Questa cosiddetta Manovra di Ferragosto, fatta ancora una volta su rimedi posticci alla disperata, senza riformare lo Stato e senza imboccare lo sviluppo nel lavoro diffuso per tutti, si confermerà puntualmente anche essa soldi gettati. Perché al primo stormire di vento, senza crescita nazionale, saremo più poveri e punto a capo. Di nuovo.
Accade però, con la cosiddetta manovra estiva ultima, un fatto nuovo: essa aggredisce frontalmente il ceto medio italiano, quello della impresa, del lavoro e delle professioni.
Desidero dedicare questo post al <ceto medio> italiano. Del lavoro sia autonomo che subordinato e delle professioni.
Quella <terra> di mezzo sociale di buona volontà che in Europa introdusse la Democrazia come modo di condividere lo Stato. E la tirò così, all'Europa, fuori dal suo medioevo col lavoro. Quella <terra di mezzo> che da sempre coopta ed accoglie entro i suoi confini chiunque in una nazione abbia buona volontà e un progetto comune di condivisione positivo.
Questo ceto medio italiano che adesso si scopre senza rappresentanza politica e sociale e senza difese, esso che pur è la maggioranza vera della nazione; in una nazione da troppo tempo in mano a gruppi d'interesse ristretti che l'hanno saccheggiata. Consegnato il suo parlamento a minoranze elettorali tramite opportune Leggi premiali per non venire disturbati. Mentre intanto spostavano il cinquanta per cento circa della ricchezza nazionale in mano al 10% di italiani.... Perché è poi questa la vera Italia da Bancaitalia 2010!
Ma se il ceto medio italiano positivo, da sempre portatore di un progetto di sviluppo, si risveglia, ed esce dalla irrilevanza socio politica in cui l'hanno racchiuso la tenaglia oggi dominante delle ideologie <dell'Amore> e dell'<eticamente superiori>, e si allea con tutti i produttori di ricchezza nazionale nel lavoro, con la Donna ed i Giovani e Giovanissimi, allora credo che la partita politica italiana cambierebbe.
E si aprirebbe anche da noi la stagione della primavera italiana vincente e non violenta.
Tutto questo comincerà a chiarirlo già il settembre che arriva. Se ad agosto abbiamo assistito ad un "massacro erariale" preventivo, o qualcuno, sbagliando dosi e momenti pur con cuori grondanti, abbia risvegliato involontariamente il gigante buono italiano.
A questo corpo sociale positivo che si sveglia desidero dedicare, senza commento alcuno uno stralcio dell'articolo di Massimo Gramellini letto sul quotidiano La Stampa di sabato 13 agosto corrente pag. 7.
E dal titolo " Il lamento del Medio Alto:
< (...) Punto primo. Mi sono scocciato di pagare per il finanziamento di una giostra su cui non esercito alcun controllo. Il debito lo avete fatto voi e lo saldo io. Ma avrò almeno il diritto di pretendere che la smettiate di indebitarvi? A quanto pare no. Io vorrei che i miei soldi - il frutto del lavoro quotidiano e non di una eredità o di un gratta e vinci - servissero a finanziare le scuole e gli asili nido, a umanizzare le carceri, a ripulire gli ospedali, a pagare gli stipendi degli insegnati, dei poliziotti e degli impiegati che svolgono con impegno la loro missione di servitori dello Stato. Invece so già che verranno gettati tra le fauci del Carrozzone Pubblico, che se li divorerà in sol boccone per poi rivoltarsi famelico contro di me, chiedendomi altro cibo. So già che la politica, cioè quell'accozzaglia di affaristi senza ideali che ne usurpa il nome, li userà per tenere in piedi gli enti inutili, le baracche elettorali, le torme di parassiti che campano da decenni alle spalle dei contribuenti. Non è dunque il prelievo in sé a indignarmi. Ma la sua assoluta inutilità. In attesa di riforme strutturali, che dopo vent'anni di chiacchiere sono ancora e sempre <<allo studio>>, i miei soldi serviranno solo a perpetuare un sistema che non mi piace, a garantire la pace sociale dei furbi, non quella dei poveri.
Punto secondo. accetto di farmi spremere, ma non di farmi prendere in giro. Quelli che vengono contrabbandati come tagli alla politica sono in realtà tagli ai servizi degli enti locali, che si rivarranno sui cittadini, cioè di nuovo, sempre e soltanto su di noi.
Punto terzo. Trovo giusto che in tempo di crisi, chi guadagna meno di me non contribuisca allo sforzo (anche se poi lo fa, con i tagli alle tredicesime e alle pensioni). Mentre trovo ingiusto che il collega che guadagna quanto me, ma ha cinque figli a carico, non abbia diritto a uno sconto. Il padre di una famiglia numerosa che incassa 90 mila euro lordi l'anno (circa 4000 netti al mese) non è un Super Ricco e nemmeno un Medio Alto. E' un Medio Impoverito che deve già versare più degli altri per medicinali e tasse scolastiche dei figli, e che da domani non avrà più neanche i mezzi per tentare di scuotere, con i suoi consumi, l'encefalogramma piatto dell'economia. (...)
Ultimo punto (ma che é di gran lunga il primo). Mi sta bene che i poveri non paghino. Ma perché non pagano neanche i ricchi veri? A Lugano le banche hanno dovuto mettere fuori i cartelli: cassette di sicurezza esaurite. Segno che nei giorni scorsi un esercito di compatrioti ha sfondato le frontiere per andare a nascondere del denaro. Sono i signori del secondo e del terzo Pil (il nero e il mafioso). Quelli con il Pil sullo stomaco. Gli Irrintracciabili. Scommettiamo che il più facoltoso di loro dichiarerà al fisco 89.999 euro? Li disprezzo. Persino più dei politicanti. (...) > (da La Stampa del 13 agosto)
Altro scalino di ceto medio italiano vistosi angariato e sbeffeggiato dai manovratori, e sempre su La Stampa del 13 agosto pag. 7 :
< L'imprenditore: <<Io, onesto e scoraggiato>>
"(...) Ieri sul suo blog, ha lanciato un nuovo allarme legato (anche) alla manovra. <<Come molti miei colleghi onesti (quelli che non hanno la holding in Lussemburgo, che non pagano tangenti, che pagano le tasse, che rispettano le norme di sicurezza, non fanno lavorare gente in nero, ecc) mi sto scoraggiando e mi sto chiedendo se ne vale la pena>>, ha scritto. Sottolineando che pagare il contributo di solidarietà del 10% equivale a <<lavorare più per questo Stato inefficiente e sprecone che per me>>."
Un altro spezzone, di ceto medio e Medio Basso italiano, quello della più parte del lavoro dipendente pubblico e privato, ha appena dichiarato oggi 14 agosto con il Segretario Generale della CGIL che questa manovra contro chi lavora chiamerà Sciopero Generale.
Un altro spezzone di ceto medio italiano Donna, si è raccolto a milioni nelle piazze italiane della primavera scorsa a dire BASTA!
Un altro spezzone ancora di ceto Medio italiano quello forse più pregiato perché del futuro stesso italiano - i GIOVANI E GIOVANISSIMI - sono saliti anche sopra i tetti appena pochi mesi fa a gridare il loro accorato : Ridateci il nostro futuro....
Quale appare la vera ragione del momentaneo insuccesso di così' tanti <lamenti > Bassi, Medi, Alti italiani. E che comunque fanno la maggioranza schiacciante anche elettorale italiana?
Penso sia soprattutto che si sono lamentati ognuno per sé per così dire. Cioè segmentati, nel proprio <lamento> pur sacrosanto temporale.
Così, per un <Potere> multicolore e che si è intanto rubato anche la preferenza elettorale per non sbagliare, diviene una passeggiata ignorare uno per volta i <lamenti> entro una Emittenza Tv sostanzialmente monocanale.
Quando è che la Primavera araba NON VIOLENTA ha prima lasciato esterrefatti, e poi travolto, i decennali Poteri <inviolati> del Rais e di Ben Ali?
Quando, ritengo, Giovani, Donne, Lavoratori, Impresa, Professioni, si sono trovati a dire ADESSO BASTA, ANDATEVENE, in piazza TUTTI ASSIEME.
Impassibili, e incrollabili, nella più assoluta non violenza anche dinanzi alla altrui violenza assassina. Sempre alzando il cartello a spalla a spalla : ADESSO BASTA...
Ce la farà la Non Violenza italiana dei tanti rivoli a connettersi, a farsi MPL, cioè Movimento per il Lavoro e tutti assieme entro un proprio Progetto di sviluppo per tutti?
Non so. So solo che in questa possibilità penso riposi l'unico futuro positivo italiano possibile. O vincerà ancora la Casta. Ma quella vera. Che ha in mano la nazione pur essendo minoranza. Nonostante i singoli lamenti. Che tutti assieme sono però la maggioranza....
Chi reggerebbe mai alla pressione di centinaia e centinaia di ragazzi e ragazze, uomini e donne, imprenditori e professionisti, e dipendenti, i quali, seduti spalla a spalla solidali, in piazze o vie italiane, e nella più assoluta propria non violenza, intonassero anche soltanto <ADESSO BASTA >.
DIVISI SI PERDE. UNITI SI VINCE SEMPRE.
Questo lo sa bene anche chi tiene in mano oggi la nazione italiana. E ben di là di un partito in particolare. Non si spiegherebbe altrimenti tanta cura in generale al Monocanale. Non informare, non far collegare... Mai. O sono guai democraticamente seri. Per Loro.....
Chissà.
Leggevo tempo addietro di chi si domandava perché solo in certi momenti i popoli si riprendano in mano la propria storia ed il proprio governo: Non è la fame che determina le ribellioni dei popoli. Ma la CONSAPEVOLEZZA DI UNA INGIUSTIZIA SUBITA.
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