sabato 20 ottobre 2012

Stiamo scoprendoci una nazione di suicidi per disperazione e non solo per responsabilità dei nostri governi

Si sperava di non dover leggere più in Italia anche di questo, ma, purtroppo ci si sbagliava per speranza d'ottimismo.

Ecco infatti come Corriere della Sera SETTE, nella sua edizione del 12 ottobre 2012 ci ha richiamato alla orribile nostra condizione nazionale anche attuale economico sociale con l'articolo di Cesare Fiumi che vi è pubblicato a pag. 28:


un cecchino chiamato fallimento
In Veneto, ancora suicidi tra gli imprenditori,
soldati disarmati davanti alla crisi: quattro casi
soltanto nell'ultima settimana di settembre
(...)  Prima di prendersi il colpo di fucile al petto che si era intestato.
Di nuovo in Veneto. Di nuovo il Requiem della crisi ad accompagnare i titoli di coda: quattro volte soltanto nell'ultima settimana di settembre. (...) 

Questo è INFATTI quel che accade tutt'ora in Italia, nazione fondatrice della Comunità Europea e sesta - o settima se ci piace meglio, che poi non cambia molto -  economia industriale del Pianeta. Da troppo tempo ormai però anche Italia in mano ad una Casta, e non solo politica, risultata famelica quanto cinicamente feroce nel suo saccheggio incessante di una nazione intera.

NO, non scappiamo oltre per sfuggire l'orrore di quello che non si vorrebbe mai vedere.

Guardiamolo invece assieme, in viso questo nostro indicibile momento nazionale.

Eccolo il piccolo imprenditore che aziendalmente è stato investito da questa cupa Recessione nazionale risultata innescata e mantenuta intenzionalmente, eccola la sua azienda e reddito che gli scompare e gli toglie assieme anche la voglia di vivere.
E' tratto sempre da Sette,  ma qui vi togliamo il nome all'imprenditore non per mero possibile rispetto al suo dolore; che Sette quel nome infatti lo annota.
Ma perché vorremmo che risultasse una espressione universale di dolore italiano.
Come infatti accade nel leggere.

< (...) ....aveva 47 anni e un'impresa edile che lavorava bene, fino a tre anni fa. Intonaci e stucchi, dieci dipendenti, interventi in quasi tutte le nuove costruzioni del paese: Campagna Lupia, nella bassa Veneziana.
Poi, la crisi che batte in testa: i debiti che aumentano, gli operai che diminuiscono, le certezze e i debiti che franano e travolgono tutto.
A cominciare dalla casa di famiglia che gli era toccato lasciare: prima ipotecata e poi ceduta per pagare  i creditori. Quella villetta a due piani, orgoglio di imprenditore, dove viveva con gli anziani genitori, costretti a trasferirsi in alloggio popolare, una casa dell'Ater, poco (e troppo) distante dai giorni migliori andati in malora. (...) >

Diciamoci la verità, almeno tra di noi, 
a quanti anche di noi tremano le dita, e finanche il pensiero, già anche solo a leggere di questa povera creatura italiana vistasi annientata sul piano economico sociale. Tremano le dita, ed anche il pensiero, a di quanti tra di noi, uomini e donne italiane come tanti, si sono trovati già a vivere esperienze similari; o,  a quanti tra di noi, aggrappati persino con le unghie nel lottare per non soccombere ai morsi della crisi, temono e temiamo che ci possa capitare. Di crollare.


E proseguiva poi  ancora il medesimo articolo su SETTE,

< Come d'autunno. Niente di nuovo sul fronte orientale. Ci si era illusi, durante l'estate, che la striscia di suicidi da crisi - già ventuno, nel 2012, nel solo Veneto - si fosse conclusa.
(...) Macchè, nel giro di tre giorni, dal 25 al 27 settembre, se ne sono andati anche Antonio Pedrazzoli, 49 anni, di Bassano, F.L., 58 anni di Padova, e Raffaele Rubinacci, 52 anni, di Naole. Chi schiacciando di notte il grilletto della disperazione, sopraffatto dal mutuo sul laboratorio. Chi, la ditta di falegname  in difficoltà, impiccandosi in casa. (...)
(...)
Esposti al fuoco sul fronte della crisi, divenuta personale. Disarmati di Futuro davanti al cecchino fallimento che ti centra al cuore e ti toglie il sonno.
Soldati, loro malgrado - perché di un vero conflitto si tratta - e,
al pari di quelli, sono loro, oggi, come d'autunno sugli alberi le foglie.>

Questo era dunque il terribile RESOCONTO di SETTE sul piano inclinato della attuale disperazione nazionale.

Ma se qualcuno pensa che sia solo Impresa, una simile anche attuale sventura per una intera nazione, commetterebbe un seppur involontario errore.

No, questa medesima sventura di arrendersi finanche con la vita, accomuna anche il Lavoro dipendente italiano.

Sono purtroppo anche morti suicidi Lavoratori dipendenti, in questi nostri amarissimi tempi italiani recenti.

Uno di essi, alcune settimane fa, padre di famiglia non anziano, SI E' DATO FUOCO DINANZI A MONTECITORIO.
E torcia fiammeggiante umana - tanto da morirne alcuni giorni dopo per le ustioni riportate prima di poter venire soccorso - si lanciava ardendo contro la porta del nostro Parlamento Repubblicano come forse estrema protesta che non ne venissero ancora da lì di efficienti rimedi alla gravissima crisi sua. E anche nostra...

E uno ancora di essi, pochi giorni fa appena, si dava alle fiamme dinanzi al Quirinale. E ci recava un messaggio ancora più tetro sulla faccia vera di questa Recessione smentita e voluta della intera nazione.
Quest'ultimo, infatti, era un lavoratore immigrato; che così esprimeva la sua anche disperazione di non poter più assicurare, neanche costui, l'essenziale per vivere alla propria famiglia. Ma quest'ultimo, recava a tutti noi un messaggio in più: ERA NON ITALIANO. Un Immigrato in Italia  da anni.
Ma se un Immigrato persino - abituati a una accoglienza di privazioni da questa nostra ipocrita indisciminata accoglienza - ritiene di non avere scampo nella sua disperata inutile ricerca adesso di lavoro, allora vuol dire che la crisi generale italiana è divenuta proprio NERA.
Se anche le formichine immigrate in Italia, ora muoiono di fame, perché non cadono più briciole di lavoro italiano neanche per loro che le raccattavano già  tutte....

Questo dunque appare il quadro vero della nostra Italia che soffre; e che ne muore anche. Di DOLORE.
Di uomini e di donne vere che hanno temuto di essere rimasti senza scampo.


Ma ecco arrivare, adesso, a questo punto, il perché di una parte del titolo del post  <e non solo per colpa del governo>.
La responsabilità di questa disperazione grande, di troppi, di temere di vedersi ormai senza più rimedio alla propria di cattiva sorte.

Perché, chiunque s'interroga anche solo con se stesso sull'animo umano nostro, SA BENE che sventure e sconfitte più o meno devastanti individuali, la vita non le risparmia a molti. E sa anche di esserci, purtroppo, a volte anche passato, molti tra di noi.
MA SA ANCHE BENE,
che la sventura, o persino il disastro eventuale anche personale, non riesce a toglierti per questo LA VOGLIA DELLA VITA.

PURCHE',

non venga però mai meno LA SPERANZA CHE CI SIA UNA LECITA VIA D'USCITA.
Fosse anche dalla sventura personale più grande, e più inattesa....ma che si possa sperare ancora in un possibile efficace di rimedio.....

Si muore, e ci si uccide finanche, solo quando ritieni che ogni lecita speranza oramai sia persa.


Ma su di questo, L'INFORMAZIONE E I MEDIA italiani in prevalenza - sulla speranza anche individuale ritenuta persa dai nostri stessi connazionali - NON HANNO PROPRIO NIENTE DA DIRSI?

Stanno contribuendo, anche i nostri Media italiani prevalenti, a mantenere accesa tra la nostra pubblica opinione nazionale il ragionevole convincimento che LA SPERANZA non è affatto persa?


Sono consapevoli, i nostri Media prevalenti dell'Informazione anche attuale, che si stanno ancora adesso in realtà occupando SOLTANTO
di ogni anche minima battute di Renzi...
dei più riposti pensieri eventuali di Bersani....
degli altalenanti ricorrenti rovelli amletici irrisolti di Berlusconi...
delle sempre nuove Imposte di Monti...
delle continue inascoltate chiamate di Casini....
delle case o casette dei conFini....

Ma tutto questo di cui così tanto si occupano, alla fine risulta, solo l'area del MONOPROGRAMMA DELL'ATTUALE DI GOVERNO.
Infatti tutti costoro, dettaglio più dissenso in meno apparente, compongono la maggioranza parlamentare delle politiche economico sociali imposte con l'attuale governo di Monti.

E ti credo che questo non risulta alimentare la Speranza collettiva: si tratta infatti dei Protagonisti veri, anche se accortamente dissimulati, delle politiche attuali di Governo italiano. Che, senza di essi, infatti, non sopravviverebbe un solo GIORNO.

Ma poi, e se proprio vogliono innovare, cosa immettono di NUOVO nei messaggi apparsi prevalenti e che appunto tutt'ora mediano?
la sconvolgente novità che Montezemolo risulta ancora ai bok ...per una gomma a terra...
e la straripante novità...che ritorna in campo...Tremonti.....


A tutti noi che non abbiamo ancora abbandonato la speranza, ci fanno tenerezza, i nostri attuali prevalenti Media italiani.
Risultati inflessibili guardiani di un Regime già potente ma oggi già in avanzato suo disfacimento.  assieme all'economia di una nazione intera che si tira dietro nel suo crepuscolo. Regime attuale che già adesso risulta essere ora rimasto, infatti,  solo PREpotente.


Ma chi cerca una scintilla di speranza anche per sé, anche per le sue angoscie più cupe, cosa vi trova, oggi nei nostri prevalenti Media di veramente alternativo alle politiche economico sociali perseguite in Italia nell'ultimo ventennio: NULLA.

Ed allora, i nostri Media italiani prevalenti, NON HANNO NULLA DA CHIEDERSI, anche su di sé, sulla Speranza italiana che si spegne anche rinunciando alla propria vita; perché ritenuto da troppi di non esservi speranza alcuna: che l'intera nazione Italiana possa invece cambiare. E cambi in meglio?

Nessuno beninteso chiede ai nostri Media italiani di farsi portatori attivi di altrui scelte alternative. Non gli compete.
Anche se in passato, e molti ancora adesso, altro che se appare che  lo fanno. Di farsi portatori attivi.

Ma fare spazio e voce a Proposte e Programmi veramente Alternativi eventuali, non sarebbe, questo anche, strettamente funzione anche loro?

Non sarebbe loro anche compito e funzione, portare a conoscenza ogni presenza alternativa eventuale che anche così, alimenti la speranza positiva di una nazione intera?


NON CE NE SONO? NE SIETE SICURI?

Una persona di un Movimento diverso, ha raggiunto la Sicilia a nuoto. Per riuscire anche di <bucare> la cortina nostra apparsa invalicabile dei Media.

E gli altri eventuali, che faranno? andranno a piedi attraverso lo stretto se magari l'età sconsigli  il nuoto, per far sapere ai Media prevalenti che ci sarebbe anche qualcosa, anche lì, di concreto, e di ALTERNATIVO INTERAMENTE NUOVO?


Non si vuole di certo, e tantomeno qui, fornire ad altri consigli i indicazioni sull'altrui proprio lavoro e SULLE libere insindacabili scelte d'Informazione.

Ma una informazione, proprio piccina questa, e solo da utente dei Media nostri, questa ci si sente di renderla anche qui nota: i nostri Media prevalenti, sono consapevoli di apparire ormai così tanto,e proprio in questo modo, e sicuramente anche oltre le dirette intenzioni, un'Informazione di Regime?


Sappiamo solo che Roosevelt, insediandosi, disse alla sua nazione, dove i suicidi erano tanti troppi per disperazione di quella anche loro devastante Recessione: l'unica cosa di cui aver paura....è la paura.



E noi, Informazione Italia prevalente, a che punto siamo con la missione vitale di permettere la SPERANZA, anche adesso, tra la nostra gente italiana, tra le nostre donne e uomini, e ragazzi e ragazze indistintamente?

Non abbiamo qui certo le risposte esclusive ed insindacabili di altri.


Ma una cosa appare certa: la questione è ormai si è posta anche per i nostri Media prevalenti.
ad ogni italiano od italiano in più che rinunci ancora finanche alla vita sua stessa per Paura di essere rimasto senza SPERANZA:
noi, non c'entriamo niente, in quella vita italiana persa?


Post condiviso con http://movimentopopolaredellavoro.it


























Nessun commento:

Posta un commento