo dentro bilanci in pareggio o ancora meglio. E che salvano banche mettendo lecitamente in condizione i debitori, con i loro redditi da lavoro, di ripagare i prestiti- O sarà povertà di massa planetaria temo. Che, peraltro, non è da sempre, la migliore consigliera.

Una ultima cosa a proposito della domanda presidenziale se ci si è detti sempre <tutta> la verità sopra la crisi nostra italiana che in vero non viene tutta da banche. Ma da gestioni altrettanto auto referenziali negli interessi protetti.



Oggi leggevo < il premier ai suoi: troppe iniquità>.


E detto da parte di chi - nella sua decisiva veste di presidente del consiglio -  ha fatto approvare una Manovra <urgentissima>, a Ferragosto, per Decreto legge. Così che fosse subito esecutiva. E con un Ministro che pochi giorni prima, alle parti sociali che gli chiedono, ci anticipi qualcosa, pare rispondesse: Un decreto fiscale non può venire illustrato in anteprima. Una sceneggiata? E da parte di chi ha fatto una conferenza stampa personale per illustrarne gli indiscussi benefici della manovra varata. Che smaneggiare a questo modo un decreto fiscale esecutivo è quasi aggiottaggio di Borsa...

Stendiamo un velo pietoso.

No, non stiamo dicendo alcuna verità. Non pare ne abbiamo neppure la minima intenzione. PERCHE' E' POTERE.


E a proposito, sapete cosa si leggeva il 22 agosto su La Stampa, nella nota di prima pagina di massimo Gramellini ed al riguardo della soppressione <a casaccio> dei piccoli Comuni italiani prevista in manovra?

<<(...) Volete sapere quale risparmio formidabile ci porterà la disarticolazione del sistema nervoso dei Comuni? Sei milioni di euro. Su una manovra di 50 miliardi. Poco più di quanto ci costa ogni anno il ristorante della Camera: 5 milioni e mezzo. Proporrei uno scambio secco: ci teniamo i piccoli Comuni e obblighiamo i deputati a iniziare uno sciopero della fame contro se stessi >>

BUON APPETITO















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