mercoledì 19 marzo 2014

E da tempo che avrei già voluto scriverti mia cara Città

Gualdo Tadino – Stemma



Gualdo Tadino – Veduta

Cara Gualdo Tadino, mia Città Umbra dove vivo anche io.

E' da tempo che avrei voluto parlarti. Io sono divenuto tuo abitante <adottivo> all'età ormai lontana di quando avevo poco più di sette anni; a seguito del trasferimento presso di te per motivi di lavoro di uno dei miei genitori.

Arrivato presso di te, mi sono sentito a casa mia, e tu mi hai dato molto. Tutto.
Mi hai accolto come se fossi da sempre figlio tuo, mi hai concesso qui le mie amicizie giovani, e successive.


E come molti figli adottivi, mi sono trovato anche io a ritenere che quella fosse da sempre anche la mia città, e la mia mamma. Che qui fossero le mie stesse radici. Mi hai permesso persino di divenire immeritatamente tuo Sindaco nel lontano 1980.

Quella esperienza indimenticabile, di essere stato Sindaco di questa grande Città, e di questa grande popolazione di concittadini, si esaurì in anticipo. Non esattamente in modo idilliaco. E certamente sarò stato carente anche io. E ti prego di volermene scusare se così fosse stato; perché anche questo dono che mi hai voluto concedere, è stato immenso
Come soltanto chi si sia trovato a ricoprire l'incarico di Sindaco di una grande Comunità come questa Città può comprendere. 
Questo infatti non è un incarico, ma una assunzione di responsabilità e di legame che non si scioglie al decadere della stessa funzione elettiva. Sindaco, nel fondo del cuore, non si smette infatti mai di esserlo neanche successivamente. Nel senso che non riesci più a vederti indifferente alle gioie od alle preoccupazioni della anche tua Città.

Perché ti scrivo solo ora.
Perché ti vedo triste. E ad essere sincero, non solo in questo momento.

Avrei infatti voluto scriverti già nel ravvicinato passato, quando scorgevo l'allegria scemare a mano a mano dalla nostra condizione usuale di vita. Ma non l'ho fatto.

E te ne spiego anche il perché.

Non avendo mai nutrito risentimenti per l'interrompersi di una splendida ed unica esperienza pubblica che mi hai concesso, e non avendo mai pensato che mi appartenessero rivincite di alcun genere, e non avendo mai pensato di voler riproporre niente di mio al tuo presente, ho scelto di restarmene oramai da oltre trenta anni in silenzio. Che non ha mai voluto significare indifferenza a quel che ti accadeva.
Ma vedi, cara Città anche mia, personalmente sono sempre stato convinto che fosse una grande consuetudine quella degli Usa di dire che <c'è un solo presidente per volta>. 
Vale a dire he chi ha esaurito il tempo di quella carica non può poi rischiare di divenire una croce per i suoi successori magari all'insegna del tempestarli di <io non l'avrei fatto, io l'avevo detto>
E così ho seguito con umana simpatia tutti coloro che mi sono subentrati nell'incarico di Sindaco sino ad ora. 

Adesso cosa è successo per farmi decidere di scriverti?

E' successo che adesso si è venuta a creare una situazione alquanto eccezionale che mi consente di poterlo fare senza temere di disturbare. Non abbiamo Sindaci, purtroppo, in questo momento.
Nè Sindaci cessanti, né Sindaci già eletti. Dunque posso parlarti senza recare disturbo ad alcuno neanche di sospetto.
Dunque, in questa finestra di pur innaturale assenza, posso però adesso parlarti liberamente. 

E, perché ti scrivo?

Perché in questi tempi recenti i quali non sono apparsi prosperi e felici per te e per la nostra stessa gente, ti scorgo ancora più triste. Quasi smarrita.

Mappa di localizzazione: Italia

E questo non va bene. Soprattutto da parte di una grande Città quale sei e rimani Gualdo Tadino.

Sei stata grande ai tempi di Roma imperiale, e quando Roma è caduta, ti sei ritrovata sola.
Ma non per questo ti sei arresa; sei risorta. Allora, ed anche dopo nel tempo, anche nel cercare nuovi luoghi sia a valle che  nei colli per le tue mura e per il nostro presente.
Non hai mai rinunciato a batterti per esistere.

Sei una grande Città nel mondo intero per la Ceramica;




sei una perla del Verde



sei una perla dell'Ambiente; 


hai fatto con le tue sole mani la prosperità recente della tua gente.


E adesso, non vorrai mica arrenderti.

Capisco che a volte ti senta trattata come una Cenerentola, costretta nel retrocucina in lacrime da sorellastre apparse non sempre esattamente amichevoli.
E non dirmi che qualche volta, ti pare di vedere persino la Matrigna cattiva, in Regione?, che sembra toglierti anche quello che era tuo da sempre.

E allora che vorresti fare? arrenderti?
Non è nella tua indole e nel tuo futuro.

Cara Città di Gualdo, battiti, reinventa strade che siano di nuovo prosperità e progresso per te, ed anche per altri anche fuori dalle tue mura.
Fallo per i tuoi ragazzi e ragazze. Che ti vogliono bene e che sognano di poter vivere sereni e nel Lavoro equo con te per sempre.

Come dice quel detto?
quando la lotta si fa dura, è allora che i duri cominciano a lottare?

E cosa aspetti? è proprio questa l'ora Tua che ti chiama a riprenderti il posto che ti compete nella Comunità dell'Umbria. Se ci vogliono. Altrimenti di certo farai anche da sola. Come del resto sempre. Tu comunque, cara Città,  non puoi non risorgere.
Hai in te tutto quel che ti serve per farlo, e per vincere la sfida di sempre.

Il momento nazionale non è propizio?
E quando mai lo era ogni qual volta hai deciso di vincere le sfide nel corso del tempo?


In bocca al lupo cara Città di Gualdo Tadino per i tuoi nuovi successi. Assieme alla tua stessa gente di sempre. Chiama in aiuto anche i tuoi Giovani; penso infatti che , come sempre, Loro in special modo non attendano altro che di battersi al Tuo fianco per il tuo Successo.

Vedi che sorridi adesso anche tu?

tuo mario.







2 commenti:

  1. Caro Mario condivido quasi tutto quello che hai scritto, soprattutto l'amarezza, ma non la speranza di vedere che qualcosa cambi nell'immediato futuro, vecchie sono le idee ed ancor più vecchio ed incarnito il malcostume di usare quella poca acqua che arriva, per annaffiare i soliti orticelli per non più di una stagione di fine settembre, anziché coltivare un humus più fertile che alla distanza potrebbe far fiorire splendide realtà di giovanile creatività.

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  2. Intanto ringrazio dell'opinione espressa. Anche condivisibile; ma su di un punto non mi trovo. Non si può mai rinunciare, come Comunità, a sperare, ed agire coerentemente, per rinnovarsi e rilanciarsi. Credo lo si debba ai Giovani ed alle Giovani soprattutto. Che, altrimenti avrebbero ogni diritto di dirci: ma vi siete Arresi. Il come e il quando è altra questione chiaramente. Io, ci spero che abbia ragione la Speranza attiva di tutti noi insieme.

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