Ma questo popolo, cioè tutti noi insieme, poi, chi è nel reale di tutti i giorni.
Il popolo, cioè tutti noi, altro non è che gli individui, cioè tutti noi, i quali ogni giorno gestiscono aziende, mandano avanti col proprio lavoro anche dipendente aziende, scelgono quotidianamente per sé o in famiglia, cosa fare, non fare, come lottare per vivere e per vivere meglio. Ma allora, questo popolo, cioè noi tutti, sceglie e decide anche abitualmente.
Del resto il vecchio Codice Civile pareva fidarsi. Quando disponeva che colui che amministri anche grandi aziende, per non incorrere nei rigori della Legge, basta che si comporti nel condurre l'azienda <secondo il criterio del buon padre di famiglia>.
Il codice penale, poi, non risulta da meno. Quando riserva i giudizi più gravi alle giurie popolari. Cioè al popolo insieme.
Ma allora questo popolo, cioè tutti noi, sa scegliere o no, sa valutare, decidere. O sbaglia sempre?
Vorrei al riguardo raccontare una esperienza diretta.
Nel finire degli anni sessanta, nella mia comunità, prese forma un ampio gruppo di giovanissimi ragazzi e ragazze che speravano di rianimare e rilanciare la loro città. E insieme, discutendo, discutendo, e scegliendo, diedero forma anche ad una sorta di concreto progetto. Sulla spinta del successo anche tra adulti, alcuni di quei giovanissimi accettarono di entrare in liste locali amministrative. Tra di essi anche io.
Volendo portare anche altrove quel loro modo di fare, fecero riscoprire anche ai rispettivi partiti il decidere assieme. E fu uno sciamare di tante assemblee per quartieri, frazioni, rioni.
Volete sapere quale risultò pressoché la comune accoglienza a quelle riunioni?
<Siete venuti anche voi a chiederci i voti per poi scomparire e non farvi rivedere sino a nuove elezioni?>
Avevi forza a dire che no, non sarebbe accaduto. Capivi di aver convinto poco, da quei visi rimasti così seri. Di speranze forse ne erano nate, con le risposte <Vedremo.>.
Poi, quando si tornava, a elezione passata, a informare lealmente di tutto, a scegliere, decidere assieme, ogni riunione diveniva una piccola folla di amici. Non solo aderenti. Che nessuno faceva l'identificazione a chi volesse venire. Anche chi non ti avrebbe mai sostenuto voleva sapere, capire, decidere assieme.
Non si può neanche immaginare quante volte quelle riunioni, che decidevano realmente sulle cose comuni di tutti, abbiano detto dei no anche sofferti facendo le scelte <E' evidente che adesso, questa cosa non si può fare...>.
Quelle stesse riunioni sapevano anche dire, convinte e coese <prima le luci alla nostra zona industriale, poi illuminiamo meglio le vie col lavoro per tutti che cresce.>
Mentre ancora in tante case, anche proprie mancava la rete idrica e fognaria. Che però vennero fatte anche quelle, quando insieme si scelse per quelle.
Quelle decisioni ampie e sempre lealmente documentate, ruotavano intanto una comunità da terra di emigrazione ad immigrazione di rientro e non solo. Un polo di sviluppo nella propria Regione.
Ci si emozionava orgogliosi a sentirsi descrivere, stà sorgendo un'azienda, vediamo come affiancarla. Darà altro lavoro per tutti.
Ma allora, il popolo, cioè tutti noi, come ovunque, sa scegliere, se documentato lealmente, e rispettato nelle decisioni che prende!
E allora, perché tanto timore di alcuni che il popolo, cioè tutti noi, sappia e decida insieme?
Non lo so. Certo so che, quando il popolo, cioè tutti noi, sceglie e decide, la Rendita eccessiva per pochi va fuori gioco. E giocano le speranze positive di tanti. Che sanno anche sacrificarsi per i propri sogni positivi per tutti.
La grande alleanza che propose Agrippa, antico romano, tra le braccia ed il corpo, in fondo proponeva già questo. Che né le braccia, né il corpo, di una collettività, possono sperare di prosperare se non alleati.
Allora, e come sempre, si vince soltanto uniti.
Anche la ripresa italiana del secondo dopoguerra, e del boom italiano, aveva a base credo questa stessa eterna alleanza vincente di braccia e di corpo, di un popolo intero, per un sogno comune.
Questa nuova alleanza di oggi ha per pilastri le Donne ed i giovanissimi. Se scelgono di scendere in campo anche loro in risposta alla Caporetto attuale della rendita per pochi.
Se il popolo, cioè tutti noi, donne, uomini, ragazze e ragazzi, non si lascia convincere a restare al bordo del campo da chi gli dice che sbaglia sempre.
Sarebbe del resto la più bella celebrazione dell'Anniversario: una nazione che ritrova il suo popolo, e che la salva.
mario staffaroni
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